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Comprare o vendere casa: cosa cambia con la nuova direttiva europea sull’efficienza energetica

Il mercato immobiliare europeo sta attraversando una trasformazione profonda. Con l’entrata in vigore della Direttiva (UE) 2024/1275 sull’efficienza energetica degli edifici, l’Unione Europea punta a ridurre drasticamente le emissioni e i consumi, tracciando un percorso chiaro verso la neutralità climatica entro il 2050.

Secondo i dati ufficiali, gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. È per questo che la nuova normativa europea rappresenta una vera svolta: dal 2030, tutte le nuove costruzioni dovranno essere a emissioni zero, mentre gli immobili già esistenti saranno progressivamente soggetti a interventi di riqualificazione energetica obbligatori.

Per chi intende comprare o vendere casa, queste regole avranno un impatto diretto sul valore degli immobili. Le abitazioni con classi energetiche basse rischiano di subire una svalutazione significativa o di diventare difficilmente vendibili e affittabili, mentre gli edifici efficienti e certificati diventeranno sempre più richiesti e competitivi sul mercato.

Ma cosa significa esattamente “edificio a emissioni zero”? Si tratta di un immobile che, grazie a tecniche costruttive avanzate e all’utilizzo di fonti rinnovabili come il fotovoltaico, riesce a coprire integralmente il proprio fabbisogno energetico senza produrre emissioni di CO₂.

Le conseguenze saranno importanti anche per costruttori, progettisti e imprese edili, chiamati ad adeguarsi a nuovi standard costruttivi e a una domanda sempre più orientata verso la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica.

Per questo motivo, affidarsi a imprese certificate e qualificate, come Global Società Cooperativa, diventa una scelta fondamentale. L’azienda, attiva in tutta la Sardegna, opera nel settore dell’edilizia e delle ristrutturazioni con certificazioni UNI EN ISO 9001:2015, UNI EN ISO 14001:2015 e attestazione SOA, garanzia di competenza e conformità ai requisiti europei.

La direttiva UE sull’efficienza energetica cambierà il modo di costruire, ristrutturare e abitare: agire per tempo significa tutelare il valore del proprio immobile e contribuire concretamente alla transizione ecologica.

Cosa prevede la Direttiva (UE) 2024/1275: gli obiettivi europei per l’efficienza energetica degli edifici

Approvata il 24 aprile 2024 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea l’8 maggio dello stesso anno, la Direttiva (UE) 2024/1275 segna un punto di svolta per il settore edilizio. Il suo obiettivo principale è la decarbonizzazione completa del patrimonio edilizio europeo entro il 2050, per trasformare ogni edificio in una struttura a emissioni zero.

La nuova normativa fissa tre tappe chiave che scandiscono la transizione energetica del continente:

Dal 2028, tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a emissioni zero, mediante l’adozione di tecnologie sostenibili e materiali ad alte prestazioni energetiche.
Dal 2030, l’obbligo verrà esteso a tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, con la fine della costruzione di immobili alimentati da fonti fossili.
Entro il 2050, l’intero parco immobiliare esistente dovrà essere riqualificato e convertito in edifici a emissioni zero, attraverso un processo di ristrutturazione energetica graduale e obbligatoria.

La Direttiva 2024/1275 non mira solo a ridurre le emissioni di CO₂, ma anche a promuovere l’uso delle energie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e contrastare la povertà energetica, sostenendo le famiglie nella riduzione dei consumi e dei costi in bolletta.

Si tratta di una trasformazione profonda e complessa, che coinvolgerà non soltanto costruttori e progettisti, ma anche milioni di proprietari di immobili chiamati ad adeguarsi ai nuovi standard europei. Una sfida che richiederà interventi tecnici mirati, investimenti strutturali e il supporto di imprese edili qualificate, come Global Società Cooperativa, in grado di garantire lavori conformi alle normative e certificati secondo i più alti standard di qualità.

Cosa significa davvero “edificio a zero emissioni” secondo la direttiva europea 2024/1275

Nel linguaggio comune, l’idea di una “casa a emissioni zero” fa pensare subito a pannelli solari, pompe di calore e tecnologie innovative. Ma nella visione dell’Unione Europea, così come definita dalla Direttiva (UE) 2024/1275, il concetto è molto più ampio e tecnico: un edificio a zero emissioni non è solo efficiente dal punto di vista energetico, ma rappresenta l’esito di un processo integrato di progettazione, costruzione e gestione che considera l’intero ciclo di vita dell’immobile.

Per essere classificato come tale, un edificio deve innanzitutto presentare un fabbisogno energetico estremamente ridotto, ottenuto attraverso soluzioni costruttive avanzate. Tra queste rientrano un involucro edilizio altamente isolato, infissi performanti, un corretto orientamento solare e sistemi di ventilazione naturale. L’obiettivo è minimizzare la necessità di energia per riscaldamento, raffrescamento e illuminazione, in modo da rendere l’edificio quasi autosufficiente.

Tuttavia, l’efficienza energetica non è sufficiente. La quota di energia residua necessaria deve provenire esclusivamente da fonti rinnovabili. La direttiva promuove la produzione diretta in loco, tramite impianti fotovoltaici, solare termico, pompe di calore o sistemi geotermici. Quando ciò non è possibile, è ammesso il ricorso a reti di teleriscaldamento o fornitori di energia verde, purché non siano utilizzati combustibili fossili come gas metano o gasolio. In sostanza, un edificio a zero emissioni non deve generare emissioni operative di gas serra durante il suo utilizzo.

Un aspetto innovativo introdotto dalla direttiva è l’analisi del ciclo di vita dell’edificio (LCA). Non si valuta più solo il consumo energetico annuale, ma anche l’impatto ambientale complessivo dei materiali impiegati, dalla produzione e trasporto fino allo smaltimento. Per questo vengono privilegiati materiali sostenibili, riciclabili e a bassa intensità di carbonio, con particolare attenzione al potenziale di riscaldamento globale (GWP).

Un altro pilastro della nuova edilizia sostenibile è la digitalizzazione degli edifici. Le strutture a zero emissioni devono poter dialogare con sistemi di gestione energetica intelligente, sensori e automazioni in grado di regolare temperatura, illuminazione e ventilazione in modo dinamico. In questo modo si ottiene un risparmio energetico costante, migliorando al contempo comfort e qualità abitativa.

In sintesi, l’edificio a zero emissioni rappresenta una nuova filosofia costruttiva, basata su innovazione, sostenibilità e benessere. Un modello che dal 2030 sarà obbligatorio per tutte le nuove costruzioni, ma che presto diventerà la norma anche per le ristrutturazioni e gli edifici esistenti, ridefinendo l’intero panorama dell’edilizia europea.

Dal 2025 stop agli incentivi per le caldaie a gas: cosa cambia per gli impianti di riscaldamento

Tra le misure più immediate introdotte dalla Direttiva (UE) 2024/1275 c’è lo stop definitivo agli incentivi pubblici per le caldaie alimentate unicamente da combustibili fossili, in vigore dal 1° gennaio 2025. Una decisione che segna l’inizio della fine per le tradizionali caldaie a gas e gasolio, ancora oggi diffuse nella maggior parte delle abitazioni italiane.

A partire dal 2025, dunque, non sarà più possibile ottenere agevolazioni fiscali o contributi pubblici per l’acquisto e l’installazione di caldaie a gas, salvo nei casi di sistemi ibridi, ovvero impianti che combinano la caldaia con fonti rinnovabili come il solare termico o le pompe di calore.

Questa misura è un chiaro segnale politico e ambientale: l’Unione Europea punta a eliminare progressivamente i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, responsabili di una parte significativa delle emissioni domestiche di CO₂.

Parallelamente, la direttiva impone agli Stati membri una serie di azioni concrete per accompagnare la transizione:

  • Favorire la diffusione di sistemi di riscaldamento a basse emissioni o interamente rinnovabili, come pompe di calore, geotermia e solare termico.

  • Promuovere incentivi per tecnologie pulite e per l’efficientamento degli edifici, riducendo i consumi e migliorando le prestazioni energetiche.

  • Introdurre normative nazionali più restrittive sui generatori di calore, basate sulle emissioni effettive di CO₂ o sul tipo di combustibile utilizzato, fino al divieto progressivo degli impianti più inquinanti.

Per famiglie, imprese e costruttori, il cambiamento è sostanziale: i tradizionali impianti a gas diventeranno progressivamente meno convenienti e meno compatibili con le nuove regole europee. Chi intende ristrutturare o costruire un edificio dovrà quindi orientarsi verso soluzioni rinnovabili e impianti ad alta efficienza, non solo per rispettare la normativa, ma anche per tutelare il valore dell’immobile nel lungo periodo.

Cosa succede agli edifici esistenti: chi dovrà ristrutturare e quando secondo la direttiva europea 2024/1275

Se per le nuove costruzioni le regole europee sono già definite, la vera sfida riguarda il patrimonio edilizio esistente. La Direttiva (UE) 2024/1275 introduce infatti un piano di riqualificazione energetica obbligatoria per gli edifici già costruiti, con scadenze precise che scandiranno il percorso verso la completa decarbonizzazione del settore entro il 2050.

L’obiettivo è ambizioso: trasformare gradualmente tutti gli immobili europei in edifici a emissioni zero, riducendo i consumi e migliorando le prestazioni energetiche. Per raggiungere questo traguardo, la direttiva stabilisce due tappe fondamentali:

Entro il 2030, ogni Stato membro dovrà assicurare che almeno il 16% degli edifici residenziali con le peggiori prestazioni energetiche (cioè in classe G o equivalente) sia stato ristrutturato. Entro il 2033, questa percentuale dovrà salire almeno al 26% del totale degli edifici residenziali.

Il piano si concentra sugli immobili più energivori, spesso edifici costruiti prima degli anni ’90, privi di isolamento termico e dotati di impianti di riscaldamento obsoleti. Queste strutture rappresentano una parte consistente del patrimonio edilizio italiano e saranno le prime a dover essere adeguate ai nuovi standard.

Gli edifici in classe energetica G o F, se non ristrutturati, perderanno progressivamente valore e saranno penalizzati dal mercato immobiliare. Con l’entrata in vigore delle norme nazionali di recepimento, potrebbero inoltre diventare non idonei alla locazione o alla compravendita, soprattutto nelle aree urbane dove l’efficienza energetica è già un requisito fondamentale.

Va chiarito che la direttiva non vieta direttamente la vendita o l’affitto degli immobili meno efficienti, ma crea un quadro normativo e fiscale sfavorevole per chi non interviene. I governi nazionali potranno introdurre maggiori imposte, restrizioni burocratiche o limiti di accesso agli incentivi per le abitazioni non conformi, spingendo di fatto i proprietari a investire in interventi di riqualificazione.

Per chi possiede un immobile, questa transizione rappresenta un momento cruciale: ristrutturare oggi significa preservare il valore economico dell’edificio, migliorarne il comfort e anticipare obblighi che diventeranno sempre più stringenti.

Chi è escluso temporaneamente dagli obblighi della direttiva europea 2024/1275

La Direttiva (UE) 2024/1275 sull’efficienza energetica degli edifici prevede un percorso rigoroso di riqualificazione, ma riconosce anche che non tutti gli immobili possono essere adeguati immediatamente ai nuovi standard. Per questo motivo, la normativa introduce alcune esenzioni temporanee, applicabili solo in casi specifici e debitamente documentati.

Rientrano tra le categorie escluse:

  • Gli edifici destinati a demolizione certa o documentata, per i quali non avrebbe senso programmare interventi di efficientamento energetico.

  • I casi di gravi difficoltà economiche o sociali, come le famiglie vulnerabili o le abitazioni situate in aree economicamente depresse, dove gli interventi risulterebbero insostenibili dal punto di vista finanziario.

  • Gli edifici storici, vincolati o di particolare valore architettonico, nei quali opere di isolamento o modifiche strutturali potrebbero compromettere l’integrità estetica o culturale dell’immobile.

  • Le strutture con destinazioni d’uso speciali, tra cui luoghi di culto, caserme, edifici agricoli non abitativi o fabbricati temporanei, che per natura o funzione non rientrano nei criteri di residenzialità o permanenza previsti dalla direttiva.

Tuttavia, l’Unione Europea impone agli Stati membri di motivare con precisione ogni esenzione nei propri piani nazionali di ristrutturazione energetica, definendo i criteri di applicazione e i tempi di eventuale revisione. Inoltre, ogni esclusione dovrà essere compensata da interventi su altri edifici, in modo da mantenere invariato il ritmo complessivo verso la neutralità climatica entro il 2050.

La logica alla base di queste deroghe non è quella di rallentare la transizione, ma di garantire un percorso realistico e socialmente sostenibile, che tenga conto delle diverse condizioni economiche e patrimoniali dei cittadini europei.

Affidati a Global Società Cooperativa: disponibilità, efficienza e competenza

Per i proprietari e le amministrazioni locali, sarà essenziale pianificare eventuali interventi futuri con il supporto di professionisti qualificati. In Sardegna, Global Società Cooperativa offre consulenza e soluzioni tecniche per la riqualificazione energetica degli edifici, assicurando il rispetto delle direttive europee e l’accesso alle agevolazioni disponibili per gli immobili conformi.

Contatti aziendali:
Global Società Cooperativa
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Email: info@globalsocietacooperativa.com

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Bonus edilizi 2026: proroghe, scadenze e vantaggi per chi deve ristrutturare casa

Il Governo Italiano ha confermato la proroga fino al 2026 delle detrazioni al 50% per le ristrutturazioni edilizie sulla prima casa. Una decisione che mette in sicurezza migliaia di interventi di recupero edilizio, evitando il ritorno al 36% previsto dalle normative precedenti. Anche gli altri immobili potranno beneficiare della stessa aliquota, assicurando continuità e stabilità a chi intende realizzare lavori di riqualificazione.

Buone notizie anche per chi programma interventi di efficienza energetica: l’Ecobonus continuerà ad essere attivo, mantenendo le stesse modalità di accesso. Restano invece in scadenza al 31 dicembre 2025 il Bonus Barriere Architettoniche e il Bonus Mobili, due misure molto utilizzate che potrebbero non essere rinnovate.

Chi può usufruire della detrazione del 50% nel 2026? Quali lavori sono ammessi? E quali documenti servono per non perdere l’incentivo? Ecco una panoramica completa aggiornata, curata da Global Società Cooperativa, impresa edile specializzata in ristrutturazioni e lavori certificati in Sardegna.

Prima casa e bonus ristrutturazioni: requisiti e regole per ottenere la detrazione del 50%

Anche nel 2026, chi effettuerà lavori di ristrutturazione sulla prima casa potrà usufruire della detrazione IRPEF al 50%. Per prima casa si intende l’abitazione in cui il contribuente risiede stabilmente o dove hanno la residenza i suoi familiari. Il beneficio si estende anche agli immobili acquistati per essere ristrutturati, a patto che la residenza venga trasferita al termine dei lavori.

Il bonus è valido anche per i condomini, ma con una distinzione: chi risiede effettivamente nell’immobile potrà godere della detrazione piena, mentre per le seconde case si applicherà l’aliquota ridotta al 36%.

Un aspetto importante riguarda la titolarità delle spese: il bonus può essere richiesto non solo dal proprietario, ma anche da familiari conviventi, inquilini o comodatari, purché sostengano le spese e ne risultino intestatari. I pagamenti devono essere sempre tracciabili e intestati a chi richiede la detrazione.

Quali lavori rientrano nel bonus ristrutturazioni 2026

L’agevolazione copre una vasta gamma di interventi edilizi, sia di manutenzione straordinaria che di ristrutturazione vera e propria. Tra i lavori ammessi figurano:

  • rifacimento di impianti elettrici e idraulici,

  • sostituzione di infissi e serramenti,

  • installazione di climatizzatori, caldaie e pompe di calore,

  • opere di efficientamento energetico,

  • costruzione o ristrutturazione di box auto,

  • interventi antisismici,

  • acquisto di immobili facenti parte di edifici ristrutturati da imprese di costruzione.

Ampio spazio viene dato agli interventi green, come l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo, in linea con le normative sulla transizione energetica.

Il massimale di spesa resta fissato a 96.000 euro per unità immobiliare, con ripartizione in dieci rate annuali di pari importo. Tutti i pagamenti devono essere effettuati con bonifico parlante, che riporti i dati del beneficiario e la causale fiscale.

Ecobonus 2026: conferme e vantaggi per l’efficienza energetica

L’Ecobonus 2026 è stato confermato, mantenendo le aliquote e le modalità operative attuali. L’incentivo premia gli interventi di miglioramento energetico degli edifici esistenti, come:

  • sostituzione di caldaie e pompe di calore;

  • installazione di pannelli solari termici e impianti fotovoltaici;

  • realizzazione di cappotti termici e coibentazioni dell’involucro edilizio;

  • installazione di schermature solari e tende tecniche.

La misura resta in vigore fino al 31 dicembre 2027, salvo ulteriori proroghe. I tetti di spesa variano in base al tipo di intervento: da 30.000 euro per gli impianti di climatizzazione fino a 60.000 euro per gli interventi sull’involucro edilizio.

Come per il bonus casa, i pagamenti devono avvenire tramite bonifico parlante. La detrazione si suddivide in dieci quote annuali di pari importo.

Bonus barriere architettoniche: ultimi mesi per usufruirne

Il Bonus Barriere Architettoniche, con detrazione al 75%, rimane in vigore fino al 31 dicembre 2025. Al momento non sono previste proroghe. L’agevolazione riguarda gli interventi destinati a migliorare l’accessibilità e la mobilità delle persone con disabilità, come:

  • installazione di ascensori e montascale,

  • realizzazione di rampe di accesso,

  • adeguamento dei bagni e degli ingressi alle normative sull’accessibilità.

L’incentivo si applica a tutti gli immobili, senza distinzione tra prima o seconda casa, e può essere richiesto da proprietari, affittuari o familiari conviventi. È necessario allegare un’asseverazione tecnica che certifichi la conformità degli interventi ai requisiti di legge.

Bonus mobili 2025: ultimi mesi per accedere alla detrazione

Il Bonus Mobili, anch’esso con detrazione al 50%, è in scadenza al 31 dicembre 2025. Riguarda l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad arredare immobili oggetto di lavori di ristrutturazione.

Per usufruire del beneficio è necessario che i lavori siano già avviati o conclusi nell’anno precedente all’acquisto. L’incentivo è valido per tutte le abitazioni, senza distinzione tra prima e seconda casa, a condizione che il contribuente abbia diritto al bonus ristrutturazioni.

I pagamenti devono essere effettuati con strumenti tracciabili – bonifico, carta di credito o bancomat – ma non serve il bonifico parlante. La detrazione è ripartita in dieci quote annuali fino al raggiungimento del tetto di spesa previsto.

Affidati a Global Società Cooperativa: disponibilità, efficienza e competenza

Le proroghe dei bonus edilizi 2026 rappresentano un’occasione concreta per chi desidera ristrutturare, migliorare l’efficienza energetica o eliminare barriere architettoniche nella propria abitazione. Pianificare per tempo gli interventi e affidarsi a professionisti qualificati come Global Società Cooperativa consente di accedere agli incentivi in modo sicuro, ottimizzando tempi, costi e benefici fiscali.

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Coibentazione nel 2025: ultimi mesi per ottenere il 65% di detrazione per l’isolamento termico dell’edificio

Intervenire sull’involucro edilizio per migliorare l’isolamento termico è una delle soluzioni più efficaci per ridurre il consumo energetico e aumentare il comfort abitativo. Anche in Sardegna, tetti, pareti e pavimenti rappresentano i punti critici principali da cui si disperde il calore in inverno e si accumula in estate, con un impatto diretto sulle bollette e sull’efficienza complessiva della casa.

Per tutto il 2025, grazie all’Ecobonus, è possibile beneficiare di una detrazione fiscale del 65% per i lavori di coibentazione su edifici esistenti, purché vengano rispettati specifici requisiti tecnici e il miglioramento energetico sia effettivo e documentato.

Superfici coibentabili e limiti di detrazione

La normativa riconosce la detrazione per gli interventi di coibentazione delle strutture opache che delimitano il volume riscaldato dell’edificio. Sono quindi agevolabili:

  • Pareti esterne (strutture opache verticali);

  • Coperture e sottotetti, nonché pavimenti verso l’esterno, locali non riscaldati o il terreno (strutture opache orizzontali).

L’obiettivo dell’intervento è ridurre la trasmittanza termica delle superfici, ovvero la capacità di dispersione del calore. Per questo è necessario impiegare materiali isolanti certificati, conformi ai valori limite di legge, variabili in base alla zona climatica.

L’art. 1, comma 345 della Legge 296/2006 stabilisce che la detrazione per la coibentazione ammonta al 65% delle spese sostenute, fino a un massimo di 60.000 euro per singola unità immobiliare. Lo stesso limite si applica alle parti comuni condominiali, con ripartizione tra i condòmini.

Per la sostituzione di infissi e serramenti, la detrazione scende al 50%, mentre resta al 65% per cappotti termici e isolamenti di tetti e pavimenti. Gli interventi devono riguardare edifici esistenti, accatastati (o in corso di accatastamento) e dotati di impianto di riscaldamento funzionante o riattivabile.

Requisiti tecnici minimi e materiali isolanti ammessi

Per accedere alla detrazione è indispensabile rispettare i valori limite di trasmittanza termica (U) previsti dalla normativa, certificati da un tecnico abilitato. I principali riferimenti normativi sono:

  • il Decreto Requisiti Minimi del 26 giugno 2015 (per lavori antecedenti il 6 ottobre 2020);

  • il Decreto MISE 6 agosto 2020, che nell’Allegato E – Tabella 1 stabilisce i valori di trasmittanza massima in funzione della zona climatica.

Il tecnico (ingegnere, architetto o geometra) deve asseverare il rispetto dei requisiti e trasmettere la documentazione all’ENEA entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori.

Sono ammessi tutti i materiali isolanti che rispettano il Regolamento UE n. 305/2011 (CPR) e possiedono marcatura CE:

  • Sintetici: polistirene, poliuretano, polietilene espanso;

  • Minerali: lana di roccia, lana di vetro, perlite, vermiculite;

  • Naturali ed ecologici: fibra di legno, sughero, canapa, lana di pecora, cellulosa.

L’intervento può essere eseguito con cappotto termico esterno, isolamento interno (in presenza di vincoli architettonici) o isolamento in intercapedine. Sono comprese anche le opere accessorie, come rifacimento degli intonaci o sistemazione dei serramenti, purché funzionali alla coibentazione.

Spese ammissibili e documentazione necessaria

Per ottenere la detrazione del 65%, è fondamentale che tutte le spese siano pertinenti, documentate e pagate correttamente. Le spese detraibili comprendono:

  • fornitura e posa in opera del materiale isolante;

  • demolizioni, ricostruzioni e opere murarie collegate;

  • ponteggi e dispositivi di sicurezza;

  • spese professionali per progettazione, asseverazioni, direzione lavori;

  • redazione dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) post intervento;

  • IVA, imposte di bollo, diritti comunali e collaudi finali.

Anche i materiali acquistati separatamente dal committente sono detraibili, se installati da operatori qualificati e correttamente fatturati.

I pagamenti devono essere effettuati con bonifico bancario o postale parlante, indicando:

  • la causale del versamento con riferimento alla Legge 296/2006, art. 1 comma 345;

  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione;

  • la partita IVA o il codice fiscale dell’impresa che esegue i lavori.

I titolari di reddito d’impresa possono utilizzare mezzi di pagamento tracciabili ordinari.

La documentazione da conservare comprende:

  • fatture e ricevute dei bonifici;

  • asseverazione tecnica e APE;

  • ricevuta dell’invio all’ENEA;

  • eventuali CILA o SCIA;

  • documentazione fotografica prima e dopo i lavori.

L’assenza anche di uno solo di questi documenti può far decadere il diritto alla detrazione.

Cumulabilità con altri bonus edilizi

L’Ecobonus 65% per la coibentazione può essere compatibile con altri incentivi, ma non per le stesse spese. In particolare:

  • non è cumulabile con il Superbonus 110% o 90% per lo stesso intervento;

  • non è cumulabile con altri contributi pubblici se riguardano le stesse voci di spesa;

  • è ammessa la cumulabilità parziale per lavori distinti e contabilmente separati (es. Ecobonus per coibentazione + Bonus Ristrutturazioni 50% per lavori interni).

Coibentazione con Global Società Cooperativa: efficienza e competenza

Affidarsi a un’impresa qualificata come Global Società Cooperativa significa realizzare interventi di coibentazione a regola d’arte, nel pieno rispetto delle normative tecniche e dei requisiti per l’accesso alle detrazioni fiscali.

L’azienda, certificata UNI EN ISO 9001:2015 e UNI EN ISO 14001:2015, garantisce qualità dei materiali, professionalità nelle lavorazioni e assistenza completa nella gestione della documentazione tecnica e fiscale necessaria per l’Ecobonus 2025.

Dal cappotto termico alla coibentazione del tetto o del solaio, Global Società Cooperativa opera in tutta la Sardegna con un approccio orientato all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale, contribuendo a ridurre i consumi e migliorare il comfort abitativo delle abitazioni e degli edifici pubblici.

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Conto Termico 3.0: nuove opportunità per l’efficientamento energetico degli edifici

Il Conto Termico 3.0 è realtà: il Decreto del 7 agosto 2025 del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 settembre 2025 e entrerà in vigore il novantesimo giorno successivo, cioè il 25 dicembre 2025. Con questo provvedimento si aggiorna in modo strutturale la disciplina degli incentivi per interventi di piccole dimensioni volti al miglioramento dell’efficienza energetica e alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili, superando il perimetro del DM 16 febbraio 2016 e allineando il meccanismo alle nuove priorità di transizione energetica del Paese.

Per chi opera nell’edilizia e nella riqualificazione del patrimonio immobiliare, la prima novità rilevante riguarda l’ampliamento dei soggetti ammessi e degli ambiti d’intervento. Le amministrazioni pubbliche possono attivare l’intero spettro degli interventi previsti dal decreto, sia di efficienza energetica sia di produzione termica da rinnovabili. I soggetti privati, invece, vedono una distinzione netta: per l’efficientamento dell’involucro e degli impianti sono ammessi quando gli interventi insistono su edifici dell’ambito terziario; per la produzione di energia termica e per i sistemi ad alta efficienza possono intervenire anche in ambito residenziale. È inoltre formalizzata l’assimilazione al mondo PA degli enti del terzo settore non economici, che possono quindi accedere alle medesime misure dedicate al pubblico. Questo cambio di perimetro sposta il baricentro del meccanismo verso una riqualificazione più capillare degli edifici non residenziali, senza trascurare la spinta alla generazione termica rinnovabile nelle abitazioni.

Nel merito degli interventi ammessi per l’efficienza energetica, il decreto conferma e amplia la gamma di attività strategiche per ridurre i fabbisogni e migliorare le prestazioni. Rientrano l’isolamento termico delle superfici opache, la sostituzione delle chiusure trasparenti con infissi performanti e l’installazione di schermature solari esterne. In un’ottica di passi più ambiziosi, il legislatore incentiva anche la trasformazione degli edifici esistenti in nZEB (Nearly Zero Energy Building, ovvero “edificio a energia quasi zero”) con un approccio integrato che combina involucro e impianti e—quando necessario—demolizione e ricostruzione coerenti con i titoli edilizi. Completano il quadro la sostituzione degli impianti di illuminazione con sistemi efficienti e l’adozione di tecnologie di building automation per il controllo dei servizi energetici, inclusa la termoregolazione e la contabilizzazione del calore. Un elemento innovativo, che connette edilizia e mobilità, è la possibilità di finanziare l’infrastrutturazione per la ricarica dei veicoli elettrici, a condizione che si proceda contestualmente alla sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore elettriche. Allo stesso modo, l’installazione di fotovoltaico con sistemi di accumulo è incentivabile quando associata alla sostituzione degli impianti invernali con pompe di calore, favorendo così progetti integrati edificio–impianto.

Sul fronte della produzione di energia termica da rinnovabili, il decreto orienta con decisione verso tecnologie mature e ad alta resa. Sono ammessi la sostituzione degli impianti invernali con pompe di calore elettriche o a gas che sfruttano energia aerotermica, geotermica o idrotermica; i sistemi ibridi “factory made” o bivalenti e le configurazioni con pompe di calore “add on”; i generatori a biomassa anche per utenze produttive e reti di teleriscaldamento; il solare termico, compreso l’abbinamento al solar cooling, con obbligo di contabilizzazione oltre i 100 m²; gli scaldacqua a pompa di calore; l’allaccio a teleriscaldamento efficiente; e perfino la microcogenerazione alimentata da fonti rinnovabili. Questo paniere consente di disegnare interventi su misura per il terziario e per il residenziale, con un’elevata integrazione tra involucro e impianti.

Un tema sempre centrale è l’intensità dell’incentivo. Il Conto Termico 3.0 stabilisce un tetto generale pari al 65% delle spese ammissibili, con un’eccezione di rilievo: gli interventi realizzati su edifici di comuni fino a 15.000 abitanti e quelli su edifici pubblici ad uso scolastico o sanitario possono beneficiare di un incentivo fino al 100%, nei limiti di potenza, superficie e massimali previsti. Le modalità di erogazione sono altrettanto pragmatiche: per i privati, se l’importo complessivo non supera 15.000 euro, il contributo è liquidato in unica rata; diversamente, si procede per rate annuali costanti per una durata definita in tabella. Le amministrazioni, quando utilizzano la prenotazione, possono richiedere acconti e rate intermedie, migliorando la gestione del cantiere e del cash flow.

Dal punto di vista operativo, tutto transita dal Portaltermico del GSE. Il decreto prevede che il MASE approvi, su proposta del GSE, le nuove Regole Applicative entro sessanta giorni dall’entrata in vigore; a loro volta, entro altri sessanta giorni il GSE aggiorna la piattaforma telematica per la presentazione delle istanze. In termini pratici, il cronoprogramma consente agli operatori di preparare i progetti in coerenza con i requisiti tecnici e documentali, nell’attesa dell’adeguamento del portale e della messa a disposizione dei nuovi tracciati e modelli.

Merita attenzione anche la definizione regolatoria delle “piccole dimensioni”, perché condiziona la progettazione e i capitolati. Il decreto qualifica come piccoli gli impianti con potenza termica fino a 2 MW e i campi solari termici con superficie fino a 2.500 m², mentre per impianti solari superiori a 100 m² scatta l’obbligo di contabilizzazione del calore. Questi limiti rafforzano la vocazione del Conto Termico ad accompagnare interventi diffusi e replicabili, tipici del patrimonio edilizio esistente.

Affidati ai professionisti dell’edilizia in Sardegna

Per Global Società Cooperativa, impresa edile certificata, il Conto Termico 3.0 diventa un acceleratore di qualità progettuale: dagli interventi sull’involucro fino alle trasformazioni nZEB, passando per l’integrazione con pompe di calore e sistemi di controllo, la misura consente di orchestrare cantieri che riducono in modo misurabile i consumi, migliorano il comfort e incrementano il valore immobiliare. L’assistenza nelle fasi di diagnosi, pratiche GSE, gestione della documentazione e coordinamento di cantiere sarà decisiva per massimizzare il contributo pubblico e rispettare i requisiti di conformità tecnica e amministrativa.

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Casa più calda e sicura: 5 lavori di ristrutturazione da fare prima dell’inverno

L’autunno è appena iniziato e le temperature sono ancora miti, ma la brutta stagione sta per arrivare ed è necessario preparare la casa all’abbassamento delle temperature e alle piogge più frequenti. Come? Con alcuni semplici interventi che possono migliorare l’isolamento termico dell’abitazione e portare a un notevole risparmio energetico.

Sono diverse le soluzioni possibili e variano molto a seconda della tipologia della struttura, della latitudine e delle particolari esigenze dei proprietari: in questo articolo cercheremo di suggeritivi cinque interventi da tenere in considerazione se si vuole ristrutturare casa in Sardegna in vista dell’inverno.

1. Sostituzione degli infissi: perché cambiare quelli vecchi conviene

Uno dei problemi più comuni che comportano un isolamento termico scadente è sicuramente la qualità dei serramenti. Quelli più vecchi possono lasciar passare spifferi, con un abbassamento delle temperature all’interno della casa. Gli infissi più moderni sono realizzati in modo da assicurare un buon isolamento termico durante tutto l’anno, in particolare quelli in PVC e quelli in alluminio con profilo a taglio termico. Molto importante anche la tipologia del vetro e la qualità: ormai la lastra singola è stata abbandonata in favore di due o tre lastre di vetro. Il vetro doppio è costituito da un vetro esterno semplice o stratificato, da un’intercapedine chiamata camera (e perciò detto anche “vetrocamera”) e da un vetro esterno. Il doppio vetro altro non è quindi che un vetro su cui vengono installate due lastre accoppiate e distanziate. Il vetro triplo ha le stesse caratteristiche di quello doppio ma oltre ad avere un vetro ed una camera in più ha subito un’ulteriore trattamento di bassa emissività.

2. Lavori di impermeabilizzazione per terrazzi e balconi: perché sono fondamentali

Con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno aumenta anche l’esposizione delle abitazioni alle piogge e all’umidità. Tra i rischi più comuni ci sono le infiltrazioni d’acqua, che possono compromettere non solo il comfort degli ambienti interni, ma anche la salubrità dell’aria a causa della formazione di muffe e condense. Se trascurato, questo fenomeno può evolversi in un danno ben più serio, arrivando a deteriorare l’intonaco e, nel tempo, persino la struttura portante dell’edificio.

Per questo motivo la corretta impermeabilizzazione di terrazzi e balconi rappresenta un intervento fondamentale da programmare in vista della stagione fredda. Oltre ai lavori strutturali più complessi, oggi esistono anche soluzioni pratiche e poco invasive, come l’applicazione di vernici impermeabilizzanti specifiche che possono essere stese direttamente sulla pavimentazione, migliorando la protezione dalle infiltrazioni senza interventi demolitori.

3. Ristrutturazione tetto: l’importanza di rifare l’isolamento termico

Un altro elemento da controllare prima di addentrarsi nell’inverno è la copertura della casa, essendo questa una superficie particolarmente esposta agli agenti atmosferici. Se non sono stati eseguiti interventi da diverso tempo è bene fare un controllo per accertarsi che non sia necessario eseguire qualche riparazione. Se è un tetto non isolato in questa occasione si potrebbe investire nella trasformazione in un tetto coibentato o in un tetto ventilato, entrambi in grado di migliorare notevolmente le prestazioni di efficienza energetica dell’edificio.

4. Cappotto termico esterno: la soluzione ideale contro il freddo invernale

Come dice il nome stesso, il cappotto termico è un’opera edile in grado di isolare l’edificio dall’ambiente esterno, garantendo un’ottimizzazione e un efficientamento energetico che si traducono, infine, in un notevole risparmio nella bolletta elettrica e del gas. Il cappotto termico esterno è composto da lastre, affiancate e posate come “piastrelle” sulle pareti esterne di un edificio. Ogni lastra è composta da più strati di materiali isolanti, che possono essere biologici o sintetici. I materiali biologici più utilizzati per creare il cappotto termico sono la fibra di legno, la fibra di vetro, il sughero e la lana di roccia.  Tra i materiali sintetici annoveriamo il poliuretano estruso, il poliuretano espanso e il PVC.  I materiali sintetici hanno solitamente un costo minore ma anche una resa minore rispetto a quelli naturali: oltre all’isolamento termico, infatti, bisogna valutarne anche il più rapido degrado nel tempo e l’isolamento acustico inferiore rispetto alle fibre naturali.

5. Soluzioni di riscaldamento sostenibile: stufa a pellet e pompa di calore

Dopo aver garantito alla casa un adeguato isolamento dagli agenti esterni, il passo successivo è quello di scegliere il sistema di riscaldamento più efficiente. Oggi il mercato offre numerose soluzioni, ma l’andamento altalenante dei costi energetici e dei combustibili negli ultimi mesi ha reso ancora più importante valutare attentamente l’investimento. Tra le opzioni disponibili, le stufe a pellet e le pompe di calore si confermano le soluzioni più convenienti e sostenibili.

Le stufe a pellet hanno molti pregi che le rendono un’ottima scelta – anche di design, con modelli più moderni – per il riscaldamento domestico. Sono ecologiche (il pellet è naturale al 100%, rilasciano pochi residui dalla combustione e producono poco fumo. Un motivo per installare una stufa a pellet è la sua capacità di rendere la casa ancora più accogliente grazie alla magia della fiamma (laddove non viene più utilizzato il camino a legna, è un’ottima alternativa romantica).

I climatizzatori con pompa di calore oltre a raffrescare durante l’estate sono efficaci per riscaldare la casa durante l’inverno, optando per modelli dai consumi ridotti. Si possono usare in combinazione con altri sistemi di riscaldamento oppure, in zone dal clima particolarmente mite durante l’inverno, possono essere sufficienti ad alzare di qualche grado la temperatura di una stanza. Installare un condizionatore con pompa di calore è quindi una soluzione da considerare prima dell’arrivo dell’inverno per sostituire altri sistemi più ingombranti ed energivori.

Affidati solo a professionisti dell’edilizia in Sardegna

Global Società Cooperativa, con la propria esperienza nel settore edile e nelle ristrutturazioni in Sardegna, rappresenta un punto di riferimento per chi desidera approfittare delle ultime opportunità del 2025 offerte dal bonus barriere architettoniche e pianificare gli interventi futuri in un’ottica di qualità e sicurezza.

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Impianti smart domotici e risparmio energetico: come ottenere detrazioni fino al 65% in Sardegna

L’adozione di impianti domotici intelligenti nelle abitazioni non è soltanto un elemento di comfort, ma rappresenta una vera e propria strategia di efficienza energetica. In Sardegna, dove il tema del risparmio energetico si intreccia con le sfide climatiche e con l’esigenza di ridurre i costi delle bollette, la domotica assume un ruolo di primo piano. I sistemi smart consentono infatti di gestire in maniera ottimizzata il riscaldamento e la climatizzazione degli ambienti e garantiscono un significativo abbattimento dei consumi.

Per questo motivo, come dimostrato da uno studio di qualche mese fa, una casa efficiente vale fino all’80% in più rispetto a una da ristrutturare.

Un ulteriore incentivo alla ristrutturazione in chiave di efficientamento energetico arriva dalle agevolazioni fiscali legate all’Ecobonus, che riconosce una detrazione fino al 65% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di dispositivi domotici destinati al controllo intelligente della temperatura.

Cosa prevede la normativa per gli impianti smart in Sardegna

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente chiarito che l’acquisto e la messa in opera di dispositivi multimediali per la gestione da remoto degli impianti di riscaldamento o climatizzazione rientra tra gli interventi incentivati dall’Ecobonus. La detrazione si applica a condizione che i sistemi installati siano progettati per migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione, favorendo un utilizzo più consapevole delle risorse.

Secondo lo Stato non si tratta quindi di un semplice aggiornamento tecnologico, ma di un investimento finalizzato a rendere gli impianti domestici più sostenibili. È un’opportunità concreta per chi in Sardegna desidera ridurre i consumi senza rinunciare al comfort abitativo, con il vantaggio aggiuntivo di un sostegno economico rilevante.

Quali dispositivi smart rientrano nella detrazione

Non tutti i prodotti connessi o controllabili tramite app sono ammessi all’agevolazione fiscale. La normativa circoscrive il beneficio ai dispositivi destinati al risparmio energetico degli impianti di climatizzazione. Tra questi rientrano:

  • cronotermostati intelligenti, programmabili e gestibili da remoto;

  • sensori ambientali capaci di rilevare la temperatura e regolare automaticamente gli impianti;

  • centraline smart che ottimizzano accensione e spegnimento in base alla presenza in casa o alle condizioni climatiche;

  • sistemi domotici integrati che monitorano e riducono i consumi energetici complessivi.

Questi dispositivi non solo consentono di controllare la temperatura attraverso smartphone o computer, ma contribuiscono anche a un utilizzo più efficiente degli impianti, riducendo sprechi e costi.

Adempimenti per accedere all’Ecobonus

Per ottenere la detrazione del 65% è necessario rispettare una serie di requisiti formali e documentali. Il pagamento deve avvenire tramite bonifico bancario o postale parlante, riportando i dati richiesti dalla normativa. Occorre inoltre conservare tutte le fatture e la documentazione tecnica relativa ai dispositivi installati, insieme alle certificazioni rilasciate dal produttore e dall’installatore.

Fondamentale è anche la trasmissione all’ENEA, entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori, dei dati relativi all’intervento. Senza questo passaggio, l’accesso all’incentivo non è garantito. Un ulteriore requisito riguarda il titolo sull’immobile: l’intervento deve essere effettuato su un edificio detenuto in proprietà, affitto o altro titolo idoneo.

La prospettiva per le abitazioni in Sardegna

In Sardegna, dove i costi per l’energia elettrica sono mediamente più alti rispetto al resto d’Italia, la gestione dei consumi energetici è una priorità per famiglie e imprese: l’adozione di impianti smart rappresenta un passo avanti verso una edilizia moderna, sicura e sostenibile. Le imprese certificate che operano nel settore edilizio e impiantistico hanno oggi un ruolo strategico, perché possono accompagnare i cittadini nella scelta delle soluzioni più adatte e nella corretta gestione degli adempimenti burocratici.

L’esperienza di Global nel ramo della domotica

Grazie alla sua esperienza pluridecennale, Global si propone come partner affidabile per interventi di costruzione e riqualificazione energetica in ottica smart. L’azienda promuove un’edilizia integrata, tecnologica e sostenibile, collaborando con progettisti, fornitori e clienti per garantire soluzioni efficienti e durature. Investire nella domotica e nello smart building non è solo una scelta responsabile, ma un’opportunità concreta per aumentare il valore del proprio immobile e contribuire attivamente alla transizione energetica.

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Conto Termico

Conto Termico 3.0: incentivi edilizi per riqualificazione ed efficienza energetica

Il Conto Termico 3.0, in attesa di entrare ufficialmente in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, rappresenta un passo avanti decisivo nelle politiche di efficienza energetica in Italia. Con un budget annuo di 900 milioni di euro, la nuova misura prevede importanti novità anche per il settore edilizio e amplierà gli interventi ammissibili offrendo importanti incentivi.

Di cosa si tratta? Il Conto Termico 3.0 è il nuovo incentivo gestito dal GSE che mira a promuovere l’efficienza energetica e l’uso delle rinnovabili con rimborsi diretti fino al 65% delle spese. Introduce novità significative, ampliando platea dei beneficiari (inclusi enti del Terzo Settore) e consentendo anche l’installazione congiunta di fotovoltaico con accumulo e colonnine di ricarica, con un tetto di spesa annuo di 900 milioni di euro. Le domande si presentano sul portale del GSE entro 60 giorni dalla fine dei lavori, e il contributo viene erogato direttamente dal gestore. 

Chi può accedere? Privati cittadini e imprese, Pubbliche Amministrazioni, Enti del Terzo Settore. 

La principale innovazione in materia edilizia riguarda l’apertura agli interventi di riqualificazione per immobili del terziario, purché dotati di impianto di climatizzazione. Gli incentivi coprono una vasta gamma di opere, tra cui l’isolamento termico delle superfici opache, la sostituzione di infissi, l’installazione di sistemi di schermatura solare e l’efficientamento degli impianti di illuminazione interna ed esterna. È prevista anche la possibilità di trasformare gli edifici esistenti in “edifici a energia quasi zero” (nZEB), in linea con le normative europee.

Grande attenzione viene data alle tecnologie di building automation, come sistemi di termoregolazione, contabilizzazione del calore e gestione automatizzata degli impianti termici ed elettrici, strumenti ormai fondamentali per una gestione intelligente e sostenibile degli edifici. Un altro elemento di rilievo è la possibilità di installare colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, purché integrate con pompe di calore, a conferma della visione integrata di transizione ecologica promossa dal decreto.

Per i Comuni sotto i 15 mila abitanti, gli incentivi possono arrivare al 100% delle spese ammissibili. Sarà in questo modo favorita la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e la riduzione dei consumi energetici. Anche i privati potranno beneficiare del meccanismo, con rimborsi immediati alternativi alle detrazioni fiscali, semplificando l’accesso ai contributi.

Il Conto Termico 3.0 diventerà quindi uno strumento strategico per l’edilizia in Sardegna, utile per migliorare l’efficienza energetica e per rilanciare interventi di riqualificazione sostenibile che coniugano risparmio, innovazione e tutela ambientale.

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Per ogni progetto edile in Sardegna, piccolo o grande che sia, la nostra priorità è costruire valore duraturo nel rispetto delle regole, dell’ambiente e delle persone. Contattaci per una consulenza o per un preventivo!

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Barriere architettoniche

Bonus barriere architettoniche: ultime opportunità per le detrazioni fino al 75% anche in Sardegna

Il bonus 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche si avvia alla conclusione. Salvo proroghe dell’ultimo minuto, l’agevolazione terminerà il 31 dicembre 2025, offrendo ancora pochi mesi di tempo a chi desidera realizzare interventi di accessibilità negli edifici. Dal 2026, infatti, la misura confluirà nel bonus ristrutturazioni, con aliquote più basse e differenziate.

Cos’è il bonus 75% barriere architettoniche

Il bonus consiste in una detrazione Irpef e Ires pari al 75% delle spese sostenute per la rimozione delle barriere architettoniche. Possono usufruirne persone fisiche, condomìni e imprese che effettuano i pagamenti tramite bonifico parlante entro la fine del 2025.

I tetti di spesa previsti sono:

  • fino a 50.000 euro per edifici unifamiliari o unità immobiliari indipendenti;

  • fino a 40.000 euro per unità in edifici da due a otto appartamenti;

  • fino a 30.000 euro per unità in edifici con più di otto appartamenti.

La detrazione viene recuperata in cinque rate annuali di pari importo.

Il bonus prevede alcune limitazioni per i redditi superiori a 75.000 euro, con importi base ridotti e coefficienti legati al numero di figli a carico. Una misura che rende più selettivo l’accesso alle detrazioni, pur garantendo agevolazioni mirate alle famiglie.

Interventi agevolati

Gli interventi ammessi riguardano scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici, purché rispettino i requisiti del DM 236/1989 e siano asseverati da tecnici abilitati.

In Sardegna, dove molti edifici datati non sono pienamente accessibili, questa agevolazione rappresenta un’occasione importante per riqualificare il patrimonio edilizio e migliorare la vivibilità sia negli immobili privati che in quelli condominiali.

Cosa succede dal 2026

Dal 1° gennaio 2026, l’agevolazione sarà assorbita dal bonus ristrutturazioni:

  • detrazione del 36% per lavori sulla prima casa;

  • detrazione del 30% per le altre abitazioni.

Il tetto massimo di spesa sarà di 96.000 euro fino al 2027, mentre dal 2028 al 2033 scenderà a 48.000 euro con aliquota unica al 30%.

Questa transizione segna un cambio di passo importante: solo i proprietari e i titolari di diritti reali di godimento potranno accedere all’aliquota maggiore, mentre locatari e comodatari avranno diritto solo al 30%.

Un’opportunità per l’edilizia in Sardegna

Per le imprese edili sarde, come Global Società Cooperativa, il bonus barriere architettoniche è stato un incentivo determinante per promuovere cantieri inclusivi e sostenibili. In una regione dove il patrimonio immobiliare è spesso datato e necessita di adeguamenti, la possibilità di usufruire della detrazione al 75% ha favorito interventi di riqualificazione che hanno migliorato l’accessibilità di abitazioni private, strutture pubbliche e condomìni.

Con l’arrivo delle nuove regole dal 2026, sarà comunque fondamentale affidarsi a professionisti qualificati e ad imprese certificate, in grado di seguire i lavori secondo le normative e di garantire il corretto accesso alle agevolazioni fiscali.

Global Società Cooperativa, con la propria esperienza nel settore edile e nelle ristrutturazioni in Sardegna, rappresenta un punto di riferimento per chi desidera approfittare delle ultime opportunità del 2025 offerte dal bonus barriere architettoniche e pianificare gli interventi futuri in un’ottica di qualità e sicurezza.

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Impianti elettrici in Sardegna

Impianti elettrici certificati e norma CEI 64-8: i 3 livelli delle dotazioni impiantistico-funzionali

Da una recente indagine nel settore edilizia e impiantistica è emerso che in Italia circa 12 milioni di appartamenti sono ancora dotati di impianti elettrici non a norma. Questo dato è allarmante se si considera che gli incidenti domestici e i guasti dovuti a malfunzionamenti elettrici raggiungono ogni anno circa 45.000 casi.

Quando si parla di ristrutturazioni edilizie e di realizzazione di impianti elettrici civili a norma di legge, anche per uso domestico, è fondamentale fare riferimento a normative specifiche che garantiscano sicurezza ed efficienza, evitando rischi per le persone e per le abitazioni. In questo articolo analizziamo la norma CEI 64-8, punto di riferimento in Italia per la progettazione e l’installazione degli impianti elettrici civili.

Norma CEI 64-8

La norma di riferimento per la realizzazione di un impianto elettrico civile è la CEI 64-8. Essa raccoglie le disposizioni legislative che riguardano il progetto, la posa in opera e la verifica degli impianti. L’obiettivo è garantire non solo la conformità normativa, ma soprattutto la sicurezza degli ambienti abitativi.

Dal 1° marzo 2019 è entrata in vigore la Variante 5 della CEI 64-8, che ha introdotto nuove linee guida per l’allineamento delle norme nazionali alle direttive europee. Inoltre, sono state definite le prestazioni minime che devono avere gli impianti elettrici, un passaggio cruciale per garantire qualità e sicurezza nelle abitazioni moderne.

I livelli minimi delle dotazioni impiantistico-funzionali

I livelli rappresentati dalla normativa CEI 64-8 sono tre:

– nel Livello 1 rientra la predisposizione di un impianto elettrico provvisto delle dotazioni minime obbligatorie, per la conformità ai sensi della CEI 64-8; inoltre, in tal modo verrà data una garanzia circa la sicurezza dello stesso e la sua (seppur minima) funzionalità;

– nel livello 2 rientrano gli impianti realizzati con un numero maggiore di prese di corrente e di circuiti, oltre al citofono e ai dispositivi di controllo dei carichi elettrici;

– al livello 3, infine, vengono inseriti gli impianti innovativi, cioè quelli scomposti in diverse sezioni e dotati, magari, anche di domotica.

Questa ripartizione delle dotazioni degli impianti elettrici è utile non solo all’elettricista che dovrà realizzare il progetto e rilasciare la certificazione di conformità, ma anche al committente il quale, avendo chiari i vari livelli, potrà operare una scelta sul tipo di intervento da far svolgere al professionista.

Ecco una semplice schematizzazione per ogni livello, con l’indicazione delle dotazioni minime che l’elettricista dovrà installare.

Livello 1

Il primo livello rappresenta la dotazione minima richiesta per ottenere la certificazione di conformità. La norma CEI 64-8 stabilisce che ogni stanza debba essere dotata di un numero minimo di prese, punti luce e collegamenti.

Per un appartamento di dimensioni inferiori ai 50 mq, l’elettricista dovrà predisporre un impianto elettrico a due circuiti: ciò significa che dal quadro generale dovrà partire un cavo che alimenta un magnetotermico / differenziale per la linea della luce (quindi i lampadari e le luci in generale) e un magnetotermico / differenziale per la linea delle prese.

Se l’appartamento è più grande rispetto al primo, ma non supera i 75 mq, i circuiti dovranno essere almeno tre: dal contatore generale, quindi, partiranno un magnetotermico / differenziale dedicato esclusivamente all’ambiente cucina e un magnetotermico / differenziale che a sua volta suddividerà la linea ad altri due magnetotermici / differenziali per la luce e per le prese.

Passando ai singoli dispositivi, in conclusione, nell’ingresso andranno previsti almeno una presa, un punto luce, stessa cosa per il corridoio e il ripostiglio. Per le camere da letto, a seconda della dimensione, occorreranno dalle 4 alle 6 prese, 1 o 2 punti luce e almeno una presa tv. Nella cucina, invece, potranno essere installare dalle 2 alle 4 prese (a seconda che vi sia cucina o angolo cottura) e almeno un punto luce e un punto antenna. In bagno risultano necessarie almeno 2 prese e 2 punti luce (uno per lo specchio e uno per il soffitto). Infine, andranno predisposti i punti luce esterni (uno per il balcone e uno sulla porta d’ingresso) e una presa per il telefono.

Livello 2

Il secondo livello prevede un impianto elettrico potenziato, con più prese e punti luce rispetto al livello base. Viene introdotta anche la predisposizione per sistemi di sicurezza come allarmi, citofoni e videocitofoni.

Perciò, rispetto al primo livello avremmo un numero maggiore di prese e punti luce: per le camere da letto, a seconda della dimensione, verranno installate dalle 5 alle 8 prese, 2 o 3 punti luce e almeno una presa tv; nella cucina saranno presenti dalle 2 alle 6 prese (a seconda che vi sia cucina o angolo cottura), 2 punti luce e un punto antenna, mentre nel bagno la predisposizione è identica al livello base, quindi 2 prese e 2 punti luce.

Per quanto riguarda i circuiti, questi, a seconda della dimensione dell’appartamento, saranno minimo 3 (per aree fino ai 75 mq) e massimo 6 (per aree maggiori di 125 mq).

Livello 3

Il terzo livello è quello degli impianti elettrici domotici, progettati per garantire la massima efficienza e sicurezza. Oltre alle dotazioni classiche, consentono il controllo da remoto delle diverse zone della casa: gestione delle luci, regolazione della temperatura, monitoraggio dei consumi e controllo dei sistemi di sicurezza.

Un impianto elettrico civile domotico oltre a comprendere i dispositivi classici, quali prese e punti luce, vede la presenza di supporti di comunicazione atti al contrasto delle intrusioni di estranei in casa, della gestione e del controllo delle luci, della regolazione della temperatura degli ambienti e per la verifica dei carichi.

Inoltre, con un impianto di tale livello è possibile anche gestire ogni singolo ambiente, quindi, chiudere o aprire la tapparella di una stanza, spegnere e accendere la luce, diffondere la musica e collegare anche dispositivi di sicurezza quali i sistemi anti allagamento e di rilevazione fughe di gas.

Impiantistica in Sardegna: affidati ai professionisti di Global

Conoscere i requisiti della norma CEI 64-8 è fondamentale per chi deve affrontare lavori di ristrutturazione edilizia o installazione di un nuovo impianto elettrico civile. Affidarsi a imprese certificate come Global Società Cooperativa, che operano con professionalità e nel pieno rispetto delle normative vigenti, è la scelta migliore per garantire sicurezza, qualità e valore agli immobili. dContattaci per una consulenza gratuita: trasformeremo insieme la tua casa in un luogo da vivere al meglio.

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Servizi di pulizia professionale in Sardegna: qualità, tecnologia e sicurezza con Global Società Cooperativa

Il mondo del lavoro è sempre più dinamico e competitivo. Per questo motivo, affidarsi a un’impresa di pulizie specializzata è una scelta strategica per qualsiasi azienda che desideri garantire ordine, igiene e un’immagine sempre curata. Global Società Cooperativa, ditta specializzata con sede in Sardegna, offre servizi di pulizia professionale e sanificazione aziendale ad alto contenuto tecnologico, progettati su misura per rispondere alle specifiche esigenze di ogni cliente.

Pulizie civili, industriali e HACCP: l’eccellenza al servizio delle imprese

Grazie a un team qualificato e a un’esperienza consolidata, Global è specializzata nella pulizia di ambienti pubblici e privati, strutture civili e industriali, e offre servizi mirati per settori che richiedono standard elevati, come i laboratori alimentari (in conformità al protocollo HACCP), hotel, uffici, centri commerciali e impianti produttivi.

L’obiettivo è garantire la massima igiene attraverso interventi ordinari e straordinari, utilizzando macchinari e prodotti professionali certificati, forniti dai principali leader europei del settore.

Servizio personalizzato e flessibile

Ogni ambiente di lavoro ha le sue peculiarità. Per questo, la nostra impresa di pulizie in Sardegna offre un servizio personalizzato: prima di ogni intervento effettuiamo un sopralluogo per valutare le esigenze reali dell’azienda, ascoltando le richieste del cliente e sviluppando un piano operativo su misura.

Inoltre, Global si distingue per la pianificazione flessibile dei propri interventi, adattandosi agli orari aziendali per garantire la massima efficienza con il minimo impatto sulle attività quotidiane.

Prodotti sicuri e rispetto per l’ambiente

Global impiega prodotti ecologici e sicuri, selezionati con attenzione per garantire l’efficacia delle pulizie senza compromettere la salute degli operatori e la sostenibilità ambientale. Le attrezzature impiegate sono moderne e progettate per ottenere risultati ottimali in tempi ridotti, anche in ambienti complessi come industrie e ospedali.

Ogni servizio è svolto nel rispetto delle normative vigenti, con particolare attenzione alla qualità certificata ISO 9001:2008, a tutela del cliente e degli standard igienico-sanitari più elevati.

Perché scegliere Global Società Cooperativa

Affidarsi a Global Società Cooperativa significa scegliere un partner affidabile, competente e aggiornato sulle migliori tecnologie di pulizia professionale. La nostra missione è rendere ogni spazio lavorativo un luogo pulito, accogliente e sicuro, così che le aziende possano concentrarsi sulla propria crescita, lasciando a noi la gestione dell’igiene e della sanificazione.

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