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Perché la certificazione ISO 9001 è importante?

La Global Società Cooperativa Sociale è un’azienda certificata UNI EN ISO 9001:2015. Questa certificazione consente alla nostra impresa di dimostrare di aver adottato dei requisiti legati ai sistemi di gestione per la qualità: in particolare su processi produttivi, politiche aziendali, comportamenti documentati e finalizzati alla realizzazione di servizi di alta qualità, con particolare attenzione al soddisfacimento delle esigenze dei clienti.

La norma ISO 9001 ha dunque la finalità di fornire delle linee guida da applicare in azienda, che abbiano come finalità quella di garantire servizi di qualità certificabile, in maniera continuativa nel tempo. Le imprese certificate ISO 9001 devono infatti sottoporsi a verifiche periodiche per garantire, nel tempo, di soddisfare i stringenti requisiti dello standard.

Il vantaggio principale per Global Società Cooperativa Sociale nell’applicazione di uno standard di gestione della qualità è legato al miglioramento dei processi produttivi e dei prodotti. Questi cambiamenti apportati dalla ISO 9001 (conseguita dall’azienda con verifica ispettiva effettuata dall’organismo certificatore KIWA CERMET per la prima volta in data 18/04/2013) non solo ottimizzano le attività svolte in azienda, rendendole anche al contempo più sicure per i lavoratori, ma consentono di consegnare lavori in grado di soddisfare pienamente i clienti finali.

I sette principi della ISO 9001

Alla base della norma ISO 9001 vi sono dei principi considerati fondamentali per l’esecuzione di un buon sistema di gestione della qualità. Essi sono applicabili a qualsiasi azienda, di qualsiasi settore:

  1. Orientamento al cliente, quindi comprensione delle sue necessità, ma anche comunicazione e misurazione continua del suo grado di soddisfazione

  2. Leadership, in quanto i massimi livelli di gestione devono essere coinvolti nell’ottica di miglioramento in modo da condurre l’impresa verso il successo

  3. Coinvolgimento delle persone, in modo che tutti coloro che svolgono un ruolo all’interno dell’azienda producano valore

  4. Approccio per processi, ossia migliorare un sistema a partire dal miglioramento dei micro processi

  5. Migliorare sotto molti aspetti per mantenere una certa competitività sul mercato

  6. Basare le decisioni sull’analisi e sulla valutazione dei dati per pianificare e valutare i miglioramenti che possono condurre l’azienda verso il raggiungimento dei suoi obiettivi

  7. Interazione con le parti interessate in modo da gestire al meglio le relazioni, in un’ottica di partnership.

Rispettare questi requisiti significa migliorare i processi produttivi, le relazioni con fornitori e collaboratori, ma anche la comunicazione con il pubblico e di conseguenza aumentare le possibilità di successo dell’azienda mantenendola sempre competitiva sul mercato.

I vantaggi per i clienti della Global 

I vantaggi di affidarsi a una ditta certificata (oltre alla  UNI EN ISO 9001:2015, Global ha ottenuto anche la certificazione UNI EN ISO 14001:2015 e l’attestazione SOA, di cui parleremo in ulteriori approfondimenti) sono molteplici anche per i clienti. Infatti è garantita la qualità dei processi produttivi (si pensi, nel campo dell’edilizia, all’importanza della garanzia di buona esecuzione dei lavori e del controllo dei processi, tutto certificato e documentabile) e in qualsiasi momento, se necessario, si possono prendere decisioni più efficaci e oggettive, in quanto basate sulla lettura di dati reali, sempre nell’ottica del pieno soddisfacimento delle richieste del cliente e delle normative vigenti.

L’azienda certificata viene inoltre sottoposta a delle verifiche ispettive periodiche, per verificare la conformità dei processi, studiare eventuali azioni correttive e produrre tutta la documentazione necessaria al mantenimento nel tempo della certificazione. In ogni momento il cliente può essere sicuro di essere tutelato e seguito da professionisti che lavorano secondo i più stringenti standard internazionali di qualità.

Vuoi affidarti a un’azienda certificata UNI EN ISO 9001:2015?

Vogliamo lavorare garantendo sempre la massima qualità e con la massima professionalità. Se anche tu condividi questi valori con noi, affida i tuoi progetti a Global: se vuoi costruire o ristrutturare la tua casa in Sardegna oppure se hai bisogno di uno dei nostri servizi puoi contattaci subito per un preventivo o per un sopralluogo in tutta l’Isola.

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Global tutela l’ambiente grazie alla certificazione UNI EN ISO 14001:2015

Global Società Cooperativa Sociale è da sempre un’azienda interessata a raggiungere e dimostrare un buon livello di condotta nei confronti dell’ambiente, controllando l’impatto di attività, prodotti e servizi sulla Natura. Per questo la nostra impresa ha deciso di adottare ufficialmente una politica ambientale certificabile, grazie a obiettivi di salvaguardia orientati a stimolare la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

Esistono infatti norme internazionali che hanno lo scopo di fornire alle organizzazioni i fondamenti di un sistema efficace di gestione ambientale che, integrati con le altre esigenze proprie di ogni realtà produttiva, aiutino le organizzazioni a raggiungere i loro obiettivi ambientali ed economici.

La UNI EN ISO 14001:2015 specifica i requisiti di un tale Sistema di Gestione Ambientale.

Un sistema di questo genere permette ad ogni organizzazione di:

  • identificare gli impatti ed i rischi ambientali e le correlate opportunità di miglioramento
  • garantire l’ottemperanza alle prescrizioni legali di carattere ambientale d’interesse dell’Organizzazione stessa
  • testimoniare all’esterno l’impegno nei confronti dell’ambiente e della collettività
  • ottenere semplificazioni amministrative e i benefici fiscali della certificazione ambientale volontaria
  • ottenere vantaggi di immagine e la riduzione dei costi legati ad un migliore uso delle risorse naturali impiegate nei processi produttivi
  • ottenere vantaggi interni legati a una migliore gestione degli aspetti ambientali ed un maggiore coinvolgimento del personale

Dopo dieci anni dal conseguimento della nostra prima certificazione, quella di Qualità, la Global ha dunque deciso di potenziare il proprio sistema di qualità aziendale in ottica ambientale. Per questo, è stato implementato al Sistema di Gestione Qualità, un Sistema di Gestione Ambientale in conformità alle prescrizioni contenute nella norma ISO, adottandone quindi norme e principi e rispettandone obiettivi ed obblighi di conformità per il raggiungimento degli obiettivi ambientali.

La certificazione di conformità alla ISO 14001, oltre ad essere un indubbio elemento discriminante nelle scelte odierne e future dei consumatori, dimostra l’impegno concreto di Global Società Cooperativa Sociale nel limitare gli impatti sull’ambiente circostante delle proprie attività produttive.

La nuova edizione della Norma ISO 14001:2015 è integralmente sovrapponibile con le prescrizioni dei più diffusi schemi certificabili (ad esempio la ISO 9001, la SOA, etc), consentendo una più agevole integrazione tra i vari Sistemi di gestione.

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Ristrutturazione bagno con detrazione al 75% grazie al Bonus Barriere Architettoniche

Il Bonus Barriere Architettoniche 75%, introdotto nel 2022 e prorogato fino al 31 dicembre 2025, può essere richiesto da tutti i cittadini che dimostrano di aver sostenuto spese per interventi mirati all’abbattimento delle barriere architettoniche nelle civili abitazioni.

Una delle casistiche più comuni e che forse non tutti conoscono, è che questa particolare agevolazione può essere sfruttata anche per la ristrutturazione di un bagno esistente e non rispondente alle attuali normative di accessibilità degli edifici. Molti bagni più vecchi, infatti, non rispondono alle più recenti normative che regolano spazi e distanze all’interno dei bagni affinché siano utilizzabili senza problemi anche per chi deve manovrare una carrozzina.

Bonus Barriere Architettoniche 75%

Una barriera architettonica è un qualsiasi ostacolo fisico che impedisce la fruibilità degli spazi ad una persona con ridotte o limitate capacità motorie, sia in ambito pubblico che privato.

Il Bonus Barriere Architettoniche 75% copre le spese di interventi come:

  • Sostituzione di finiture (pavimenti, porte, infissi esterni, terminali degli impianti);
  • Rifacimento o adeguamento di impianti tecnologici (servizi igienici, impianti elettrici, citofonici, impianti di ascensori);
  • Rifacimento di scale ed ascensori;
  • Inserimento di rampe interne ed esterne agli edifici;
  • Installazione di servoscala o di piattaforme elevatrici.

Il Bonus Barriere Architettoniche, come anticipato, prevede come spesa agevolabile anche la ristrutturazione del bagno in edifici esistenti, purché sia qualificabile come mirato all’abbattimento delle barriere come indicato dalla Circolare n. 17/E del 26 giugno 2023. Non sono ammessi i lavori eseguiti su immobili in fase di costruzione o su edifici oggetto di demolizione e ricostruzione, a prescindere dal fatto che l’intervento rientri o meno nella categoria della “ristrutturazione edilizia”.

Ristrutturazione del bagno

Tra le spese detraibili per la ristrutturazione del bagno, si va dalla sostituzione di pavimenti, delle porte (e relative opere murarie se necessarie) e degli infissi, fino alla sostituzione degli impianti (sia idraulico che elettrico) e dei sanitari.

Devi ristrutturare il tuo bagno?

Per sciogliere qualsiasi dubbio ed evitare sorprese, prima di iniziare i lavori è sempre consigliabile affidarsi a un professionista esperto per valutare tutta la documentazione necessaria. Mettere la propria casa in mano a un progettista affidabile prima, e a una ditta esperta poi, ridurrà al minimo il rischio di errori o intoppi burocratici.

Se hai in programma lavori di ristrutturazione della tua casa in Sardegna contattaci per un preventivo o per un sopralluogo in tutta l’Isola.

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Bonus Ristrutturazione, tutti gli interventi ammessi: ecco la lista completa

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Vetrate panoramiche scorrevoli: è possibile installarle senza permessi?

Con la fine dell’estate e con l’arrivo delle prime serate più fresche, capita a tutti di fantasticare su come chiudere gli spazi esterni della propria casa (ad esempio verande, portici e balconi) e continuare viverli appieno tutto l’anno.

Delimitare un’area esterna con delle vetrate permette infatti di sfruttare gli spazi esterni anche in autunno e soprattutto in inverno, quando il freddo costringe le persone a tenere le imposte chiuse per evitare eccessive dispersioni di calore e si perdono preziosi metri quadrati della propria abitazione. Chiudendo un balcone o un porticato con delle vetrate scorrevoli, invece, si incrementa la superficie “vivibile” della casa con qualsiasi condizione atmosferica.

Le vetrate panoramiche rappresentano una delle soluzioni più ricercate e di design degli ultimi anni: non solo proteggono dal vento e dalle intemperie, ma abbattono le temperature esterne più severe, creando un ottimo isolamento termico e acustico. Vivibilità e abitabilità però sono nozioni differenti in edilizia, per cui bisogna fare degli opportuni distinguo prima di procedere con l’installazione di una vetrata scorrevole: infatti, la distanza tra i due concetti è uguale a quella che separa la necessità di richiedere un permesso di costruzione rispetto a un più semplice intervento in libera edilizia. 

I parametri di riferimento che determinano l’esigibilità del permesso di costruire – nel caso di una vetrata – sono la stabilità costruttiva, il peso e la grandezza della struttura da installare, la modifica degli spazi su cui verranno installate le vetrate, oltre alle norme locali (vincoli paesaggistici o altri vincoli comunali o regionali).

Per questi motivi è quindi suggeribile rivolgersi sempre a tecnici abilitati che possano verificare la presenza dei requisiti minimi necessari al fine di ottenere i giusti permessi ed evitare sanzioni.

Vetrate panoramiche amovibili: definizione e requisiti

La legge 142/2022 di conversione del Decreto Legge 115/2022 cd. “Aiuti bis”, in vigore dal 22 settembre 2022, ha introdotto l’art. 33-quater, che include, fra gli interventi eseguibili in libera edilizia, anche la realizzazione e l’installazione di vetrate panoramiche, le cosiddette VEPA.

Le vetrate panoramiche amovibili, come suggerisce il nome stesso, sono delle particolari vetrate scorrevoli realizzate con vetro temperato che possono essere installate per chiudere il balcone di casa senza necessità di autorizzazioni. Queste vetrate non hanno alcun montante verticale (in modo da garantire totale trasparenza).

Per poter essere definite vetrate panoramiche amovibili occorre quindi il rispetto di tutta una serie di requisiti vincolanti:

  • devono essere amovibili e totalmente trasparenti senza profili verticali;
  • devono assolvere funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, di miglioramento delle prestazioni acustiche ed energetiche, di riduzione delle dispersioni termiche, di parziale impermeabilizzazione;
  • devono riguardare solo balconi aggettanti dal corpo dell’edificio o logge rientranti all’interno dell’edificio.

Le vetrate panoramiche amovibili, inoltre, per essere installabili in regime di edilizia libera devono rispettare anche altre precise condizioni:

  • non devono dare vita a spazi stabilmente chiusi (con conseguente variazione di volumi e di superfici);
  • non devono comportare la modifica della destinazione d’uso di balcone o loggia;
  • devono fornire una naturale micro-aerazione e garantire un costante arieggiamento dei vani interni domestici per la salubrità degli stessi.
  • le caratteristiche tecnico-costruttive e i profili estetici non devono modificare l’architettura generale del condominio.

L’installazione delle vetrate panoramiche amovibili resta comunque soggetta al rispetto di ulteriori prescrizioni normative tra cui:

  • le prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali;
  • le normative in tema di vincoli paesaggistici e culturali;
  • disposizioni nel regolamento condominiale.

Che differenza c’è tra vetrata amovibile e veranda?

La veranda è una struttura che consente la realizzazione di un ambiente chiuso da annettere all’abitazione. La veranda comporta dunque la trasformazione completa di un’area accessoria aperta, il balcone, in uno spazio chiuso abitabile. Per questo motivo, aumentando il volume complessivo dell’immobile, nel caso della veranda – a differenza delle vetrate amovibili – risulta obbligatoria la richiesta di permesso di costruzione.

Le vetrate panoramiche donano il massimo della luminosità e del comfort, possiedono un’elevata resistenza a tutte le intemperie. L’assenza di profili verticali e la struttura in alluminio ridotta consentono la continuità tra interno ed esterno, non andando ad appesantire la facciata esterna dell’edificio: le ante scorrono su binari e in base alla soluzione scelta è possibile impacchettarle su un lato, lasciando l’ambiente completamente aperto quando il meteo lo consente. L’effetto tutto vetro che ne deriva permette alle vetrate panoramiche di regalare il massimo della luce agli ambienti interni e di dare quel tocco di stile che valorizza al massimo una casa.

Vuoi valorizzare gli spazi aperti della tua casa?

Per qualsiasi dubbio, è sempre consigliabile consultare un professionista esperto per valutare tutta la documentazione necessaria prima di iniziare i lavori. Mettere la propria casa in mano a un progettista affidabile prima, e a una ditta esperta poi, ridurrà al minimo il rischio di errori o intoppi burocratici.

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Livella

Bonus Ristrutturazione, tutti gli interventi ammessi: ecco la lista completa

Tramite il Bonus Ristrutturazione è possibile ristrutturare completamente un’unità abitativa, con detrazione del 50%, fino al 31 dicembre 2024 con la possibilità di demolire e ricostruire interamente l’immobile. L’agevolazione è valida per gli interventi che si possono conseguire in diversi scenari: dal restauro alla ristrutturazione, dall’acquisto alla ricostruzione, dal risparmio energetico fino all’abbattimento delle barriere architettoniche.

In questo articolo esamineremo tutte le categorie di interventi ricomprese nel Bonus Ristrutturazione.

Manutenzione ordinaria

Sono lavori di manutenzione ordinaria quelli volti alle riparazioni, al rinnovamento o alla sostituzione delle finiture degli edifici. Rientrano qui inoltre i lavori necessari ad integrare e mantenere efficienti gli impianti tecnologici esistenti. Ecco alcuni esempi di interventi ammessi al bonus:

  • Sostituzione integrale o parziale di pavimenti, con relative opere di finitura e conservazione;
  • Riparazione di impianti per servizi accessori (impianto idraulico);
  • Impianto per lo smaltimento delle acque bianche e nere;
  • Spurgo e pulizia delle fosse biologiche;
  • Sostituzione integrale/parziale di rivestimenti e tinteggiature di prospetti esterni, senza apportare modifiche ai preesistenti oggetti, ornamenti, materiali e colori;
  • Rifacimento intonaci interni e tinteggiatura;
  • Rifacimento pavimentazioni esterne e manti di copertura, senza apportare modifiche ai materiali;
  • Sostituzione tegole e altre parti accessorie deteriorate a causa dello smaltimento delle acque, con anche il rinnovo delle impermeabilizzazioni;
  • Riparazioni di balconi e terrazze, con impermeabilizzazione e relative pavimentazioni;
  • Riparazione delle recinzioni;
  • Sostituzione di elementi di impianti tecnologici;
  • Sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande, senza apportare modifiche alla tipologia di infisso.

Manutenzione straordinaria

La manutenzione straordinaria interessa tutte quelle opere edilizie che hanno lo scopo di migliorare e rinnovare parti dell’immobile, riguardanti la stessa struttura, purché non ci siano modifiche alla volumetria e alla destinazione d’uso. Rientrano nella definizione i lavori di rinnovo e modifica, nonché con l’esecuzione di lavori volti a consentire l’agibilità dell’edificio o l’accesso allo stesso, purché non ci siano modifiche planimetriche, tipologiche, di superficie, di volumetria, di destinazione d’uso e purché non venga pregiudicato il decoro architettonico dell’immobile.

  • Sostituzione di infissi esterni, serramenti e persiane, con possibili modifiche ai materiali o alla tipologia di infisso;
  • Realizzazione e adeguamento di opere accessorie e pertinenziali, nonché realizzazione di volumi tecnici (quali centrali termiche, impianti di ascensori, scale di sicurezza, canne fumarie) senza apportare modifiche che comportino aumenti di volumi o di superfici utili;
  • Realizzazione ed integrazione di servizi igienico-sanitari, senza modifiche a volumi e superfici. Sono comprese anche le opere relative alla costruzione della rete fognaria fino alla rete pubblica, realizzati con opere interne o esterne;
  • Sostituzione della caldaia, in quanto componente essenziale dell’impianto di riscaldamento;
  • Realizzazione di chiusure o aperture interne, senza apportare modifiche allo schema distributivo delle unità immobiliari e dell’edificio;
  • Consolidamento delle strutture di fondazione e in elevazione;
  • Rifacimento di vespai e scannafossi;
  • Sostituzione di solai interpiano, senza apportare modifiche alle quote d’imposta;
  • Rifacimento di scale e rampe;
  • Realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate;
  • Sostituzione solai di copertura, con possibilità di modifica ai materiali preesistenti;
  • Sostituzione di tramezzi interni, senza apportare modifiche alla tipologia dell’unità immobiliare;
  • Realizzazione di elementi di sostegno di singole parti strutturali;
  • Ristrutturazione delle fognature, con possibilità di bonifica che terreno solo nel caso in cui l’intervento risultasse indispensabile secondo rigorose valutazioni tecniche e oggettive;
  • Installazione di addolcitori di acqua domestici, ma solo nel caso in cui l’opera dovesse comportare delle modifiche strutturali che comprendono lavori di manutenzione straordinaria.

Restauro e risanamento conservativo

Si tratta di tutti quei lavori volti alla conservazione e al consolidamento degli immobili già esistenti al fine di garantire la resistenza della struttura e l’efficienza delle funzionalità, ma rispettandone gli elementi tipologici, formali e strutturali. Rientrano nel restauro e risanamento conservativo, ad esempio, le seguenti tipologie di intervento:

  • I lavori di consolidamento;
  • Il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio;
  • L’inserimento di elementi accessori e di impianti, richiesti per esigenza d’uso;
  • L’eliminazione di elementi estranei all’organismo edilizio;
  • Le modifiche tipologiche delle singole unità immobiliari per una più funzionale distribuzione;
  • L’innovazione delle strutture verticali e orizzontali;
  • Il ripristino dell’aspetto storico-architettonico di un edificio, anche mediante la demolizione di superfetazioni;
  • L’adeguamento delle altezze dei solai, nel rispetto delle volumetrie esistenti;
  • L’apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali.

Ristrutturazione edilizia

Anche nel 2023 sono ricompresi nella ristrutturazione edilizia tutti gli interventi che vengono condotti al fine di trasformare un fabbricato già esistente. Tra i lavori che possono essere conseguiti sono inclusi ad esempio:

  • Il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio;
  • L’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti;
  • La demolizione e ricostruzione di un edificio esistente – con possibilità di apportare modifiche alla sagoma, ai prospetti, al sedime, alle caratteristiche planivolumetriche e tipologiche, nonché di realizzare le innovazioni necessarie per l’adeguare la struttura alla normativa antisismica – al fine di abbattere le barriere architettoniche, installare impianti tecnologici, migliorare l’efficientamento energetico;
  • La demolizione e ricostruzione con aumenti di volumetria al fine di promuovere interventi di rigenerazione urbana (solo se la legislazione vigente o gli strumenti urbanistici comunali lo consentono);
  • Ripristino di edifici (o parti di essi) che sono crollati oppure stati demoliti, mediante la ricostruzione degli stessi, ma solo se si può attestare la loro preesistente consistenza;
  • La demolizione e ricostruzione, nonché il ripristino di edifici demoliti o crollati, negli edifici ubicati in zone sottoposte a vincoli culturali o paesaggistici, nei centri storici e in tutte le aree di particolare pregio storico, sono permessi solo se le disposizioni urbanistiche lo consentono. Non è tuttavia consentito in questo caso apportare modifiche alla volumetria, alla sagoma, ai prospetti, al sedime e alle caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell’edificio preesistente.

Opere di messa a norma degli edifici

Il Bonus Ristrutturazione comprende anche tutte le opere di messa a norma degli edifici per quanto riguarda gli impianti tecnologici presenti nell’abitazione. Sono compresi nel bonus tutti gli interventi effettuati e debitamente dotati di certificato di conformità, rilasciato da soggetti abilitati, anche se di entità minima, indipendentemente dalla categoria edilizia di intervento edilizio.

Lavori volti al risparmio energetico dell’abitazione

Tra i lavori ammessi al Bonus Ristrutturazioni ce ne sono diversi che possono essere conseguiti al fine di garantire un risparmio energetico all’immobile. Anche questi si possono realizzare nelle singole unità e negli edifici condominiali.

In particolare, è possibile procedere con i seguenti interventi:

  1. Riduzione della trasmittanza termica con la coibentazione dell’immobile. Si può intervenire su:
  • Pareti verticali che separano i locali riscaldati dall’esterno, dai vani freddi o dal terreno;
  • Coperture opache orizzontali e inclinate che delimitano gli spazi riscaldati dall’esterno o dai vani freddi;
  • Pavimenti che separano gli ambienti riscaldati dall’esterno, dai vani freddi o dal terreno;
  • Serramenti comprensivi di infissi che delimitano i locali riscaldati dall’esterno e dai vani freddi.
  1. Installazione di impianti tecnologici basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia. È possibile nello specifico:
  • Installare dei collettori solari per il riscaldamento e/o la produzione di acqua calda;
  • Installare impianti fotovoltaici, con gli eventuali sistemi di accumulo;
  • Sostituire l’impianto di climatizzazione invernale con una caldaia a condensazione, con finalità di: riscaldamento e/o produzione di acqua calda per la singola utenza; solo produzione di acqua calda se l’impianto serve una pluralità di utenze;
  • Sostituire l’impianto esistente con un nuovo generatore di calore ad aria a condensazione;
  • Installare strumenti per la contabilizzazione del calore, solo per gli impianti centralizzati che servono più utenze;
  • Installare sistemi di termoregolazione e di building automation;
  • Sostituire impianti di climatizzazione invernale esistenti con nuovi impianti: a pompe di calore, ibridi, di microcogenerazione, a biomassa. È possibile installare inoltre nuovi scaldacqua a pompa di calore nonché sistemi di teleriscaldamento efficiente.

Acquisto appartamenti in edifici ristrutturati

Il Bonus Ristrutturazione, così come il Sismabonus, possiede un suo “ramo” dedicato all’acquisto di appartamenti che vengono venduti dalle imprese di costruzione o di ristrutturazione entro 18 mesi dalla fine dei lavori. Il 50% della detrazione concessa in questo caso è da applicarsi non al totale della spesa sostenuta per l’acquisto, ma al 25% della spesa. Il valore di detrazione che ne risulta non può in ogni caso superare il limite di 96.000 euro.

Ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati

Il Bonus Ristrutturazione ammette tra i lavori agevolabili anche l’intervento di ricostruzione o ripristino degli immobili che sono stati danneggiati a seguito di interventi calamitosi. Per la ricostruzione o il ripristino di immobili danneggiati, tuttavia, è fondamentale che questi si trovino in un’area nella quale è stato dichiarato lo Stato di emergenza per via dell’evento.

Abbattimento delle barriere architettoniche

È possibile accedere al bonus con l’installazione di ascensori e montacarichi e, più in generale, con la realizzazione di qualsiasi strumento possa essere utile all’eliminazione delle barriere architettoniche, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata. Questo, al fine di garantire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone portatrici di handicap in situazione di gravità.

Ad esempio, possono rientrare in questa categoria di interventi:

  • La sostituzione di finiture (pavimenti, porte, infissi esterni, terminali degli impianti);
  • Il rifacimento o l’adeguamento di impianti tecnologici (servizi igienici, impianti elettrici, citofonici, impianti di ascensori);
  • Il rifacimento di scale ed ascensori;
  • L’inserimento di rampe interne ed esterne agli edifici e di servoscala o di piattaforme elevatrici.

Prevenzione degli infortuni domestici

Sono ammessi alla detrazione al 50% anche gli interventi volti alla prevenzione degli infortuni domestici, tra i quali possono rientrare ad esempio:

  • L’installazione di strumenti di rilevazione di gas inerti;
  • Il montaggio di vetri anti-infortunio;
  • L’installazione di un corrimano;
  • La riparazione di impianti non sicuri, come la sostituzione di un tubo o la riparazione di una presa.

Non è possibile beneficiare del Bonus Ristrutturazione per quanto riguarda il solo acquisto di apparecchiature o elettrodomestici più sicuri rispetto a quelli che già si hanno. In questo caso infatti non verrebbe realizzato alcun intervento sull’immobile.

Prevenzione del rischio di atti illeciti causati da terzi

Tra i lavori ammessi al Bonus Ristrutturazione ci sono anche quelli realizzati con lo scopo di prevenire il rischio di atti illeciti da parte di terze persone. In sostanza, si tratta di tutti quei lavori che vengono fatti per rendere la propria abitazione più sicura e impedire, appunto, che persone estranee possano commettere infrazioni o accedervi illegalmente.

I lavori che possono rientrare nella categoria della prevenzione del rischio di atti illeciti che vengono conseguiti nell’ottica del Bonus Ristrutturazione possono essere ad esempio:

  • Il rafforzamento, la sostituzione o l’installazione di cancellate o recinzioni murarie negli edifici;
  • L’installazione di grate sulle finestre o la sostituzione di grate già esistenti;
  • L’installazione di porte blindate o rinforzate;
  • L’installazione o la sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini;
  • L’installazione sui serramenti di dispositivi che rilevano l’apertura o l’effrazione;
  • L’installazione di saracinesche;
  • L’installazione di tapparelle metalliche con bloccaggi;
  • L’installazione di vetri antisfondamento;
  • L’installazione di casseforti a muro;
  • L’apposizione di fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati;
  • L’installazione di strumenti rilevatori di prevenzione antifurto con relative centraline.

Cablatura degli edifici

Per opere di cablatura si intendono tutte quelle atte a realizzare antenne collettive o reti via cavo per consentire la distribuzione della ricezione nelle singole unità abitative.

Contenimento dell’inquinamento acustico

Questa categoria di interventi può riguardare opere murarie e interventi sull’involucro, oppure può anche solo comprendere la sostituzione di alcuni elementi senza la necessità di opere edilizie propriamente dette. Sarà necessario ottenere il rilascio di una scheda tecnica in cui si attesta l’abbattimento delle fonti sonore interne o esterne all’abitazione, nei limiti fissati dalla normativa.

Altre tipologie

Il Bonus Ristrutturazione ammette anche la possibilità di costruire da zero autorimesse o posti auto pertinenziali oppure di procedere con l’acquisto di parcheggi e box auto che sono già stati realizzati dall’impresa costruttrice. Il Bonus Ristrutturazione ammette tra i possibili interventi anche quelli che sono mirati alla riduzione del rischio sismico, e che riguardano principalmente la messa in sicurezza statica dell’edificio dal punto di vista strutturale. Sono inoltre ammessi al Bonus Ristrutturazione gli interventi mirati alla bonifica degli edifici dall’amianto, che possono essere conseguiti su singole unità immobiliari o sulle parti comuni di edifici residenziali. Infine, a partire dal 1° gennaio 2021, è diventato possibile usufruire del Bonus Ristrutturazione per procedere con la sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza esistente con generatori di emergenza a gas di ultima generazione.

Devi ristrutturare la tua casa?

Per qualsiasi dubbio, è sempre consigliabile consultare un professionista esperto per valutare tutta la documentazione necessaria prima di iniziare i lavori. Mettere la propria casa in mano a un progettista affidabile prima, e a una ditta esperta poi, ridurrà al minimo il rischio di errori o intoppi burocratici.

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Fonte informazioni e normative: www.edilizia.com

 

 

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APE e caldo record: l’Attestato di Prestazione Energetica come strumento per ridurre i costi della climatizzazione

Il caldo record dell’estate 2023 sta facendo schizzare alle stelle i consumi per la climatizzazione delle case meno efficienti dal punto di vista energetico. Una casa ben coibentata, infatti, isola meglio gli interni dagli agenti esterni (sia in estate che in inverno) e rende possibile minimizzare la spesa per il raffrescamento o il riscaldamento.

Per questo motivo oggi più che mai è una priorità conoscere l’indice di prestazione energetica delle nostre case, che corrisponde all’energia totale consumata dall’edificio climatizzato per metro quadro di superficie ogni anno. In particolare indica quanta energia viene consumata affinché l’edificio raggiunga le condizioni di comfort e tiene conto del fabbisogno di energia primaria non rinnovabile per la climatizzazione invernale ed estiva, per la produzione di acqua calda sanitaria e per la ventilazione.

L’Attestato di Prestazione Energetica (APE, chiamato comunemente, “certificato energetico” dai non addetti ai lavori) è un documento che attesta la prestazione e la classe energetica di un immobile e indica gli interventi migliorativi più convenienti. Attraverso l’APE il cittadino viene a conoscenza di caratteristiche quali il fabbisogno energetico dell’edificio o dell’unità edilizia, la qualità energetica del fabbricato, le emissioni di anidride carbonica e l’impiego di fonti rinnovabili di energia, che incidono sui costi di gestione e sull’impatto ambientale dell’immobile.

Dalla lettura del documento il cittadino viene guidato verso una scelta consapevole nel caso di acquisto, locazione o di recupero (ristrutturazione o riqualificazione) di un edificio.

L’Attestato di Prestazione Energetica è regolato dal Decreto Legge 63, emanato nel 2013, che ha introdotto diversi obblighi di legge in materia di efficientamento energetico degli immobili. La normativa di riferimento si allinea alle linee guida europee in ambito energetico e si inserisce in un contesto di più ampio respiro, illustrando e disciplinando misure tese alla tutela dell’ambiente e alla preservazione delle risorse naturali.

Che informazioni contiene l’Attestato di Prestazione Energetica?

L’attestazione di prestazione energetica è una certificazione, rilasciata da un professionista abilitato in merito, che elenca tutte le caratteristiche di un determinato immobile relativamente alle prestazioni energetiche dell’edificio, che vengono espresse mediante una scala di valori espresse in lettere dell’alfabeto (dalla A alla G). La scala si sviluppa infatti con 10 valori possibili. Il valore più alto è A4, primo gradino della graduatoria, fino alla lettera G che esprime, al contrario l’ultimo valore disponibile.

Ogni classe si caratterizza per un intervallo di consumo energetico, attraverso l’indice di prestazione energetica globale (EPgl: kWh al metro quadro per anno), necessario per riscaldare l’ambiente d’inverno, raffrescarlo d’estate, produrre acqua calda sanitaria, illuminarlo e ventilarlo.

Andiamo a vedere, nella tabella di classificazione energetica degli edifici, le fasce di consumo di ciascuna classe:

  • Classe A4: minore o uguale a 0,40 EPgl
  • Classe A3: maggiore di 0,40 EPgl e minore o uguale a 0,60 EPgl
  • Classe A2: maggiore di 0,60 EPgl e minore o uguale a 0,80 EPgl
  • Classe A1: maggiore di 0,80 EPgl e minore o uguale a 1,00 EPgl
  • Classe B: maggiore di 1,00 EPgl e minore o uguale a 1,20 EPgl
  • Classe C: maggiore di 1,20 EPgl e minore o uguale a 1,50 EPgl
  • Classe D: maggiore di 1,50 EPgl e minore o uguale a 2,00 EPgl
  • Classe E: maggiore di 2,00 EPgl e minore o uguale a 2,60 EPgl
  • Classe F: maggiore di 2,60 EPgl e minore o uguale a 3,50 EPgl
  • Classe G: maggiore di 3,50 EPgl

Come viene redatto il certificato APE?

L’emissione della certificazione energetica APE è riservata, esclusivamente, a professionisti accreditati, ossia certificatori APE (possono essere geometri, ingegneri o architetti) che hanno una formazione specifica nel settore dell’efficientamento energetico degli edifici. Il tecnico che rilascia la certificazione APE è responsabile in sede civile e penale della veridicità di quanto redatto.

Prima di redigere il documento il certificatore è tenuto a compiere tutta una serie di attività propedeutiche al rilascio dell’APE. Come prima cosa deve essere effettuato un sopralluogo nell’immobile oggetto di certificazione. Il tecnico inoltre dovrà raccogliere tutta la documentazione relativa all’impiantistica presente. Tra i documenti che il certificatore richiede ai proprietari dell’immobile ci sono le schede tecniche degli impianti, i dati catastali e tutti gli altri documenti utili alla stima del consumo energetico dei vari impianti.

Viene valutata anche l’eventuale presenza di impianti di produzione energetica alternativa, il tipo di infissi e il grado di efficienza degli impianti di riscaldamento.

Una volta completata la raccolta di tutte queste informazioni, il tecnico potrà effettuare i calcoli che permetteranno di elaborare la certificazione APE.

Quando serve presentare l’APE?

I passaggi di proprietà di un immobile che prevedano il pagamento di un corrispettivo economico (ad esempio la compravendita di un edificio) devono essere accompagnati dalla certificazione energetica APE, che viene allegata all’atto notarile. L’attestato è necessario anche nel caso in cui l’edificio sia oggetto di un annuncio di vendita pubblicato su un qualsiasi mezzo informativo.

L’APE è obbligatoria anche in caso di locazione dell’immobile e per edifici aperti al pubblico (sia in affitto che di proprietà).

Infine, ogni fabbricato di nuova costruzione deve essere accompagnato dall’APE, obbligatoria anche in caso di ristrutturazione (in particolare, per gli interventi edilizi che interessano oltre il 25% della superficie immobiliare).

Certificazione energetica: quanto costa?

Arriviamo alla domanda che tutti si faranno a questo punto. Quanto costa la certificazione energetica? Non è possibile fornire un’indicazione esatta, dal momento che non esiste un listino univoco e valido per tutti i professionisti del settore. Ogni professionista ha il suo prezzo, ma è comunque possibile stimare la spesa, mediando i costi attuali del mercato: il costo di un’APE, per un appartamento classico, si aggira attorno ai 300 euro.

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Piscine, cosa c’è da sapere sulle autorizzazioni per la costruzione

L’estate è iniziata e il caldo – soprattutto nei paesi dell’interno della Sardegna – inizia a farsi sentire. Per chi abita lontano dal mare l’unico modo per contrastare le elevate temperature dei mesi estivi consiste nell’installazione di una piscina privata. Quando si decide di effettuare qualsiasi tipo di costruzione, è però importante essere consapevoli delle autorizzazioni richieste e dei vincoli burocratici. In questo articolo cercheremo di offrire una panoramica sulle autorizzazioni richieste e sulle criticità da affrontare quando si affronta la costruzione di una piscina interrata.

Prima di tutto, è fondamentale consultare il piano urbanistico del proprio comune di riferimento. Ogni comune ha infatti regolamenti specifici che riguardano la costruzione di piscine, compresi requisiti relativi alle dimensioni, alla posizione e alle recinzioni di sicurezza. In ogni caso, la realizzazione di una piscina interrata comporta sicuramente valutazioni in merito ai vincoli al quale è sottoposto il terreno e può essere necessario presentare la DIA (Denuncia di Inizio Attività), o in alternativa la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

La DIA va presentata quando l’installazione della piscina può essere considerata intervento pertinenziale, ma con la condizione che il volume della piscina non superi il 20% del volume relativo all’edificio principale. Inoltre, conditio sine qua non, i tecnici incaricati di svolgere il sopralluogo non devono definire i lavori necessari alla realizzazione della piscina come interventi di nuova costruzione. Dopo la presentazione della DIA, il Comune ha tempo 30 giorni per opporsi, una volta scaduto il termine è possibile procedere alla costruzione della piscina.

Attenzione, costruire una piscina senza rispettare le normative imposte a livello Comunale o regionale è considerato abuso edilizio sanzionabile con ammende di tipo amministrativo (multe salate) e penale (nei casi più gravi è previsto anche l’arresto). Inoltre, la persona imputata di abuso edilizio è tenuta a ripristinare il precedente stato dell’area sottoposta a indagine.

Un altro aspetto cruciale da considerare sono le regole sulla sicurezza delle piscine: si parte da recinzioni adeguate per prevenire l’accesso non autorizzato, soprattutto in presenza di bambini, fino alle norme relative al sistema di filtraggio e alla qualità dell’acqua. È essenziale infatti che una piscina disponga di un sistema di filtraggio efficiente per mantenere l’acqua pulita e sicura per i bagnanti.

In conclusione, prima di avviare la costruzione di una piscina, è fondamentale informarsi sulle autorizzazioni necessarie. Consulta il piano urbanistico del tuo comune, accertati se è richiesto un permesso di costruzione e assicurati di rispettare le norme sulla sicurezza e la qualità dell’acqua. Collaborare con professionisti del settore ti aiuterà a garantire che la tua piscina sia costruita correttamente, consentendoti di goderti il tuo nuovo spazio esterno in tutta tranquillità.

Devi costruire una piscina privata in Sardegna?

Come abbiamo appena visto, prima di avviare la costruzione di una piscina, è fondamentale informarsi sulle autorizzazioni necessarie. Consulta il piano urbanistico del tuo comune, accertati se è richiesto un permesso di costruzione e assicurati di rispettare le norme sulla sicurezza e la qualità dell’acqua. Collaborare con professionisti del settore ti aiuterà a garantire che la tua piscina sia costruita correttamente, consentendoti di goderti il tuo nuovo spazio esterno in tutta tranquillità.

Se hai in programma lavori di ristrutturazione, ordinaria o straordinaria, per la tua casa in Sardegna contattaci per un preventivo o per un sopralluogo in tutta l’Isola.

 

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Permessi per ristrutturare: una piccola guida per orientarsi tra le pratiche edilizie

Apportare piccole e grandi modifiche alla propria casa è una necessità spesso legata al degrado delle finiture o all’invecchiamento degli impianti che devono essere sostituiti. In altri casi, invece, si tratta di una necessità dovuta all’allargamento della famiglia, ai cambiamenti nelle abitudini oppure semplicemente per una voglia di reinventarsi e rinnovarsi, partendo proprio dalla casa in cui si abita.

Ristrutturare un’abitazione implica naturalmente una serie di decisioni che, a seconda delle circostanze, possono riguardare l’organizzazione degli spazi o solo l’aspetto estetico. Innanzitutto, per capire di che professionisti avremo bisogno e di quali permessi si dovrà fare richiesta, è opportuno aver ben chiaro che tipo di lavori si andranno ad effettuare.

  • Lavori di manutenzione ordinaria (interventi che riguardano opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti: non occorre alcun titolo essendo attività di edilizia libera
  • Lavori di manutenzione straordinaria pesante (interventi edilizi per conservare l’edificio e assicurarne la funzionalità quali il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio): SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività.
  • Lavori di manutenzione straordinaria leggera (sono intese le opere necessarie a sostituire parti di edifici non alterando però la volumetria complessiva degli edifici e senza che vi siano mutamenti urbanisticamente rilevanti delle destinazioni d’uso): occorre la CILA, comunicazione di inizio lavori asseverata, disciplinata dall’art. 6 bis del D.P.R. 380/2001-Testo Unico Edilizia introdotto dall’art. 3 d.lgs n° 222 del 2016.
  • Lavori di ristrutturazione edilizia semplice o leggera (sono tali le opere quali il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’emissione e la modifica di nuovi elementi ed impianti a patto che non si aumenti il volume complessivo, non si modifichi la sagoma di edifici vincolati, non vi siano mutamenti d’uso): attività libera
  • Lavori di ristrutturazione pesante che porti ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comporti modifiche della volumetria complessiva degli edifici: in tal caso occorre la Scia
  • Lavori di restauro e risanamento conservativo leggero (sono compresi interventi di ripristino e rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso): CILA
  • Installazione di pompe di calore di potenza termina utile nominale inferiore a 12 kw: attività edilizia libera
  • Eliminazione delle barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di ascensori esterni ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio: attività libera.

Alcuni esempi pratici

Eliminare o spostare un muro nella propria casa è un intervento che modifica il progetto dell’abitazione, oltre che la distribuzione delle funzioni, e pertanto è subordinato alla presentazione di una pratica edilizia, trattandosi di manutenzione straordinaria. Se, invece, un tramezzo viene demolito e ricostruito nella stessa posizione, senza variare il progetto della casa né le dimensioni delle stanze, si parla di manutenzione ordinaria in edilizia libera.

Per poter effettuare lavori di manutenzione straordinaria serve la Cila, Comunicazione di inizio lavori asseverata, disciplinata dall’art. 6 bis del Testo Unico, alla quale vanno abbinati gli elaborati grafici inerenti il progetto di ristrutturazione. Con la Cila è possibile iniziare i lavori subito dopo la presentazione della pratica presso lo “Sportello Unico per l’Edilizia” del Comune territorialmente competente. Se invece si intendono avviare lavori di manutenzione straordinaria pesante occorre la SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Nella definizione rientrano gli interventi edilizi per conservare una struttura e assicurarne la funzionalità quali il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio.

La sola sostituzione degli infissi (in assenza di vincoli paesaggistici ai sensi dell’Art. 146 del D.Lgs. 42/04)  è qualificata come manutenzione ordinaria, per la quale non sono necessari adempimenti burocratici o pratiche edilizie. Se invece si intende modificare la dimensione, o il numero di ante, la tipologia di apertura, o anche il colore esterno) l’opera diventa classificabile come manutenzione straordinaria e, quindi, richiede una pratica.

La sostituzione dei pavimenti, invece, è un’operazione di manutenzione ordinaria e, pertanto, non prevede alcun percorso burocratico, né richiede pratiche edilizie.

Devi ristrutturare la tua casa?

Per qualsiasi dubbio, è sempre consigliabile consultare un professionista esperto per valutare tutta la documentazione necessaria prima di iniziare i lavori. Mettere la propria casa in mano a un progettista affidabile prima, e a una ditta esperta poi, ridurrà al minimo il rischio di errori o intoppi burocratici.

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Bonus Ristrutturazione 2023: requisiti, lavori ammessi e modalità di accesso

Tra agevolazioni fiscali più importanti in Italia bisogna senza dubbio annoverare il bonus ristrutturazione 2023. Tale incentivo consente di accedere a uno sconto pari al 50% della spesa sostenuta per i lavori di ristrutturazione della propria casa per un massimo di 96.000 euro. Dal punto di vista normativo, per chi vuole approfondire immediatamente l’argomento, è importante saper che a regolare questo incentivo è l’articolo 16-bis del TUIR.

In questo articolo esploreremo diversi aspetti relativi all’argomento: i soggetti idonei a richiedere l’agevolazione, le ultime novità riguardanti la detrazione e le modalità disponibili per cedere il credito o accedere allo sconto in fattura.

Bonus ristrutturazione 2023: le spese detraibili

Il bonus è riservato ai contribuenti italiani che pagano le spese per l’esecuzione degli interventi. Non è necessario essere i proprietari dell’immobile oggetto di ristrutturazione, se si possiedono tutti i requisiti per il bonus.

Come sempre, è fondamentale capire quali lavori rientrano nell’agevolazione. Nello specifico, se si parla di Bonus Ristrutturazione 2023 bisogna considerare che lo sconto del 50% può essere ottenuto su:

  • interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria;
  • restauri e risanamenti;
  • lavori edili di ristrutturazione realizzati su sezioni comuni di unità singole, stabili residenziali o condomini (riferimenti normativi nell’articolo 3 del Dpr 380/2001).

Esiste la possibilità di ottenere l’agevolazione anche per chi esegue interventi in economia, ossia i lavori realizzati in proprio. In quest’ultimo caso (non essendoci spese sostenute per i lavori eseguiti in autonomia) si può detrarre il 50% sulla spesa per l’acquisto dei materiali utili per l’esecuzione dei lavori.

Ecco alcuni esempi di lavoro di manutenzione ordinaria che possono essere agevolati con il 50% di sconto in detrazione.

  • sostituzione degli infissi esterni;
  • interventi di modifica sulle scale o installazione di ascensori;
  • ristrutturazione del bagno;
  • lavori per il risparmio energetico;
  • recinzioni di aree private.

Bonus ristrutturazione 2023: come fare richiesta

Chi vuole ottenere l’agevolazione deve ottenere il visto di conformità e realizzare un’attestazione di conformità dei prezzi. A effettuare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dovrà essere il tecnico che ha rilasciato il visto di conformità. Questa figura, infatti, si occupa di verificare tutti i documenti che riguardano i requisiti del contribuente per l’ottenimento dell’agevolazione. La data di scadenza è il 16 marzo dell’anno che segue quello in cui sono state effettuate le spese.

La richiesta del bonus ristrutturazione 2023 si può effettuare in diversi modi:

  • in detrazione durante la fase di presentazione della dichiarazione dei redditi. Lo sconto può essere diviso in dieci quote annuali, che avranno lo stesso importo. L’Agenzia delle Entrate semplifica la procedura fornendo ai contribuenti degli appositi modelli;
  • tramite esecuzione di sconto in fattura. Questo tipo di modalità è prevista soltanto per chi ha eseguito lavori prima del 17/02/2023, così come evidenziato nel Decreto blocca cessioni che, successivamente, è diventato legge;
  • tramite credito d’imposta, che può essere ceduto seguendo il regolamento previsto e soltanto ai soggetti che hanno ottenuto le dovute autorizzazioni. Anche in questo caso, questa modalità è riservata a chi ha effettuano interventi prima del 17/02/2023.

Per i lavori di risparmio energetico previsti nel bonus ristrutturazione 2023 è obbligatoria amche la comunicazione ENEA.

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Il Direttore dei Lavori: chi è, cosa fa e perché è importante

Il Direttore dei Lavori (DL abbreviato) in edilizia è la figura professionale che ha il compito di assistere e sorvegliare i lavori di costruzione o ristrutturazione di un edificio, garantendo la regolare esecuzione secondo quanto previsto dal progetto e dalle norme, impartendo le opportune istruzioni quando necessario.

Questa importante figura è solitamente individuata e nominata dal committente (pubblico o privato), ma può essere anche scelta dall’impresario nel caso il cliente non abbia un tecnico di fiducia (e ci sia naturalmente un rapporto fiduciario da committente e impresa). Il Direttore dei Lavori infatti deve tutelare gli interessi del committente (sia dal punto di vista tecnico che da quello economico) facendo rispettare le normative e gli accordi stabiliti durante la fase di progettazione.

Il Direttore dei Lavori in definitiva è il garante della bontà dei lavori eseguiti, per questo il ruolo deve essere ricoperto da un tecnico abilitato: può essere un geometra, un architetto o un ingegnere regolarmente iscritto al proprio albo professionale.

Quali sono i compiti del Direttore dei Lavori?

Il Direttore dei Lavori, prima dell’avvio del cantiere, deve essere in possesso del computo metrico, del crono-programma e del contratto firmato tra committente e impresa. A cantiere avviato, effettuerà visite periodiche al cantiere per verificare che lo stato di avanzamento lavori segua il crono-programma e che i lavori siano eseguiti a regola d’arte e lavorando a stretto contatto con il capo cantiere, gli operai e gli impiantisti che si alterneranno sul posto.

  • Invia la comunicazione al comune di inizio lavori.
  • Si occupa della direzione dei lavori nel rispetto del progetto esecutivo.
  • Redige e verifica lo Stato Avanzamento Lavori (SAL).
  • Supervisiona l’avanzamento dei lavori verificando la corretta esecuzione e approva eventuali correzioni in corso d’opera.
  • Redige i certificati di corretta posa in opera.

Il Direttore dei Lavori non ha invece responsabilità sulla sicurezza nel cantiere (di competenza del Coordinatore della Sicurezza: se provvisto dei requisiti di legge, le due figure possono anche convergere sullo stesso professionista abilitato).

In questa utile infografica realizzata da BibLus-net un riepilogo schematico dei compiti del Direttore dei Lavori.

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