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Ristrutturazione e Bonus condizionatori 2023: come funziona e a chi spetta?

Recentemente, l’Osservatorio di REbuild 2023 dal Dipartimento di Culture del Progetto dell’Università Iuav di Venezia, ha effettuato uno studio volto a dimostrare che effettuare dei lavori di riqualificazione energetica su un immobile comporta un aumento del suo valore fino al 40%. Al contrario, è stato rilevato che trascurare una casa e non effettuare alcun lavoro di ammodernamento può portare a un deprezzamento importante di una casa o di un locale commerciale.

Per questo motivo – unitamente alla presenza di diversi incentivi statali – negli ultimi mesi c’è stata una vera e propria corsa alla riqualificazione energetica delle case italiane, a partire dalla sostituzione dei vecchi impianti di condizionamento.

A chi spetta il Bonus condizionatori 2023?

Il Bonus condizionatori 2023 può essere richiesto da tutti i contribuenti italiani, nello specifico ne hanno diritto:

  • persone fisiche
  • società di persone e di capitali
  • enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale
  • associazioni dei professionisti
  • cooperative di abitazione a proprietà condivisa
  • condomini
  • istituti autonomi per le case popolari

Per beneficiare del Bonus è necessario che l’intervento di sostituzione o installazione dell’impianto di climatizzazione avvenga in concomitanza di lavori di ristrutturazione edilizia (ad esempio la manutenzione straordinaria, la ristrutturazione o risanamento conservativo dell’unità immobiliare, la manutenzione ordinaria o straordinaria su parti comuni di edifici residenziali o la ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato in seguito a eventi calamitosi).

Bonus condizionatori 2023: quali spese rientrano?

L’agevolazione copre la spesa di acquisto delle pompe di calore,  oltre alle spese per l’esecuzione dei lavori di installazione e posa dell’impianto.

Se l’acquisto della pompa di calore rientra nell’ambito di una ristrutturazione edilizia è possibile ottenere una detrazione del 50%, come previsto dal Bonus mobili ed elettrodomestici.

Se l’acquisto della pompa di calore rientra nell’Ecobonus è invece possibile ottenere una detrazione del 65% sostituendo il vecchio condizionatore con uno nuovo a pompa di calore e di classe energetica superiore.

Se l’acquisto avviene insieme ad un “intervento trainante” che rientra nel Superbonus, come ad esempio gli interventi di isolamento termico sugli involucri dell’edificio o condominio, o la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni, l’aliquota di detrazione può salire fino al 90%.

Bonus condizionatori 2023: documentazione necessaria

Come per gli altri bonus edilizi, anche per i Bonus condizionatori 2023 è condizione necessaria che i metodi di pagamento siano tracciabili e che le ricevute debbano contenere il codice fiscale del beneficiario, il numero e la data della fattura e la causale di pagamento. Bisogna conservare tutte le fatture e le ricevute dei bonifici, la ricevuta della comunicazione all’Enea oltre alla scheda tecnica della pompa installata e la dichiarazione di conformità.

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Dichiarazione di conformità impianti (DiCo): di cosa si tratta e quando è obbligatoria?

La Dichiarazione di Conformità degli impianti, conosciuta anche come DiCo, è un documento che deve essere rilasciato nel momento in cui viene installato un nuovo impianto. La legge italiana ha introdotto la l’obbligo di dotarsi della Certificazione di Conformità per evitare, come spesso accadeva in passato, che gli impianti venissero realizzati abusivamente da parte di tecnici improvvisati, privi di specifiche competenze e qualifiche.

Indipendentemente dalla destinazione d’uso dell’edificio, sia per abitazioni private o condomini, possono e devono essere certificate tutte queste tipologie di impianto:

Il certificato viene redatto e rilasciato da parte di un professionista qualificato, che attesta il rispetto di tutte le normative vigenti in materia. Non tutte le imprese sono abilitate per eseguire questo tipo di documento: il consiglio è di verificare prima con la ditta a cui affideremo i lavori la possibilità di ottenere tutte le certificazioni necessarie.

La DiCo ha una scadenza?

La Dichiarazione di Conformità degli impianti non ha un termine temporale e rimane valida fino a quando non vengono eseguiti interventi sull’impianto. Non è obbligatorio redigerne una nuova quando si effettuano interventi di manutenzione ordinaria. Se invece vengono realizzati lavori di manutenzione straordinaria, allora sarà obbligatorio ottenere un nuovo documento aggiornato, pena la nullità della conformità precedentemente ottenuta.

Quanto costa la Dichiarazione di Conformità degli impianti?

Genralmente il costo della DiCo viene incluso nel preventivo rilasciato dall’impresa, con un prezzo complessivo che tiene conto della manodopera e dei materiali utilizzati.

Il prezzo può variare notevolmente a seconda dell’impianto da certificare: una stima su impianti civili di medie dimensioni, ci possono far anticipare che la certificazione di un impianto elettrico costi mediamente 400-600 euro, quello termico di riscaldamento 300-400 euro, un impianto di condizionamento 300-400 euro). Naturalmente questi sono prezzi indicativi e variano in base alla complessità dell’impianto in questione e/o al tariffario dell’ingegnere che firmerà il documento finale.

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