Archives for Settembre 2021

Coibentazione degli edifici, ecco tutti gli incentivi statali in Italia

La coibentazione di una casa o di un edificio commerciale consiste nella posa di un cappotto termico, una tecnica che permette di isolare termicamente un ambiente, evitando (o minimizzando) lo scambio di calore tra interno ed esterno. Questa soluzione è utile sia in inverno che in estate: durante le stagioni fredde il calore, invece di disperdersi all’esterno rimarrà all’interno. Viceversa, in estate, il caldo resterà all’esterno, mantenendo costante la temperatura interna della casa.

Alla luce di quanto descritto, è intuibile quali vantaggi possa portare la coibentazione di un edificio: meno energia elettrica consumata per la climatizzazione che, oltre i grandi benefici per la tutela dell’ambiente, comporta anche un notevole risparmio sulle bollette di gas e luce.

L’installazione del cappotto termico è un intervento che, per via del miglioramento della classe energetica dell’immobile oggetto dei lavori, può essere incentivato con il Superbonus 110%. Il superbonus però non è l’unico incentivo statale. In Italia ci sono infatti diverse agevolazioni che favoriscono gli interventi di coibentazione. Ecco quali sono.

Bonus Ristrutturazione 50%

Il Bonus Ristrutturazioni è una detrazione fiscale del 50% applicabile a manutenzioni generali, manutenzioni straordinarie, restauri, restauri conservativi, ristrutturazioni edilizie, e in alcuni casi specifici, anche nuove costruzioni.

Oltre alle principali categorie di intervento citate, gli incentivi consentono anche progetti finalizzati al raggiungimento dell’efficienza energetica negli edifici, che rientrano nella categoria delle “manutenzioni straordinarie”.

Riguardo alla coibentazione, con il Bonus Ristrutturazioni è possibile detrarre le spese per la riduzione della trasmittanza termica delle:

  • Pareti verticali che delimitano i locali riscaldati dall’esterno, dai vani non riscaldati o dal terreno;
  • Strutture opache orizzontali e coperture inclinate che separano i vani riscaldati da quelli freddi e dall’esterno;
  • Pavimenti che delimitano i locali riscaldati da quelli non riscaldati, dall’esterno e dal terreno.
Il Bonus Ristrutturazioni è fino al 50% e la spesa massima ammessa è di 96.000 euro. Il bonus può essere utilizzato in detrazione (10 quote uguali vengono restituite in 10 anni) o in combinazione con due nuove opzioni fiscali alternative, ossia la cessione del credito o lo sconto in fattura.

Ecobonus dal 50% all’85%

L’Ecobonus nasce per favorire gli interventi mirati all’efficientamento energetico, ma concede gli interventi sulla struttura esterna degli edifici esistenti o unità indipendenti esistenti che riguardano: “strutture opache orizzontali (coperture, pavimenti), verticali (pareti generalmente esterne), finestre comprensive di infissi, delimitanti il volume riscaldato, verso l’esterno o verso vani non riscaldati, che rispettano i requisiti di trasmittanza “U” (dispersione di calore), espressa in W/m2K, definiti dal decreto del Ministro dello Sviluppo economico dell’11 marzo 2008 e successivamente modificati dal decreto 26 gennaio 2010”.

Ma attenzione, perché se si sceglie solo di coibentare l’esterno della casa esistente senza ottenere alcun vantaggio pratico in termini di dissipazione del calore, non sarà possibile ottenere alcun beneficio fiscale. Il bonus, infatti, necessita di interventi che comportano vantaggi energetici oggettivi e determinabili.

Per quanto riguarda le singole unità immobiliari, per tale intervento l’ecobonus è concesso nella misura del 65%, con un massimale di spesa pari a 60.000 euro.

Se invece l’intervento è effettuato sulle parti comuni degli edifici condominiali, la detrazione è fissata nella misura del:

  1. 70%, se la superficie interessata dalla coibentazione è superiore al 25% della SDL (Superficie Disperdente Lorda) dell’edificio;
  2. 75%, quando la coibentazione interessa più del 25% della SDL dell’edificio, e l’intervento comporta il conseguimento almeno della “qualità media” ai sensi delle Tabelle 3 e 4 dell’Allegato 1 del DM 26/06/2015;
  3. 80%, se oltre ai requisiti citati nel punto 1 o nel punto 2, si conseguono anche interventi volti alla riduzione del rischio sismico che comportano il miglioramento almeno di 1 classe di rischio rispetto a prima;
  4. 85%, se oltre agli interventi citati nel punto 1 o nel punto 2, si conseguono interventi strutturali che comportano all’edificio la riduzione di 2 classi di rischio sismico.

Per gli interventi che danno diritto al 70% e al 75% di detrazione, il massimale di spesa è pari a 40.000 euro, importo che sarà da moltiplicare per il numero delle unità esistenti in condominio. Per gli interventi detraibili nella misura dell’80 e dell’85% invece, il tetto massimo di spesa è di 136.000 euro, anche qui da moltiplicare per le unità del condominio.

L’Ecobonus è utilizzabile in detrazione (10 quote per 10 anni), oppure con le modalità della cessione del credito o dello sconto in fattura.

Conto termico 65%

Il Conto Termico è un incentivo gestito dall’ente statale GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Si tratta di un rimborso fino al 65% delle spese sostenute per gli interventi volti al conseguimento del risparmio energetico dell’edificio e all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. L’incentivo può essere richiesto dai privati, dalle imprese e dagli enti della Pubblica Amministrazione. Per quanto riguarda l’intervento di coibentazione dell’edificio, il Conto Termico è destinato unicamente agli enti della Pubblica Amministrazione, come specificato in questo modulo informativo.

Bonus Facciate 90%

Il Bonus Facciate dà diritto a una detrazione d’imposta del 90% per gli interventi volti al recupero e restauro delle facciate esterne di edifici esistenti, ai sensi dell’art. 2 del DM n. 1444/1968. Sono ammessi gli interventi effettuati solo sulle facciate e sugli elementi componenti delle facciate, quali ornamenti, fregi e balconi.

Il bonus facciate agevola anche il lavoro di isolamento termico dell’edificio e “sulle strutture opache verticali della facciata influenti dal punto di vista termico o che interessino oltre il 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio”.

Tutti i lavori dovranno rispettare:

  1. I requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche del Decreto del 26 giugno 2015;
  2. I valori di trasmittanza termica definiti dal:

Per il Bonus Facciate, a differenza di altri incentivi, non esistono limiti di spesa da rispettare. L’incentivo è utilizzabile in detrazione (10 quote in 10 anni), oppure con le opzioni alternative della cessione del credito o dello sconto in fattura.

Superbonus 110%

La maggiore possibilità di risparmio sui lavori di coibentazione è stata introdotta nel 2020 dal Decreto Rilancio: si tratta del tanto chiacchierato Superbonus 110%. L’incentivo interessa e favorisce gli interventi mirati al conseguimento del risparmio energetico e alla riduzione del rischio sismico degli immobili che devono essere adibiti a scopo residenziale.

La coibentazione dell’edificio è considerata l’intervento principale di un lavoro di efficientamento energetico. Può essere realizzato anche senza ulteriori lavori, a patto che l’edificio ottenga un incremento minimo di 2 classi energetiche rispetto alla condizione precedente.

I massimali di spesa per l’intervento di coibentazione sono i seguenti:

  • 50.000 euro, per gli edifici unifamiliari e per le unità funzionalmente indipendenti;
  • 40.000 euro, per i condomini composti da 2 a 8 unità immobiliari. L’importo va moltiplicato per ogni unità presente in condominio;
  • 30.000 euro, per i condomini composti da più di 8 unità immobiliari. Anche qui, la cifra si dovrà moltiplicare in base al numero delle unità.

Si dovranno inoltre rispettare:

  • I requisiti di trasmittanza termica definiti dal DM 6 agosto 2020;
  • I CAM (Criteri Ambientali Minimi)  per i materiali isolanti utilizzati, ai sensi del DM 11 ottobre 2017.

Il Superbonus 110% può essere utilizzato in detrazione, stavolta con recupero in 5 quote per 5 anni. Alternativamente, come ormai abbiamo visto più volte, e se si trovano le condizioni giuste, si può scegliere di cedere il proprio credito d’imposta oppure chiedere uno sconto immediato in fattura dalla ditta che eseguirà i lavori.

Read more

Ristrutturazione bagno: tutti gli incentivi fiscali per risparmiare

La ristrutturazione del bagno è un intervento che al momento può usufruire di una sola agevolazione fiscale: il Bonus Ristrutturazioni. Il bagno però è comunque una stanza afferente all’unità immobiliare, dotata di infissi, pavimento e arredamento. Per questo, con un po’ di attenzione, è possibile accedere anche ad altri tipi di incentivi.

In questo articolo vi diremo tutto quello che c’è da sapere sulla ristrutturazione del bagno e sulle relative agevolazioni fiscali.

Ristrutturazione bagno: Bonus Ristrutturazioni come incentivo principale

Partiamo innanzitutto col dire che l’incentivo che “ufficialmente” consente il rifacimento del bagno è il Bonus Ristrutturazioni 2021, che ammette lavori di manutenzione straordinaria. L’agevolazione concede una detrazione IRPEF pari al 50% su una spesa massima di 96.000 euro, da ripartire in 10 quote per 10 anni. In alcuni casi è anche possibile beneficiare dell’incentivo con le due opzioni alternative dello sconto in fattura o della cessione del credito.

Il Bonus Ristrutturazioni, per quanto riguarda il rinnovo del bagno, si configura nelle seguenti declinazioni:

  • Realizzazione ex novo del bagno, ma senza modificarne forma, superficie o volume. In sostanza, senza modifiche strutturali;
  • Rifacimento dell’impianto idrico e sostituzione delle tubature;
  • Interventi mirati all’abbattimento delle barriere architettoniche, come montaggio di sanitari rialzati o ampliamento della porta d’ingresso;
  • Nuova costruzione del bagno con modifiche strutturali (solo per le unità abitative danneggiate o demolite a causa di calamità naturali per le quali è stato dichiarato lo Stato di Emergenza). In questo caso, eccezionalmente, si concede di utilizzare il bonus ristrutturazioni per la costruzione da zero dell’intera unità danneggiata, e non solo del bagno.

Gli interventi sono rivolti solo alle unità abitative residenziali (indipendenti o condominio), e non agli immobili con destinazione d’uso commerciale.

Ecobonus, Bonus Mobili o Superbonus 110%, in base agli interventi da eseguire

Con il Bonus Ristrutturazioni è possibile eseguire numerosi lavori nel bagno usufruendo di corposi incentivi, ma esistono altre possibilità per detrarre ulteriori spese.

Se quindi volete optare per altri interventi mirati a specifici elementi da sostituire o rinnovare, ecco tutto quello che potete fare in bagno con le altre agevolazioni fiscali:

  • Sostituzione degli infissi, con Ecobonus tradizionale o Superbonus 110%;
  • Abbattimento delle barriere architettoniche, con Bonus Ristrutturazioni o con Superbonus 110% ;
  • Acquisto di nuovi mobili per il bagno o per la casa con il Bonus Mobili;
  • Rifacimento pavimento con Ecobonus tradizionale o Superbonus 110%, se si riesce a ottenere un miglioramento delle prestazioni energetiche dell’unità (per esempio installando un sistema di riscaldamento a pavimento).

Bonus Idrico

Con la Legge di Bilancio 2021 è arrivato anche il Bonus Idrico. Per favorire il risparmio di risorse idriche è riconosciuto un bonus di 1.000 euro alle persone fisiche, residenti in Italia, che sostituiscono su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o singole unità immobiliari

  • i sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a scarico ridotto;
  • la rubinetteria, i soffioni e le colonne doccia con nuovi apparecchi a flusso d’acqua limitato.

In particolare, l’agevolazione è riconosciuta per le spese sostenute per

  • la fornitura e la posa in opera di vasi sanitari in ceramica con volume massimo di scarico uguale o inferiore a 6 litri e relativi sistemi di scarico, compresi le opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti;
  • la fornitura e l’installazione di rubinetti e miscelatori per bagno e cucina, compresi i dispositivi per il controllo di flusso di acqua con portata uguale o inferiore a 6 litri al minuto, e di soffioni doccia e colonne doccia con valori di portata di acqua uguale o inferiore a 9 litri al minuto, compresi le eventuali opere idrauliche e murarie collegate e lo smontaggio e la dismissione dei sistemi preesistenti.

È possibile utilizzare il bonus fino al 31 dicembre 2021.

Read more

Impianti elettrici a norma: i tre livelli delle dotazioni impiantistico-funzionali

Da una recente indagine nel ramo dell’Edilizia è emerso che in Italia circa 12 milioni di appartamenti sono dotati di impianti elettrici non a norma. Gli incidenti domestici e i guasti relativi al malfunzionamento degli impianti elettrici si aggirano intorno ai 45.000 casi ogni anno.

Quando si parla di ristrutturazioni e di realizzazione di impianti elettrici civili, anche per uso domestico, occorre fare riferimento a precise normative che evitano il verificarsi di situazioni potenzialmente pericolose per persone e unità abitative. In questo articolo riassumeremo la norma CEI 64-8, attualmente in vigore in Italia.

Norma CEI 64-8

La norma di riferimento per la realizzazione di un impianto elettrico civile è la CEI 64-8. All’interno della norma è possibile reperire le prescrizioni di legge riguardanti il progetto, la messa in opera e la verifica degli impianti elettrici. Lo scopo di tutte le disposizioni è quello di realizzare un impianto corretto non solo dal punto di vista normativo, ma anche della sicurezza delle persone che abitano l’appartamento.

Dal 1° marzo 2019 è in vigore la Variante 5 della CEI 64-8, che rispetto alle varianti precedenti ha introdotto nuove linee guida che prevedono il percorso di allineamento delle norme nazionali degli impianti elettrici civili alle normative europee, oltre a introdurre le prestazioni minime di cui devono essere dotati gli impianti elettrici.

I livelli minimi delle dotazioni impiantistico-funzionali

I livelli rappresentati dalla normativa CEI 64-8 sono tre:

– nel Livello 1 rientra la predisposizione di un impianto elettrico provvisto delle dotazioni minime obbligatorie, per la conformità ai sensi della CEI 64-8; inoltre, in tal modo verrà data una garanzia circa la sicurezza dello stesso e la sua (seppur minima) funzionalità;

– nel livello 2 rientrano gli impianti realizzati con un numero maggiore di prese di corrente e di circuiti, oltre al citofono e ai dispositivi di controllo dei carichi elettrici;

– al livello 3, infine, vengono inseriti gli impianti innovativi, cioè quelli scomposti in diverse sezioni e dotati, magari, anche di domotica.

Questa ripartizione delle dotazioni degli impianti elettrici è utile non solo all’elettricista che dovrà realizzare il progetto e rilasciare la certificazione di conformità, ma anche al committente il quale, avendo chiari i vari livelli, potrà operare una scelta sul tipo di intervento da far svolgere al professionista.

Ecco una semplice schematizzazione per ogni livello, con l’indicazione delle dotazioni minime che l’elettricista dovrà installare.

Livello 1

Il Primo Livello rappresenta un impianto elettrico di base, che l’elettricista predisporrà per far si che l’appartamento possa essere dotato di certificazione di conformità , oltre a garantire i requisiti di sicurezza e fruibilità: la norma CEI 64-8 prevede che ogni stanza venga dotata di un numero minimo di dispositivi.

Per un appartamento di dimensioni inferiori ai 50 mq, l’elettricista dovrà predisporre un impianto elettrico a due circuiti: ciò significa che dal quadro generale dovrà partire un cavo che alimenta un magnetotermico / differenziale per la linea della luce (quindi i lampadari e le luci in generale) e un magnetotermico / differenziale per la linea delle prese.

Se l’appartamento è più grande rispetto al primo, ma non supera i 75 mq, i circuiti dovranno essere almeno tre: dal contatore generale, quindi, partiranno un magnetotermico / differenziale dedicato esclusivamente all’ambiente cucina e un magnetotermico / differenziale che a sua volta suddividerà la linea ad altri due magnetotermici / differenziali per la luce e per le prese.

Passando ai singoli dispositivi, in conclusione, nell’ingresso andranno previsti almeno una presa, un punto luce, stessa cosa per il corridoio e il ripostiglio. Per le camere da letto, a seconda della dimensione, occorreranno dalle 4 alle 6 prese, 1 o 2 punti luce e almeno una presa tv. Nella cucina, invece, potranno essere installare dalle 2 alle 4 prese (a seconda che vi sia cucina o angolo cottura) e almeno un punto luce e un punto antenna. In bagno risultano necessarie almeno 2 prese e 2 punti luce (uno per lo specchio e uno per il soffitto). Infine, andranno predisposti i punti luce esterni (uno per il balcone e uno sulla porta d’ingresso) e una presa per il telefono.

Livello 2

Il Secondo Livello rappresenta un impianto elettrico di base, maggiorato con sistemi antintrusione, allarmi e videocitofono.

Perciò, rispetto al primo livello avremmo un numero maggiore di prese e punti luce: per le camere da letto, a seconda della dimensione, verranno installate dalle 5 alle 8 prese, 2 o 3 punti luce e almeno una presa tv; nella cucina saranno presenti dalle 2 alle 6 prese (a seconda che vi sia cucina o angolo cottura), 2 punti luce e un punto antenna, mentre nel bagno la predisposizione è identica al livello base, quindi 2 prese e 2 punti luce.

Per quanto riguarda i circuiti, questi, a seconda della dimensione dell’appartamento, saranno minimo 3 (per aree fino ai 75 mq) e massimo 6 (per aree maggiori di 125 mq).

Livello 3

Il Terzo Livello è definito anche impianto domotico in quanto oltre a garantire una soluzione più completa sotto l’aspetto della funzionalità, della sicurezza e della protezione, prevede anche la gestione delle singole zone della casa, attraverso il controllo da remoto.

Un impianto elettrico civile domotico oltre a comprendere i dispositivi classici, quali prese e punti luce, vede la presenza di supporti di comunicazione atti al contrasto delle intrusioni di estranei in casa, della gestione e del controllo delle luci, della regolazione della temperatura degli ambienti e per la verifica dei carichi.

Inoltre, con un impianto di tale livello è possibile anche gestire ogni singolo ambiente, quindi, chiudere o aprire la tapparella di una stanza, spegnere e accendere la luce, diffondere la musica e collegare anche dispositivi di sicurezza quali i sistemi anti allagamento e di rilevazione fughe di gas.

Read more