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Devi ristrutturare casa? Ecco 5 consigli prima di iniziare

Ristrutturare la propria casa può essere impegnativo, ma anche un’ottima opportunità per migliorare il comfort abitativo e incrementare il valore dell’immobile.

Prima di iniziare i lavori di ristrutturazione è fondamentale fare una lista degli interventi necessari, dei tempi e dei costi da affrontare. Affidarsi a un tecnico che rediga un computo metrico dettagliato, sicuramente renderà questa fase preliminare molto più agevole. Anche la scelta dell’impresa è di primaria importanza. Un’impresa seria, puntuale e certificata permette di ottenere un lavoro di qualità e risparmiare tempo e denaro (perché se è vero che la qualità si paga, è altrettanto vero che i lavori eseguiti male si pagano il doppio!). Per le tue ristrutturazioni in Sardegna puoi rivolgerti a Global Società Cooperativa, un’impresa che mette a disposizione dei clienti le professionalità acquisite nel settore edile e impiantistico nel corso degli ultimi decenni.

Se volete ristrutturare la vostra abitazione, ecco cinque consigli che vi aiuteranno a valutare al meglio i punti su cui focalizzarvi.

1. Opere murarie e redistribuzione degli spazi

La prima cosa da valutare è quali sono le opere murarie necessarie per riqualificare l’immobile. Si tratta semplicemente di dare una mano di vernice oppure bisogna ritoccare anche l’intonaco? O magari sono necessarie modifiche più importanti, ad esempio spostare qualche muro per ridistribuire e ottimizzare gli spazi?

In quest’ultimo caso, è necessario affidarsi ad un professionista dell’edilizia, che saprà indicare quali sono i lavori realizzabili tenendo conto sia dei vostri desideri sia degli obblighi di legge e del rispetto delle normative.

Un buon progettista saprà senza dubbio guidarvi per ottimizzare gli spazi della casa. Con piccole modifiche (aprire un varco, cambiare la larghezza di un corridoio, modificare l’altezza di un soffitto) si possono ottenere numerosi vantaggi e cambiare volto ad una abitazione. Inoltre, un professionista del settore saprà anche farvi abbattere le spese, guidandovi nell’iter di accesso ai bonus statali per la ristrutturazione, che consentono di detrarre gran parte delle spese sostenute.

2. Impiantistica

Quando si ristruttura casa, spesso si pensa solo alle opere murarie e si trascura l’impiantistica. Un controllo preliminare all’impianto elettrico e a quello idraulico, soprattutto se si tratta di case datate, è sicuramente consigliabile. Anche in questo caso è opportuno affidarsi a professionisti certificati, in grado di stabilire l’efficienza e la sicurezza dello stato di fatto, prima di valutarne la sostituzione.

Si tratta di interventi con un impatto economico importante (anche in questo caso, ammortizzabile grazie ai numerosi bonus statali) ma che consente di rinnovare gli elementi funzionali ed estetici della casa. Inoltre può essere un’occasione di dotare l’abitazione di elementi smart grazie alla domotica oppure per installare un moderno sistema di climatizzazione a pompa di calore.

3. Climatizzazione e isolamento termico

Arriviamo infatti alla nota dolente di qualsiasi abitazione più vecchia: riscaldare in inverno o raffrescare in estate può essere complicato se gli impianti non sono efficienti o se la casa non è adeguatamente isolata dall’esterno. Infissi vecchi e spifferi sono una delle cause principali di inefficienza energetica, così come un’inadeguata protezione delle pareti esterne, risolvibile con un cappotto termico almeno sui muri più esposti alle intemperie.

Una volta isolata adeguatamente la casa, può essere necessario climatizzarla. In presenza di vecchi impianti di riscaldamento è consigliabile valutare la sostituzione in fase di ristrutturazione: combinare i lavori in corso sugli impianti con quelli per una nuova caldaia o stufa ad acqua, ad esempio, farà risparmiare notevolmente e consentirà di organizzare al meglio gli operai, sfruttando il cantiere in corso d’opera.

Soprattutto in questo periodo di forte crisi energetica e di caro bollette, un consiglio è quello di valutare l’acquisto di un sistema di climatizzazione a risparmio energetico, magari alimentato da un impianto fotovoltaico, per un risparmio ancora maggiore.

Anche per questo tipo di interventi, grazie all’Ecobonus e a numerosi altri incentivi, sono previste importanti detrazioni in fase di dichiarazione dei redditi.

4. Migliorare l’illuminazione della casa

Un’illuminazione studiata e ottimizzata può cambiare davvero il volto di una casa. Sia l’illuminazione naturale, migliorabile attraverso lo studio della posizione e della grandezza delle finestre, sia quella artificiale, importante nelle ore di buio e nelle case poco servite dal sole.

Per quanto riguarda l’illuminazione artificiale, con pochi consigli è possibile valorizzare al meglio la luce e gli spazi delle stanze:

  • utilizzare lampade posizionate altezze differenti per realizzare un’illuminazione su più livelli
  • aumentare l’intensità dell’illuminazione in caso di arredi scuri
  • scegliere lampadari in vetro o cristallo per amplificare la luce
  • assicurarsi un’illuminazione diretta negli spazi di lavoro o studio.

In ottica di risparmio energetico è consigliabile sostituire tutte le vecchie lampade con nuovi sistemi a LED. La spesa iniziale può essere importante, ma il risparmio sulla bolletta consente di recuperare rapidamente l’investimento.

5. Arredamento per esaltare i nuovi spazi

Una volta completati i lavori di ristrutturazione, si può dare una rinfrescata anche all’arredamento della casa, per renderla più moderna e funzionale. Se non siamo super esperti di design di interni possiamo rivolgerci a un consulente oppure cercare idee sul web (ci sono centinaia di siti specializzati!) ma in ogni caso è consigliabile avere le idee ben chiare prima di “riempire” i nostri nuovi spazi.

Ecco alcune linee guida per scegliere lo stile di arredamento per la vostra casa:

  • scegliere uno stile e seguirlo in ogni stanza
  • eliminare mobili superflui e inutilizzati, dando “aria” alle stanze e creando il giusto mix tra spazi pieni e spazi vuoti
  • non utilizzare, se possibile, più di tre colori per i mobili posizionati nello stesso ambiente
  • scegliere delle tinte chiare e dei grandi specchi per le pareti degli ambienti più piccoli, per farli apparire più spaziosi.

Se dopo aver letto questo articolo avete le idee un po’ più chiare e volete fare lo step successivo, contattateci per una consulenza e un preventivo.

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Tettoie, pergolati e verande: tutto quello che c’è da sapere

Tettoie, pergolati e verande vengono considerati accessori edilizi minori. In realtà, soprattutto negli ultimi anni, questi accessori rientrano tra le strutture statisticamente più richieste dai privati, poiché consentono di sfruttare e vivere al meglio alcune aree , ottimizzando gli spazi ed estendendo la metratura “vivibile” della casa.

Ma che differenza c’è tra questi elementi edili? Si può procedere liberamente alla loro installazione? Occorrono permessi particolari? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Differenza tra tettoia e pergolato

La differenza le due opere consiste nel fatto che il pergolato è generalmente una struttura ornamentale, in legno o altro materiale leggero, aperta nei lati esterni e nella parte superiore e ha la funzione principale di regalare una zona d’ombra; invece una tettoia, per definizione, può essere utilizzata come riparo di beni materiali da sole e pioggia.

Dal punto di vista normativo la differenza è marcata. Il pergolato viene ricompreso nel glossario dell’edilizia libera, non necessitante di titoli abilitativi, mentre una tettoia è vincolata al rilascio di una concessione edilizia.

La veranda

La veranda è definita come un locale chiuso su tutti i lati da superfici vetrate con elementi trasparenti e impermeabili, parzialmente o totalmente removibili. Le verande determinano quindi un aumento di volumetria e una modifica del prospetto dell’edificio: per questo la realizzazione di una veranda è anch’essa vincolata al rilascio di una concessione edilizia.

Se la copertura è di minima entità, ad esempio necessaria a contenere un impianto tecnico (ad esempio il riparo per una caldaia installata all’esterno), non è necessario alcun permesso e si rientra nel glossario dell’edilizia libera.

In caso di dubbio, comunque, è sempre consigliabile rivolgersi ad un tecnico specializzato prima di iniziare i lavori.

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Come ristrutturare il camino: idee e consigli per l’angolo più romantico della casa

Il camino negli ultimi anni si è trasformato in un vero e proprio elemento d’arredo in grado di dare stile e personalità alla stanza in cui si trova. Utile per riscaldare una stanza (o una casa, con l’ausilio di una caldaia), laddove è utilizzato quotidianamente diventa il centro della vita familiare e perché no, teatro delle migliori grigliate casalinghe.

Solitamente abbinato alle case con un arredamento rustico, amatissimo in Sardegna, il camino può diventare un elemento che si integra alla perfezione anche alle case più moderne. Se avete voglia di ristrutturare un vecchio camino conservando il suo fascino, ma rendendolo moderno, è ora di pensare ad un restyling. Inoltre i camini sono considerati idonei come impianti termici e valgono ai fini dell’accesso al Super Ecobonus 110%.

Regola numero uno: efficienza

I camini sono affascinanti ma spesso vengono lasciati spenti perché danno qualche problema di troppo rispetto ad altri sistemi moderni e più pratici. Spesso il problema è una canna fumaria che non assicura un buon tiraggio, riempiendo la stanza di fastidioso fumo. Una bocca troppo ampia o troppo piccola, l’altezza del camino “scomoda” per le nostre esigenze: tutti problemi che ne scoraggiano l’utilizzo. Anche i materiali con cui viene realizzato la struttura sono importanti, ad esempio la qualità dei mattoni refrattari, che possono usurarsi dopo decenni di accensioni. In questi casi è importante contattare una ditta competente e studiare la ristrutturazione del nostro camino.

Solo legna? No, affatto!

Quando si pensa di ristrutturare un camino, la prima scelta è quella del combustibile che lo alimenterà. Il tradizionale camino a legna ha un fascino senza tempo, ma comporta una gestione impegnativa, soprattutto se non si passa molto tempo dentro casa e si ha bisogno di soluzioni in grado di generare calore diffuso in tempi rapidi. In questo caso si può decidere di passare a un termocamino alimentato a pellet, che assicura il massimo rendimento, oppure scegliere un camino al bioetanolo che non richiede la canna fumaria (e che è molto scenografico, ma poco efficiente).

Nuovo camino, nuovo rivestimento 

A questo punto arriva il momento di dedicarsi al design e optare per un rivestimento adatto allo stile della casa o dell’ambiente in cui il caminetto andrà ad inserirsi. Le alternative sono diverse, come:

  • Camino in legno: il legno ha un fascino senza tempo. Utilizzare un rivestimento in legno per il camino, conferisce calore all’ambiente e un aspetto moderno.
  • Camino in mattoni: l’ideale per chi ha un budget basso o non ha un’idea chiara sul colore della stanza. Basterà semplicemente dipingere i mattoni per ottenere un elemento d’arredo totalmente differente, in poco tempo e con pochissimo sforzo.
  • Camino in pietra: un materiale che permette di dare al camino un design accattivante in base al taglio. Le pietre squadrate sono perfette per ricreare, magari in salotto, la tipica atmosfera da baita. Pietre bianche e piatte invece permettono di ottenere un aspetto più minimal.
  • Camino in pietra ricostruita: opzione è valida se volete rinnovare il camino senza spendere troppo. La pietra ricostruita, a differenza di quella naturale, ha un costo più basso ed è facile da applicare perché è molto più leggera.
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Impianti elettrici a norma: i tre livelli delle dotazioni impiantistico-funzionali

Da una recente indagine nel ramo dell’Edilizia è emerso che in Italia circa 12 milioni di appartamenti sono dotati di impianti elettrici non a norma. Gli incidenti domestici e i guasti relativi al malfunzionamento degli impianti elettrici si aggirano intorno ai 45.000 casi ogni anno.

Quando si parla di ristrutturazioni e di realizzazione di impianti elettrici civili, anche per uso domestico, occorre fare riferimento a precise normative che evitano il verificarsi di situazioni potenzialmente pericolose per persone e unità abitative. In questo articolo riassumeremo la norma CEI 64-8, attualmente in vigore in Italia.

Norma CEI 64-8

La norma di riferimento per la realizzazione di un impianto elettrico civile è la CEI 64-8. All’interno della norma è possibile reperire le prescrizioni di legge riguardanti il progetto, la messa in opera e la verifica degli impianti elettrici. Lo scopo di tutte le disposizioni è quello di realizzare un impianto corretto non solo dal punto di vista normativo, ma anche della sicurezza delle persone che abitano l’appartamento.

Dal 1° marzo 2019 è in vigore la Variante 5 della CEI 64-8, che rispetto alle varianti precedenti ha introdotto nuove linee guida che prevedono il percorso di allineamento delle norme nazionali degli impianti elettrici civili alle normative europee, oltre a introdurre le prestazioni minime di cui devono essere dotati gli impianti elettrici.

I livelli minimi delle dotazioni impiantistico-funzionali

I livelli rappresentati dalla normativa CEI 64-8 sono tre:

– nel Livello 1 rientra la predisposizione di un impianto elettrico provvisto delle dotazioni minime obbligatorie, per la conformità ai sensi della CEI 64-8; inoltre, in tal modo verrà data una garanzia circa la sicurezza dello stesso e la sua (seppur minima) funzionalità;

– nel livello 2 rientrano gli impianti realizzati con un numero maggiore di prese di corrente e di circuiti, oltre al citofono e ai dispositivi di controllo dei carichi elettrici;

– al livello 3, infine, vengono inseriti gli impianti innovativi, cioè quelli scomposti in diverse sezioni e dotati, magari, anche di domotica.

Questa ripartizione delle dotazioni degli impianti elettrici è utile non solo all’elettricista che dovrà realizzare il progetto e rilasciare la certificazione di conformità, ma anche al committente il quale, avendo chiari i vari livelli, potrà operare una scelta sul tipo di intervento da far svolgere al professionista.

Ecco una semplice schematizzazione per ogni livello, con l’indicazione delle dotazioni minime che l’elettricista dovrà installare.

Livello 1

Il Primo Livello rappresenta un impianto elettrico di base, che l’elettricista predisporrà per far si che l’appartamento possa essere dotato di certificazione di conformità , oltre a garantire i requisiti di sicurezza e fruibilità: la norma CEI 64-8 prevede che ogni stanza venga dotata di un numero minimo di dispositivi.

Per un appartamento di dimensioni inferiori ai 50 mq, l’elettricista dovrà predisporre un impianto elettrico a due circuiti: ciò significa che dal quadro generale dovrà partire un cavo che alimenta un magnetotermico / differenziale per la linea della luce (quindi i lampadari e le luci in generale) e un magnetotermico / differenziale per la linea delle prese.

Se l’appartamento è più grande rispetto al primo, ma non supera i 75 mq, i circuiti dovranno essere almeno tre: dal contatore generale, quindi, partiranno un magnetotermico / differenziale dedicato esclusivamente all’ambiente cucina e un magnetotermico / differenziale che a sua volta suddividerà la linea ad altri due magnetotermici / differenziali per la luce e per le prese.

Passando ai singoli dispositivi, in conclusione, nell’ingresso andranno previsti almeno una presa, un punto luce, stessa cosa per il corridoio e il ripostiglio. Per le camere da letto, a seconda della dimensione, occorreranno dalle 4 alle 6 prese, 1 o 2 punti luce e almeno una presa tv. Nella cucina, invece, potranno essere installare dalle 2 alle 4 prese (a seconda che vi sia cucina o angolo cottura) e almeno un punto luce e un punto antenna. In bagno risultano necessarie almeno 2 prese e 2 punti luce (uno per lo specchio e uno per il soffitto). Infine, andranno predisposti i punti luce esterni (uno per il balcone e uno sulla porta d’ingresso) e una presa per il telefono.

Livello 2

Il Secondo Livello rappresenta un impianto elettrico di base, maggiorato con sistemi antintrusione, allarmi e videocitofono.

Perciò, rispetto al primo livello avremmo un numero maggiore di prese e punti luce: per le camere da letto, a seconda della dimensione, verranno installate dalle 5 alle 8 prese, 2 o 3 punti luce e almeno una presa tv; nella cucina saranno presenti dalle 2 alle 6 prese (a seconda che vi sia cucina o angolo cottura), 2 punti luce e un punto antenna, mentre nel bagno la predisposizione è identica al livello base, quindi 2 prese e 2 punti luce.

Per quanto riguarda i circuiti, questi, a seconda della dimensione dell’appartamento, saranno minimo 3 (per aree fino ai 75 mq) e massimo 6 (per aree maggiori di 125 mq).

Livello 3

Il Terzo Livello è definito anche impianto domotico in quanto oltre a garantire una soluzione più completa sotto l’aspetto della funzionalità, della sicurezza e della protezione, prevede anche la gestione delle singole zone della casa, attraverso il controllo da remoto.

Un impianto elettrico civile domotico oltre a comprendere i dispositivi classici, quali prese e punti luce, vede la presenza di supporti di comunicazione atti al contrasto delle intrusioni di estranei in casa, della gestione e del controllo delle luci, della regolazione della temperatura degli ambienti e per la verifica dei carichi.

Inoltre, con un impianto di tale livello è possibile anche gestire ogni singolo ambiente, quindi, chiudere o aprire la tapparella di una stanza, spegnere e accendere la luce, diffondere la musica e collegare anche dispositivi di sicurezza quali i sistemi anti allagamento e di rilevazione fughe di gas.

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