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Danni alla casa da evitare: tutti i pericoli della stagione invernale

Durante l’inverno gli agenti atmosferici e il clima più rigido possono causare diversi problemi alle nostre abitazioni. Per questo è sempre consigliabile effettuare un check-up per tempo, in modo da poter intervenire prima della stagione fredda.

La prevenzione, infatti, come per la salute personale, è fondamentale anche per la nostra casa: con una buona manutenzione ordinaria si possano prevenire danni che, trascurati, richiederebbero interventi impegnativi, sia economicamente che strutturalmente.

L’usura e il deterioramento dei materiali e delle strutture è inevitabile e riguarda ogni tipo di abitazione. In particolare durante l’inverno, quando il freddo, il gelo e l’azione degli agenti atmosferici possono mettere a rischio il “benessere” della nostra casa. In questo articolo di approfondimento cercheremo di esplorare tutte le soluzioni per proteggere al meglio le nostre case in vista della stagione invernale.

Controllo delle facciate e dell’isolamento termico

Le facciate sono quelle parti delle abitazioni costantemente esposte agli agenti atmosferici, per questo vanno tenute costantemente sotto controllo. La Sardegna è una regione con un clima abbastanza mite, ma in alcune zone (ad esempio, quelle costiere e quelle montane) è necessario prendere qualche precauzione in più per difendere la casa dagli agenti atmosferici.

Come soluzione, l’isolamento termico tramite un sistema a cappotto o a microcappotto risulta cruciale per proteggere gli ambienti interni dalle temperature esterne, ma nelle zone con temperature minime particolarmente rigide, il ristagno di acqua unito al continuo gelo e disgelo può provocare distaccamenti o rigonfiamenti del rivestimento del cappotto, compromettendone l’efficacia.

Le disomogeneità dell’isolamento e le crepe nel rivestimento possono essere un problema sia per la protezione dal freddo che per eventuali infiltrazioni di acqua e umidità, che possono creare danni strutturali anche importanti. Anche in assenza di cappotto termico, bisogna comunque ispezionare l’intonaco per cercare eventuali crepe o macchie di umidità.  Per questo motivo, è sempre consigliabile fare un controllo visivo ogni cambio di stagione, in modo da individuare per tempo eventuali problematiche.

Controllo degli infissi

Se le facciate sono importanti per il benessere degli inquilini, altrettanto lo sono gli infissi, veri e propri “varchi” verso l’esterno. Infissi moderni, isolanti e con doppio o triplo vetro, riescono a isolare la casa dalle temperature esterne, mentre serramenti vecchi possono vanificare il beneficio di un buon isolamento delle murature, incidendo negativamente sulle prestazioni energetiche dell’edificio.

Se gli infissi sono vecchi o se le prestazioni non si rivelano all’altezza, la soluzione migliore è sostituirli: anche in questo caso è bene effettuare un check-up regolare, controllandone stabilità, chiusura, guarnizioni e presenza di eventuali spifferi. Questo controllo va fatto a intervalli regolari e qualche mese prima dell’inizio dell’inverno, in modo da poter intervenire per tempo (i tempi di produzione di infissi su misura possono essere molto lunghi).

Controllo del tetto

Il tetto, al pari della facciata protegge la casa dagli eventi atmosferici e la ripara dal sole nei mesi estivi, assicurandoci l’adeguato comfort interno. Il rifacimento del tetto è un’opera edile drastica da effettuarsi solo in caso di danni importanti, ma la manutenzione ordinaria e piccole riparazioni possono metterci al riparo da guai molto più seri (e dispendiosi).

Il controllo al giorno d’oggi può anche essere fatto mediante un drone che potrà darci immagini in alta definizione dello stato delle tegole e dei coppi, nel caso si tratti un tetto spiovente. In caso di tetti facilmente accessibili (in piano, come terrazze o lastrici solari calpestabili) si può ispezionare visivamente accertando assenza di distaccamenti o rigonfiamenti della guaina.

È importante tenere sotto controllo anche il sistema di smaltimento delle acque piovane, garantendone la pulizia e il funzionamento ottimale, per evitare intasamenti, infiltrazioni e ristagni che possono compromettere l’integrità della casa. Un altro nemico del tetto è il ghiaccio, che si può formare se il tetto non ha una pendenza adeguata e può compromettere il regolare defluire delle acque e provocare la formazione di muffe e umidità.

Isolamento e coibentazione degli impianti

La coibentazione è importante per le facciate e il tetto di una casa, ma è necessario prestare particolare attenzione anche agli impianti idraulici e idrotermici. Il freddo e le eventuali temperature prossime allo zero, infatti, possono essere un pericolo per le tubature posizionate all’esterno e provocare danni ingenti.

Quando l’acqua dentro a un tubo congela, infatti, può ostacolare il corretto funzionamento dell’impianto (e nei casi più estremi, spaccare i tubi). Il rischio è maggiore negli edifici che non sono abitati con continuità (ad esempio le seconde case, specialmente quelle in montagna o in zone particolarmente esposte a temperature rigide). Per questo è importantissimo, in queste abitazioni, chiudere sempre l’acqua e svuotare l’impianto idraulico, in modo da evitare che l’acqua contenuta nei tubi possa congelare e provocare la rottura dei tubi. Una soluzione preventiva è la predisposizione di un’adeguata coibentazione delle tubazioni degli impianti, l’uso di liquidi antigelo o di cavi e nastri scaldanti per proteggere le tubazioni.

Sistema di riscaldamento

Una volta resa “impermeabile” la casa agli agenti esterni, arriva il momento di riscaldarla. La presenza di vecchie caldaie o di sistemi di riscaldamento inefficienti è uno dei principati fattori di innalzamento della spesa energetica familiare. Sostituire il vecchio impianto con uno moderno, sostenibile e ad alta efficienza è particolarmente conveniente, anche grazie alla disponibilità di numerosi bonus fiscali messi a disposizione dal Governo anche nel 2023.

Vuoi preparare la tua casa all’inverno?

Preparare la casa per l’inverno richiede un po’ di pianificazione e impegno, ma gli sforzi saranno ampiamente ripagati con un ambiente confortevole e sicuro nei mesi freddi. Se vuoi ristrutturare la tua casa in Sardegna in vista della stagione invernale contattaci per un preventivo o per un sopralluogo.

 

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Umidità in casa: come risolvere definitivamente il problema?

L’autunno è iniziato da circa un mese anche se le temperature, in questo fine ottobre del 2023, sono rimaste pressoché estive fino agli ultimi giorni. Con la fine del caldo però, diminuisce il tempo di apertura delle finestre e torna anche il problema dell’umidità in casa, fastidioso e di difficile risoluzione in molte aree della Sardegna, soprattutto in case molto vecchie oppure realizzate senza le opportune misure preventive.

I sintomi dell’eccessiva umidità di un edificio possono essere la condensa sulle finestre, la muffa sulle pareti o sui mobili, la pittura sulle pareti che presenta bolle o scrostature. Si tratta di difetti che compromettono l’estetica dell’abitazione ma soprattutto che mettono a rischio la salubrità degli ambienti domestici e non  sempre è facile trovare una soluzione definitiva al problema: il punto di partenza, comunque, è cercare di capire le cause dell’umidità per poter intervenire con gli opportuni rimedi.

L’eccessiva umidità sulle pareti o sul soffitto può avere diversi fattori scatenanti: potrebbe trattarsi di condensa che si forma per un’areazione insufficiente degli ambienti, oppure potrebbe trattarsi di umidità da risalita dal terreno, oppure di infiltrazioni di acqua piovana da fessure nei muri esterni o dal tetto.

Le conseguenze – sul lungo periodo – possono diventare di tipo strutturale, con danni anche molto evidenti alla casa (bolle d’aria sotto la pittura, muri scrostati, intonaco danneggiato, battiscopa allentati, presenza di aloni scuri sulle pareti, etc). Ma come detto poc’anzi, l’umidità influisce moltissimo anche sulla salubrità dell’aria. Le muffe che prosperano in ambienti umidi diffondono nell’aria spore che possono causare problemi respiratori, irritazioni e allergie. Una ambiente domestico umido rappresenta un rischio maggiore per le persone sensibili che soffrono di malattie croniche o che hanno un sistema immunitario debole, come gli anziani.

I segnali di una casa troppo umida

Ci sono dei segnali che possono metterci in allerta. Imparare a riconoscerli è importante, perché è fondamentale intervenire tempestivamente alla causa del problema, prima di dover affrontare guai peggiori. Tra i sintomi più facilmente riconoscibili annoveriamo:

  • macchie nere di muffa o depositi di salnitro sulle pareti o sul soffitto;
  • condensa sui vetri persistente;
  • odore di muffa;
  • pittura scrostata, carta da parati gonfia, intonaco danneggiato;
  • macchie di umidità scolorite sulle pareti;
  • battiscopa allentati, danneggiamento o scolorimento del rivestimento del pavimento;
  • goccioline negli angoli della stanza.

Se qualcuno di questi “segnali visivi” è presente in una casa, è consigliabile contattare un professionista il prima possibile, per valutare le possibili soluzioni e intervenire rapidamente, prima che i danni diventino insanabili. Bisogna infatti tenere a mente che le cause possono essere molteplici e le soluzioni “fai-da-te” spesso nascondono il problema estetico, senza risolvere la criticità alla base.

Umidità in casa: tipologie e soluzioni

Esistono diverse strategie, in base alle cause dell’eccessiva umidità, per risolvere definitivamente il problema. Il fattore più importante è l’adeguata ventilazione delle stanze, anche di quelle senza finestre (ad esempio, un bagno cieco). Nei casi in cui sia impossibile l’areazione naturale, è bene prevedere un sistema di ventilazione. Anche un condizionatore moderno, in modalità “deumidificatore” aiuta sensibilmente a ridurre il livello di umidità domestico. Tra i comportamenti sconsigliati, invece, c’è l’abitudine di stendere panni ad asciugare dentro casa, docce molto lunghe che producono quantità importanti di vapore acqueo e il mancato utilizzo delle cappe in cucina.

In base alla posizione e alla tipologia dell’umidità, è possibile risalire alle cause e mettere in atto delle contromosse efficaci.

Se l’acqua piovana entra in casa dalle pareti si parla di infiltrazioni. La soluzione è quella di impermeabilizzare la facciata, riparando eventuali crepe ed effettuando un trattamento con un rivestimento trasparente idrorepellente. Se la facciata ha già subito danni molto importanti, potrebbe essere necessario un intervento di ripristino o un rivestimento della facciata con materiali impermeabili.

Se si tratta di umidità da risalita capillare si può iniettare un gel idrorepellente nelle pareti. La barriera chimica (o taglio chimico, in contrapposizione al taglio fisico che prevede un vero e proprio taglio nel muro per permettere l’inserimento di una guaina o lastra impermeabilizzante) viene formata iniettando del liquido impregnante che forma nel muro uno strato idro-repellente che blocca, respingendola, l’acqua in risalita.

Se si tratta di umidità da condensa, significa che l’areazione della stanza è insufficiente. La soluzione a costo zero è quella di aprire in maniera naturale e costante le finestre: se ciò non si rivelasse sufficiente è consigliabile l’installazione di un sistema di ventilazione forzata e purificazione dell’aria.

Può anche capitare che l’umidità in eccesso derivi da una perdita dell’impianto idraulico. In questi casi le macchie sulle pareti e la muffa sono circoscritte e in corrispondenza del passaggio di un tubo. In questi casi, un idraulico potrà aiutarvi a risalire al punto esatto della rottura: non sempre è necessario rompere pareti e pavimenti, quindi i costi potrebbero essere comunque contenuti, se si interviene tempestivamente.

Vuoi risolvere il problema dell’umidità in casa?

L’umidità in casa è un problema comune, ma risolvibile se affrontato nei tempi e nei modi corretti. Se abiti in Sardegna e vuoi risolvere definitivamente il tuo problema contattaci per un preventivo o per un sopralluogo.

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Inverno

Lavori in casa: 6 mosse per preparare la casa all’inverno imminente

Preparare la nostra abitazione all’inverno può essere un compito arduo: per questo è fondamentale adottare per tempo una serie di misure per garantire comfort, sicurezza e efficienza energetica durante tutta la stagione fredda. Con l’inverno in avvicinamento (e con il caldo che finalmente lascerà spazio a piogge, temperature più basse, umidità) arriva anche il momento di programmare e realizzare un piano di azione per rendere la nostra casa un rifugio accogliente e caloroso per noi e la nostra famiglia.

In questo articolo esploreremo sei mosse essenziali per preparare la casa all’inverno e cercheremo di fornirvi alcuni consigli e suggerimenti per affrontare la stagione fredda in serenità. Dalla cura dei sistemi di riscaldamento all’isolamento termico, dalla manutenzione delle strutture esterne all’ottimizzazione dell’illuminazione, vi guideremo attraverso un processo di preparazione completo, affinché la vostra casa sia pronta ad accogliere l’inverno con il giusto calore.

1. Realizzare un cappotto termico

Come dice il nome stesso, il cappotto termico è un’opera edile in grado di isolare l’edificio dall’ambiente esterno, garantendo un’ottimizzazione e un efficientamento energetico che si traducono, infine, in un notevole risparmio nella bolletta elettrica e del gas. Il cappotto termico esterno è composto da lastre, affiancate e posate come “piastrelle” sulle pareti esterne di un edificio. Ogni lastra è composta da più strati di materiali isolanti, che possono essere biologici o sintetici. I materiali biologici più utilizzati per creare il cappotto termico sono la fibra di legno, la fibra di vetro, il sughero e la lana di roccia.  Tra i materiali sintetici annoveriamo il poliuretano estruso, il poliuretano espanso e il PVC.  I materiali sintetici hanno solitamente un costo minore ma anche una resa minore rispetto a quelli naturali: oltre all’isolamento termico, infatti, bisogna valutarne anche il più rapido degrado nel tempo e l’isolamento acustico inferiore rispetto alle fibre naturali.

2. Impermeabilizzazione di terrazzi e balconi

L’autunno e l’inverno portano in dote anche le piogge: per questo motivo aumenta la possibilità di infiltrazioni, un pericolo per qualsiasi abitazione perché portano alla creazione di umidità e muffe (contaminando la salubrità dell’aria), e se trascurato può diventare un problema più grave che può danneggiare l’intonaco e col tempo anche la struttura dell’edificio. L’impermeabilizzazione dei terrazzi e dei balconi è sicuramente una priorità. Esistono anche soluzioni poco invasive come speciali vernici impermeabilizzanti da applicare direttamente sopra la pavimentazione.

3. Rifare l’isolamento del tetto

Un altro elemento da controllare prima di addentrarsi nell’inverno è la copertura della casa, essendo questa una superficie particolarmente esposta agli agenti atmosferici. Se non sono stati eseguiti interventi da diverso tempo è bene fare un controllo per accertarsi che non sia necessario eseguire qualche riparazione. Se è un tetto non isolato in questa occasione si potrebbe investire nella trasformazione in un tetto coibentato o in un tetto ventilato, entrambi in grado di migliorare notevolmente le prestazioni di efficienza energetica dell’edificio.

4. Sostituire gli infissi più vecchi

Uno dei problemi più comuni che comportano un isolamento termico scadente è sicuramente la qualità dei serramenti. Quelli più vecchi possono lasciar passare spifferi, con un abbassamento delle temperature all’interno della casa. Gli infissi più moderni sono realizzati in modo da assicurare un buon isolamento termico durante tutto l’anno, in particolare quelli in PVC e quelli in alluminio con profilo a taglio termico. Molto importante anche la tipologia del vetro e la qualità: ormai la lastra singola è stata abbandonata in favore di due o tre lastre di vetro. Il vetro doppio è costituito da un vetro esterno semplice o stratificato, da un’intercapedine chiamata camera (e perciò detto anche “vetrocamera”) e da un vetro esterno. Il doppio vetro altro non è quindi che un vetro su cui vengono installate due lastre accoppiate e distanziate. Il vetro triplo ha le stesse caratteristiche di quello doppio ma oltre ad avere un vetro ed una camera in più ha subito un’ulteriore trattamento di bassa emissività.

5. Installare una stufa a pellet o una pompa di calore

Dopo aver isolato al meglio la casa dagli agenti esterni è necessario riscaldarla. Sul mercato ci sono diverse soluzioni: al netto delle oscillazioni dei mercati degli ultimi mesi, che comportano un rialzo del costo di tutti i combustibili e dell’energia elettrica, le due soluzioni migliori restano le stufe a pellet o le pompe di calore.

Le stufe a pellet hanno molti pregi che le rendono un’ottima scelta – anche di design, con modelli più moderni – per il riscaldamento domestico. Sono ecologiche (il pellet è naturale al 100%, rilasciano pochi residui dalla combustione e producono poco fumo. Un motivo per installare una stufa a pellet è la sua capacità di rendere la casa ancora più accogliente grazie alla magia della fiamma (laddove non viene più utilizzato il camino a legna, è un’ottima alternativa romantica).

I climatizzatori con pompa di calore oltre a raffrescare durante l’estate sono efficaci per riscaldare la casa durante l’inverno, optando per modelli dai consumi ridotti. Si possono usare in combinazione con altri sistemi di riscaldamento oppure, in zone dal clima particolarmente mite durante l’inverno, possono essere sufficienti ad alzare di qualche grado la temperatura di una stanza. Installare un condizionatore con pompa di calore è quindi una soluzione da considerare prima dell’arrivo dell’inverno per sostituire altri sistemi più ingombranti ed energivori.

6. Ottimizzare l’impianto di illuminazione

Con i giorni più corti, l’illuminazione diventa cruciale per mantenere l’ambiente confortevole. Valutate l’installazione di lampade a risparmio energetico o lampade a LED, che riducono i costi energetici e durano più a lungo. Bisogna sempre tenere conto dei LUMEN necessari a illuminare ogni stanza in base all’area dell’ambiente stesso.

Ecco un piccolo schema generico che può essere d’aiuto per potere comprendere quanti lumen (massimali) occorrono con COLORI CHIARI delle superfici;
  • Ingresso: 160 lumen per mq, (esempio: ingresso 4 mq occorrono 640 lumen circa);
  • Corridoi: 125 lumen per mq (esempio: corridoio 10 mq occorrono 1250 lumen circa);
  • Cucina: 160 lumen per mq (esempio: cucina 20 mq occorrono 3200 lumen circa);
  • Soggiorno: 170 lumen per mq; (esempio soggiorno 30 mq occorrono 5100 lumen circa);
  • Camera da letto: 150 lumen per mq; (esempio camera da letto 20 mq occorrono 3000 lumen circa);
  • Bagno: 170 lumen per mq (esempio bagno 12 mq occorrono 2000 lumen circa );
  • Cameretta per bambini: 170 lumen per mq (esempio cameretta bambino 16 mq occorrono 2700 lumen circa);
  • Uffici: 185 lumen per mq (esempio ufficio 30 mq occorrono 5500 lumen circa);
In presenza di ambienti con colori scuri occorre aumentare questi valori di un 20% circa.

Vuoi preparare la tua casa all’inverno?

Preparare la casa per l’inverno richiede un po’ di pianificazione e impegno, ma gli sforzi saranno ampiamente ripagati con un ambiente confortevole e sicuro nei mesi freddi. Con queste sei mosse, potete affrontare l’inverno con serenità, sapendo di essere pronti per tutto ciò che la stagione ha in serbo. Se vuoi ristrutturare la tua casa in Sardegna in vista della stagione invernale contattaci per un preventivo o per un sopralluogo.

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Guasti e infortuni domestici: ecco perché è importante un impianto elettrico a norma

Da una recente indagine effettuata da esperti nel ramo dell’Edilizia è risultato che in Italia sono circa 12 milioni gli appartamenti dotati di impianti elettrici non a norma. Gli incidenti domestici e i guasti relativi al malfunzionamento degli impianti elettrici si aggirano intorno ai 45.000 casi ogni anno. Per questo motivo è fondamentale avere un impianto elettrico a norma, realizzato da professionisti con rilascio finale di tutte le certificazioni.

L’impianto elettrico è una delle componenti domestiche più importanti, ma anche quella che rappresenta una delle maggiori fonti di rischio. Conoscere le norme aiuta a valutare il grado di sicurezza della casa e a tutelare gli inquilini. Quando si parla di ristrutturazioni e di realizzazione di impianti elettrici civili, anche per uso domestico, occorre fare riferimento a precise normative che evitano il verificarsi di situazioni potenzialmente pericolose per persone e unità abitative. In questo articolo riassumeremo la norma CEI 64-8, attualmente in vigore in Italia.

Norma CEI 64-8

La norma di riferimento per la realizzazione di un impianto elettrico civile è la CEI 64-8. All’interno della norma è possibile reperire le prescrizioni di legge riguardanti il progetto, la messa in opera e la verifica degli impianti elettrici. Lo scopo di tutte le disposizioni è quello di realizzare un impianto corretto non solo dal punto di vista normativo, ma anche della sicurezza delle persone che abitano l’appartamento.

Dal 1° marzo 2019 è in vigore la Variante 5 della CEI 64-8, che rispetto alle varianti precedenti ha introdotto nuove linee guida che prevedono il percorso di allineamento delle norme nazionali degli impianti elettrici civili alle normative europee, oltre a introdurre le prestazioni minime di cui devono essere dotati gli impianti elettrici.

I livelli minimi delle dotazioni impiantistico-funzionali

I livelli rappresentati dalla normativa CEI 64-8 sono tre:

– nel Livello 1 rientra la predisposizione di un impianto elettrico provvisto delle dotazioni minime obbligatorie, per la conformità ai sensi della CEI 64-8; inoltre, in tal modo verrà data una garanzia circa la sicurezza dello stesso e la sua (seppur minima) funzionalità;

– nel livello 2 rientrano gli impianti realizzati con un numero maggiore di prese di corrente e di circuiti, oltre al citofono e ai dispositivi di controllo dei carichi elettrici;

– al livello 3, infine, vengono inseriti gli impianti innovativi, cioè quelli scomposti in diverse sezioni e dotati, magari, anche di domotica.

Questa ripartizione delle dotazioni degli impianti elettrici è utile non solo all’elettricista che dovrà realizzare il progetto e rilasciare la certificazione di conformità, ma anche al committente il quale, avendo chiari i vari livelli, potrà operare una scelta sul tipo di intervento da far svolgere al professionista.

Ecco una semplice schematizzazione per ogni livello, con l’indicazione delle dotazioni minime che l’elettricista dovrà installare.

Livello 1

Il Primo Livello rappresenta un impianto elettrico di base, che l’elettricista predisporrà per far si che l’appartamento possa essere dotato di certificazione di conformità , oltre a garantire i requisiti di sicurezza e fruibilità: la norma CEI 64-8 prevede che ogni stanza venga dotata di un numero minimo di dispositivi.

Per un appartamento di dimensioni inferiori ai 50 mq, l’elettricista dovrà predisporre un impianto elettrico a due circuiti: ciò significa che dal quadro generale dovrà partire un cavo che alimenta un magnetotermico / differenziale per la linea della luce (quindi i lampadari e le luci in generale) e un magnetotermico / differenziale per la linea delle prese.

Se l’appartamento è più grande rispetto al primo, ma non supera i 75 mq, i circuiti dovranno essere almeno tre: dal contatore generale, quindi, partiranno un magnetotermico / differenziale dedicato esclusivamente all’ambiente cucina e un magnetotermico / differenziale che a sua volta suddividerà la linea ad altri due magnetotermici / differenziali per la luce e per le prese.

Passando ai singoli dispositivi, in conclusione, nell’ingresso andranno previsti almeno una presa, un punto luce, stessa cosa per il corridoio e il ripostiglio. Per le camere da letto, a seconda della dimensione, occorreranno dalle 4 alle 6 prese, 1 o 2 punti luce e almeno una presa tv. Nella cucina, invece, potranno essere installare dalle 2 alle 4 prese (a seconda che vi sia cucina o angolo cottura) e almeno un punto luce e un punto antenna. In bagno risultano necessarie almeno 2 prese e 2 punti luce (uno per lo specchio e uno per il soffitto). Infine, andranno predisposti i punti luce esterni (uno per il balcone e uno sulla porta d’ingresso) e una presa per il telefono.

Livello 2

Il Secondo Livello rappresenta un impianto elettrico di base, maggiorato con sistemi antintrusione, allarmi e videocitofono.

Perciò, rispetto al primo livello avremmo un numero maggiore di prese e punti luce: per le camere da letto, a seconda della dimensione, verranno installate dalle 5 alle 8 prese, 2 o 3 punti luce e almeno una presa tv; nella cucina saranno presenti dalle 2 alle 6 prese (a seconda che vi sia cucina o angolo cottura), 2 punti luce e un punto antenna, mentre nel bagno la predisposizione è identica al livello base, quindi 2 prese e 2 punti luce.

Per quanto riguarda i circuiti, questi, a seconda della dimensione dell’appartamento, saranno minimo 3 (per aree fino ai 75 mq) e massimo 6 (per aree maggiori di 125 mq).

Livello 3

Il Terzo Livello è definito anche impianto domotico in quanto oltre a garantire una soluzione più completa sotto l’aspetto della funzionalità, della sicurezza e della protezione, prevede anche la gestione delle singole zone della casa, attraverso il controllo da remoto.

Un impianto elettrico civile domotico oltre a comprendere i dispositivi classici, quali prese e punti luce, vede la presenza di supporti di comunicazione atti al contrasto delle intrusioni di estranei in casa, della gestione e del controllo delle luci, della regolazione della temperatura degli ambienti e per la verifica dei carichi.

Inoltre, con un impianto di tale livello è possibile anche gestire ogni singolo ambiente, quindi, chiudere o aprire la tapparella di una stanza, spegnere e accendere la luce, diffondere la musica e collegare anche dispositivi di sicurezza quali i sistemi anti allagamento e di rilevazione fughe di gas.

Devi realizzare un nuovo impianto elettrico?

Per sciogliere qualsiasi dubbio ed evitare sorprese, prima di iniziare i lavori è sempre consigliabile affidarsi a dei professionisti esperti: se hai in programma la realizzazione di un nuovo impianto elettrico in Sardegna contattaci per un preventivo o per un sopralluogo.

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Isolare la casa da caldo e freddo: alla scoperta del cappotto termico

Perché si sente sempre più spesso parlare di cappotto termico e isolamento quando si parla di casa e delle relative temperature interne? In questo articolo cercheremo di rispondere alle domande più frequenti e capiremo perché al discorso è associato il tema dell’abbattimento della spesa energetica.

Il comfort domestico – unito alla sostenibilità ambientale – sarà un tema sempre più centrale, anche in edilizia. Per questo, anche nell’autunno e inverno del 2023-24 si parlerà spesso di isolamento termico, riduzione delle emissioni inquinanti e risparmio sui costi di riscaldamento degli edifici.

Cosa si intende per “cappotto termico”?

Uno dei metodi più efficaci per migliorare l’isolamento termico un edificio consiste nel rivestirlo con un rivestimento isolante: il principio è lo stesso per cui d’inverno indossiamo un cappotto per proteggerci dal freddo. Per questo motivo i sistemi compositi di isolamento termico esterno (ETICS, External Thermal Insulation Composite System) vengono anche definiti “sistemi a cappotto”.

Il cappotto termico non è altro che un rivestimento completo che viene fatto sugli edifici per garantirne da una parte la “protezione” dalle temperature esterne (freddo o caldo che sia), dall’altra, per evitare che la temperatura interna creata o non con sistemi di riscaldamento o condizionamento, non venga dispersa esternamente a causa del principio di trasmittanza.

Abbattimento della spesa energetica

La spesa per la gestione e il condizionamento climatico degli edifici rappresenta circa il 40% del consumo energetico totale europeo. Per migliorare l’efficienza energetica di una struttura edile, vecchia o nuova che sia, consumando quindi meno energia per la climatizzazione, la soluzione migliore è quella di rivestirla con un “cappotto”.

Cappotto termico interno

Il cappotto termico interno consiste nel disporre i pannelli isolanti, di spessore ridotto rispetto a quelli esterni, sulle pareti interne delle abitazioni. Questa è una pratica molto usata all’interno di edifici urbani, in cui è difficile intervenire sulle pareti esterne o per la coibentazione del tetto.

Tuttavia, dal momento che i pannelli sono posizionati all’interno della tua casa, gli spazi ne risulteranno ridotti in volume e l’applicazione potrà essere difficoltosa in alcune zone, come dietro grandi armadi o in cucina.

Cappotto termico esterno

Per realizzare un cappotto termico esterno, sulla facciata di un immobile vengono applicati una serie di elementi edili prefabbricati, da applicarsi direttamente sulle pareti esterne. Si crea infatti un rivestimento composto da adesivo, materiale isolante, fissaggi, rivestimento base, rinforzo (rete in fibra di vetro) e rivestimento finale con primer e/o pittura protettiva. Una volta terminato il lavoro di applicazione, l’edificio si presenta all’esterno come una normale costruzione intonacata che è dotata però di una “barriera isolante” in grado di ridurre la dispersione del calore interna attraverso i muri. Ne consegue, logicamente, un risparmio energetico notevole sui costi per il riscaldamento (elettricità, legna, pellet o altri combustibili).

L’isolamento a cappotto esterno è un tipo di applicazione diffusa, in particolare in piccoli edifici o in ville unifamiliari, ma è largamente usata anche per le facciate dei condomini. Il cappotto termico esterno ha notevoli vantaggi, come maggiore isolamento, prevenzione di danni alle pareti esterne, come crepe o muffa e la riduzione dei ponti termici, cioè le zone fredde causate da discontinuità costruttive.

Intonaco termoisolante esterno

L’intonaco termoisolante è  un’alternativa all’isolamento a cappotto che garantisce una buona riduzione dei ponti termici. Può essere applicato nei casi in cui l’isolamento non sia compatibile con i caratteri estetici e tecnologici delle facciate. Il materiale è costituito da una malta premiscelata a base di inerti leggeri, leganti idraulici e speciali resine additivanti che migliorano le proprietà termiche dell’intonaco tradizionale. I vantaggi dell’intonaco termoisolante è  la rapidità di posa, ma ha un potere isolante inferiore rispetto all’isolamento a cappotto, a causa della maggiore conducibilità termica dei materiali impiegati. Risulta comunque necessario applicare strati di intonaco con spessori pari ad almeno 4-6 centimetri.

Quali materiali isolanti vengono usati per l’isolamento a cappotto?

A seconda delle esigenze personali si può scegliere tra diversi materiali per l’isolamento. Nella scelta, è importante basarsi non solamente sul prezzo, ma anche e soprattutto sulla loro qualità. E sulle loro caratteristiche rispetto all’esigenza dell’edificio da “proteggere” e dal tipo di clima presente. Importanti poi le loro peculiarità: conduttività termica, traspirabilità (per evitare si crei condensa all’interno dell’edificio), resistenza di diffusione al vapore, atossicità, durevolezza e resistenza al fuoco.

Esistono principalmente due tipi di materiali usati: quelli sintetici e quelli naturali/minerali.

Materiali di tipo sintetico

Tra i materiali sintetici più utilizzati troviamo il polistirene, espanso o estruso (ESP e XPS) e il PVC. Questi materiali hanno un costo inferiore rispetto a quelli naturali e hanno ottime caratteristiche isolanti.

Materiali di origine naturale

L’alternativa ecologica è sempre possibile: si può prevedere un cappotto in sughero oppure in canapa rivestita e intonacata, oppure in lana di pecora. Esistono anche pannelli di origine naturale, come quelli in fibra di legno o vetro, sughero e lana di roccia. Questi materiali non solo sono ottimi isolanti termici, ma anche acustici. Tuttavia, possono essere più costosi perché richiedono tempi di lavorazione più lunghi.

L’isolamento termico mediante cappotto, se eseguito a regola d’arte da aziende specializzare come Global, consente notevoli risparmi energetici, con benefici economici e ambientali, e offre tutta una serie di altri vantaggi per la salute dell’edificio e per il benessere di chi lo abita.

Cappotto termico e detrazioni fiscali

Su questo tipo di interventi è possibile beneficiare di importanti incentivi statali: per la realizzazione di un cappotto termico sulla propria abitazione spetta una detrazione pari al 65% (per una spesa massima di 60.000 euro). Nel limite di detrazione bisogna considerare anche le spese per infissi isolanti, che però beneficiano della detrazione al 50%.

Un motivo in più per programmare fin da ora i tuoi lavori di ristrutturazione: se hai in programma lavori di realizzare il cappotto termico sulla tua casa in Sardegna contattaci per un preventivo o per un sopralluogo in tutta l’Isola.

 

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