Archives for Normative

Certificato di idoneità statica: cos’è, quando è necessario, quanto costa

Certificato di idoneità statica: cos’è, quando è necessario, quanto costa

Il certificato di idoneità statica è un documento che stabilisce le condizioni di sicurezza delle strutture portanti di un edificio. Questo certificato è indispensabile quando ci si rivolge al Comune per richiedere la cosiddetta agibilità di un fabbricato (con particolare riferimento a quelli realizzati da più di 50 anni) nei casi un cui non si possa ottenere il certificato di collaudo statico, introdotto in Italia dalla legge numero 1086 nell’anno 1971, oppure per fare richiesta di condono edilizio. Per tutti gli edifici costruiti prima del 1967 questo certificato non è richiesto: non esistevano ancora le normative afferenti alla solidità strutturale.

Com’è composto il certificato di idoneità statica

Lo scopo della certificazione è riuscire ad avere un valore della resistenza dell’edificio per poterlo puoi confrontare con la resistenza prevista nella documentazione effettuata al momento in cui, all’epoca, vennero sviluppati i calcoli progettuali. Questo consente di determinare se l’immobile è ancora sicuro e abitabile.

Il certificato di idoneità statica prevede diversi paragrafi nei quali vengono affrontati specifici aspetti dell’edificio in oggetto. Il primo paragrafo descrive nei dettagli la situazione dell’immobile (ubicazione geografica, metri quadrati calpestabili, servizi, accessi, etc).  Nella seconda parte si affronta l’argomento delle acquisizioni preliminari. Successivamente viene affrontata la tematica dei materiali utilizzati per la costruzione e il loro attuale stato di degrado. Nei paragrafi successivi c’è spazio per le verifiche statiche e le prove di carico su qualsiasi parte dell’edificio, in particolare sui solai e sulle aree calpestabili.

Se tutte le verifiche danno esito positivo, il certificato di idoneità statica confermerà che le fondazioni, le strutture in elevazione, gli orizzontamenti sono in grado di sopportare i carichi e sovraccarichi previsti dalle normative. Quindi l’edificio può essere dichiarato staticamente idoneo.

La validità del documento è fissata a 15 anni dalla data di emissione.

Chi può redigere il certificato di idoneità statica?

Il certificato di idoneità statica può essere redatto da un professionista abilitato (un architetto, un ingegnere edile oppure un ingegnere civile).

Quanto costa il certificato di idoneità statica?

Non c’è un prezzo ben definito perché bisogna far riferimento alla tipologia dell’immobile ma anche e soprattutto alle condizioni in cui si trova, all’estensione in termini di metri quadrati e all’ubicazione geografica. I costi aumentano se sulla struttura devono essere effettuate prove di carico per determinare la resistenza strutturale.

Una stima di massima per una casa indipendente? La spesa si aggira tra i 2000 e i 3000 € senza interventi di approfondimento. Una prova di carico sul solaio è ad esempio un costo aggiuntivo che si aggira attorno ai 1.000 €.

Read more

Planimetria catastale: quando serve, come ottenerla e quanto costa

La planimetria catastale è il disegno, riportato in scala 1:200, di un qualsiasi edificio. Questo elaborato, necessario in sede di rogito o in caso di lavori di ristrutturazione, rappresenta il perimetro dell’unità immobiliare, con le suddivisioni interne, le pertinenze, le parti comuni e l’orientamento rispetto al nord geografico. Il grafico contiene diverse informazioni sullo stato dell’immobile, tra cui la destinazione d’uso di locali come cucina, bagno, lavanderia, ripostiglio e cantina e le altezze.

Come ottenere la planimetria catastale

La planimetria catastale di un edificio si può richiedere negli uffici comunali di pertinenza oppure online, tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate. Secondo quanto riportato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, il rilascio della planimetria catastale riferita allo stato attuale dell’immobile è gratuito. Se invece si necessita della planimetria catastale riferite a stadi precedenti, è previsto un pagamento di € 16 per ogni copia richiesta.

In quali casi serve una planimetria catastale?

La planimetria catastale è un documento richiesto obbligatoriamente in sede di compravendita, ma anche per la stipula di un mutuo, di un contratto d’affitto, ma anche per la presentazione di pratiche e certificazioni edilizie. Per questo motivo deve essere tenuta costantemente aggiornata.

Bisogna sottolineare che ad oggi, però, la planimetria catastale non rappresenta un documento probatorio della proprietà immobiliare. L’unico documento che può essere considerato probatorio è infatti quello depositato presso il Comune.

Quando è necessario modificare una planimetria?

È obbligatorio aggiornare la planimetria, che deve rispecchiare l’attuale stato dell’immobile, ogni volta che un edificio viene ristrutturato o vengono apportate modifiche. Ogni variazione deve infatti essere documentata tramite la planimetria catastale. Se il documento non corrisponde allo stato reale dell’immobile, sarà impossibile effettuare una compravendita o stipulare un mutuo.

Read more
Bonus Barriere Architettoniche 2022: tutto quel che c'è da sapere sul nuovo incentivo

Bonus Barriere Architettoniche 2022: tutto quel che c’è da sapere sul nuovo incentivo

Il Bonus Barriere Architettoniche è una novità introdotta nel 2022: è stato infatti introdotto per la prima volta con la Legge di Bilancio 2022 (Legge n. 234 del 30 dicembre 2021 in Gazzetta).

L’incentivo consiste in una detrazione d’imposta con aliquota pari al 75% per le spese che vengono sostenute a partire dal 1° gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2022, per gli interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche in case, condomini ed edifici privati e pubblici. Il nuovo bonus casa si utilizzerà seguendo le modalità di detrazione stabilite fin dall’inizio per il Superbonus 110%, ossia 5 quote di pari importo per 5 anni. In alternativa, sarà possibile scegliere le opzioni alternative alla detrazione, cioè la cessione del credito e lo sconto immediato in fattura. In questo modo anche i soggetti che non possono o non vogliono utilizzare l’incentivo in detrazione con la Dichiarazione dei Redditi (ad esempio, i Regimi Forfettari), possono decidere di monetizzare l’incentivo con tempistiche decisamente più brevi.

Bonus Barriere Architettoniche 2022: tutti i requisiti

Il Bonus Barriere Architettoniche è mirato ad agevolare tutti gli interventi svolti al fine di eliminare le barriere architettoniche di un edificio, ma non solo.

Rientrano in questo incentivo, e quindi possono essere portate in detrazione con aliquota al 75%, anche le spese sostenute per la realizzazione degli interventi:

  1. Mirati all’automazione degli impianti negli edifici condominiali e nelle singole unità immobiliari, sempre al fine sempre di abbattere le barriere architettoniche;
  2. Legati alla sostituzione di un impianto, per i quali rientrano tra le spese agevolabili esclusivamente quelle relative alla bonifica e allo smaltimento del vecchio impianto e dei relativi materiali.

Perché le spese siano considerate agevolabili con il bonus barriere architettoniche 2022, è necessario che si rispettino i requisiti e i criteri di progettazione di cui al Decreto Ministeriale n. 236 del 14 giugno 1989, con particolare riguardo al rispetto dei principi di “accessibilità”, “visitabilità” e “adattabilità” definiti all’Allegato A dello stesso decreto.

Bonus Barriere Architettoniche 2022: beneficiari e tipologie di edificio

I potenziali beneficiari del Bonus Barriere Architettoniche 2022 sono sostanzialmente gli stessi che hanno la possibilità di richiedere il Superbonus 110%, ovvero:

  1. Condomini;
  2. Persone Fisiche, solo per edifici unifamiliari oppure unità singole in edifici plurifamiliari;
  3. IACP ed enti analoghi, incluse società “in house providing”;
  4. Cooperative di abitazione a proprietà indivisa, solo per intervenire su immobili di proprietà della cooperativa assegnati in godimento ai soci;
  5. ONLUS e Organizzazioni di volontariato senza scopo di lucro;
  6. Associazioni e società sportive dilettantistiche, solo per gli interventi che interessano immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi;
  7. Titolari di reddito d’impresa, arti o professioni, per le spese sulle parti comuni, solo se l’immobile è sito all’interno di un edificio o condominio in cui più del 50% della SDL è a scopo residenziale.

Da tenere in considerazione che sono ammessi esclusivamente interventi eseguiti su edifici già esistenti: sono dunque esclusi gli edifici ancora in fase di costruzione.

Bonus Barriere Architettoniche 2022: massimali di spesa

Il Bonus Barriere Architettoniche si applica ad una spesa massima pari a:

  • 50.000 euro, per gli edifici unifamiliari o le singole unità (che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno) site all’interno di edifici plurifamiliari;
  • 40.000 euro (da moltiplicare per le unità che compongono l’edificio), per condomini composti da 2 a 8 unità immobiliari;
  • 30.000 euro, per le unità in condominio dalla nona in poi. Ovvero, per gli edifici composti ad esempio da 10 unità, si calcolerà un massimale di 40.000 euro per le prime 8 e di 30.000 euro per le restanti due unità.

Read more
Parere del Fisco sul Superbonus 110%: beneficiari e tipologie di immobile

Parere del Fisco sul Superbonus 110%: beneficiari e tipologie di immobile

Dopo la notizia del rinnovo dell’incentivo per tutto il 2022, torniamo a parlare del Superbonus 110% per chiarire quali siano i potenziali beneficiari e a quali tipologie di immobile possano essere oggetto di interventi. Come ormai noto, il maxi-incentivo è aperto a una vasta platea di possibili beneficiari mentre, riguardo alle tipologie di immobili, ammette esclusivamente quelle residenziali.

Analizzando un recente parere dell’Agenzia delle Entrate, faremo un breve riepilogo sui requisiti necessari per accedere al Superbonus 110% e sul funzionamento dell’incentivo in generale, integrando anche degli specifici chiarimenti.

Beneficiari e Immobili: a chi spetta il Superbonus 110%?

L’Agenzia delle Entrate, con la nota n. 804 del 10 dicembre 2021 ricorda quali siano gli effettivi beneficiari del maxi-incentivo e le tipologie di edificio sulle quali possono operare.

Possono usufruire del Superbonus 110%:

  1. Condomini, per:
  • Interventi trainanti e trainati sulle parti comuni.
  • Solo interventi trainati sulle singole unità immobiliari.
  1. Persone fisiche (al di fuori dell’esercizio di impresa, arti e professioni), per intervenire su:
  • Singole unità immobiliari indipendenti;
  • Edifici unifamiliari composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate;
  • Unità immobiliari site all’interno di edifici plurifamiliari, ma solo se le unità sono funzionalmente indipendenti e se sono dotate di uno o più accesso autonomi dall’esterno.
  1. IACP (Istituti Autonomi Case Popolari) ed enti analoghi per intervenire su immobili:
  • Di loro proprietà;
  • Di edilizia residenziale pubblica che gestiscono per conto del Comune.
  1. Cooperative di abitazione a proprietà indivisa, solo per immobili di proprietà della cooperativa assegnati in godimento ai soci.
  2. ONLUS e Organizzazioni di volontariato senza scopo di lucro, correttamente iscritte agli appositi registri.
  3. Associazioni e società sportive dilettantistiche, solo per immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi;
  4. Titolari di reddito d’impresa, arte o professione, solo:
  • Se l’immobile è sito all’interno di un edificio o condominio in cui più del 50% della SDL è a scopo residenziale;
  • Per eseguire interventi trainanti e trainati sulle parti comuni degli edifici condominiali.

Superbonus 110% e titolari diritti reali: i requisiti obbligatori

Il Superbonus 110%  può essere richiesto anche da chi detiene l’immobile oggetto di interventi in qualità di titolare di diritti reali di godimento. La locazione, essendo appunto un diritto reale, rende possibile la richiesta dell’incentivo, a patto che:

  • Esista un contratto di locazione correttamente registrato;
  • Siano gli stessi locatari a sostenere le spese;
  • Il proprietario (ovvero l’IPAB istante) rilasci una dichiarazione di consenso per gli interventi;
  • Risultino rispettati tutti i requisiti richiesti sia per gli interventi di efficientamento energetico che per quelli volti alla riduzione del rischio sismico.

Superbonus in condominio misto e Bonus Casa con opzioni alternative

Per le strutture riconosciute come condominio misto (ovvero in parte residenziale e in parte commerciale), ci sono delle precisazioni da fare. Per far sì che i locatari dei negozi possano partecipare alle spese per gli interventi trainanti e trainati, è obbligatorio dimostrare che più del 50% della Superficie Disperdente Lorda è adibita ad uso residenziale. Non sarà possibile invece conseguire interventi trainati che riguardino le singole unità commerciali.

Per quanto riguarda invece la possibilità per l’istante di usufruire, in alternativa al Superbonus 110%, del Bonus Facciate, dell’Ecobonus o del Sismabonus, si fa presente che i tre incentivi citati ammettono tra i potenziali beneficiari anche gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale. L’Agenzia delle Entrate fa presente anche che i tre incentivi sopra elencati rientrano tra quelli che danno la possibilità di scegliere le opzioni alternative alla detrazione, ovvero la cessione del credito e lo sconto in fattura.

Read more

Bonus Ristrutturazioni e regime forfettario: come accedere agli incentivi?

Il Bonus Ristrutturazioni è uno degli incentivi di maggior successo del Governo Italiano. Si tratta di una detrazione d’imposta pari al 50% per l’esecuzione di interventi di ristrutturazione edilizia, mirati al recupero, al restauro, all’abbattimento delle barriere architettoniche, al risparmio energetico, alle nuove costruzioni in caso di danneggiamento per cause climatiche.

Una domanda che ci viene posta spesso è quella relativa alla possibilità di accedere all’agevolazione fiscale (mediante Bonus Ristrutturazioni, ma non solo) anche da parte di contribuenti che hanno aperto una partita IVA con regime forfettario. Un regime particolarmente vantaggioso e molto utilizzato anche dai contribuenti residenti in Sardegna, ma che presenta anche lo svantaggio di non poter portare in detrazione le spese, comprese quelle per le ristrutturazioni edilizie.

Bonus Ristrutturazioni: chi può accedere all’incentivo?

Prima di tutto bisogna ricordare che si può accedere al Bonus Ristrutturazioni fino al 31 dicembre 2021, ma che è attesa una proroga fino al 2024. I soggetti fiscali che possono godere del Bonus Ristrutturazioni sono:

  1. Persone fisiche che sostengono le spese, tra cui:
  • Proprietario e nudo proprietario;
  • Titolare di diritto reale di godimento, inquilino o comodatario;
  • Convivente senza matrimonio, coniuge, parenti diretti entro il 3° grado, parenti affini entro il 2° grado;
  • Coniuge separato al quale è stata assegnata la casa di proprietà dell’altro coniuge;
  1. Soci di cooperative divise e indivise;
  2. Soci delle società semplici;
  3. Imprenditori individuali, ad esclusione degli immobili merce o strumentali.

Regime forfettario: come si può accedere agli incentivi?

I soggetti in regime forfettario, non potendo portare in detrazione le spese, possono usufruire del Bonus Ristrutturazioni, così come di altri bonus casa ai quali prima non potevano accedere, grazie all’introduzione delle opzioni alternative: cessione del credito d’imposta o sconto in fattura immediato. La stesso discorso si applica anche per tutti gli altri bonus casa che ammettono almeno una delle due opzioni, ovvero il Superbonus 110%, l’Ecobonus, il Sismabonus, il Sismabonus Acquisti e il Bonus Facciate.

Un grande passo avanti, dal momento che, fino a maggio 2020, per i soggetti che non possedevano un’imposta lorda da detrarre era impossibile accedere agli incentivi fiscali, perché appunto l’unico modo di usufruirne era la detrazione d’imposta in sede di Dichiarazione dei Redditi. La cessione del credito d’imposta e lo sconto in fattura immediato, dunque, allarga la platea dei beneficiari degli incentivi fiscali e danno la possibilità di monetizzare il credito da subito senza attendere i tempi lunghi del rimborso rateizzato in sede di dichiarazione fiscale.

Read more

Bonus facciate: come effettuare i pagamenti per avere accesso alle detrazioni?

Per accedere al Bonus facciate si possono utilizzare i modelli di bonifico predisposti per le altre detrazioni fiscali? La conferma arriva nella risposta ad un quesito pubblicato su Fisco Oggi, il giornale online dell’Agenzia delle Entrate .

Tra le domande frequenti dei cittadini, infatti, si annovera spesso il dubbio su quale tipologia di bonifico sia necessario utilizzare per i pagamenti da portare in detrazione fiscale, dal momento che diverse banche prevedono fino a quattro tipologie di bonifico (Ristrutturazione edilizia, Ecobonus 110, Bonus sisma, Bonus mobili) ma non un modello specifico per il Bonus facciate.

L’Agenzia delle Entrate conferma e ribadisce l’obbligo di effettuare tutti i pagamenti per le spese da portare in detrazione mediante bonifico bancario, a prescindere dal tipo di intervento rischiesto. Per quanto riguarda il bonus facciate, si possono utilizzare i modelli di bonifico predisposti dagli istituti bancari ai fini dell’Ecobonus o della detrazione prevista per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio.

È opportuno ricordare che nel bonifico va sempre riportato il codice fiscale del beneficiario della detrazione (quindi di chi effettua il pagamento) e la Partita Iva o il codice fiscale del beneficiario del bonifico (l’impresa edile o la ditta che effettua i lavori). Inoltre è necessario indicare, nella causale del versamento, gli estremi della Legge 160/2019.

In alcuni casi potrebbe non essere possibile indicare gli estremi della legge. Come comportarsi? L’Agenzia delle Entrate risolve anche questo quesito. “Qualora non si potesse indicare tale riferimento normativo (perché, per esempio, non è possibile modificare la causale che indica, invece, i riferimenti normativi della detrazione per interventi di recupero edilizio o dell’ecobonus), l’agevolazione sarà comunque riconosciuta, a condizione che il bonifico sia compilato in modo da non pregiudicare il rispetto da parte degli istituti bancari o postali dell’obbligo di operare la ritenuta d’acconto a carico del beneficiario del pagamento”.

Bonus facciate, attenzione alla scadenza!

La proroga del Bonus facciate sta generando aspri scontri tra il Governo e gli operatori del settore. L’esecutivo infatti avrebbe intenzione di non prorogare la detrazione. Il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha invece dichiarato che “la misura è fondamentale per il decoro urbano” e ha annunciato battaglia affinché la misura venga prorogata.

Nel frattempo, si apre uno spiraglio grazie all’intervento il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha prospettato un sistema per aggirare parzialmente l’ostacolo: pagare anticipatamente i lavori entro il 31 dicembre 2021 e realizzarli nel 2022. Un escamotage che – a monte di un pagamento anticipato – consentirebbe di usufruire delle detrazioni anche nel 2022.

Read more

APE: tutto quello che c’è da sapere sull’Attestato di Prestazione Energetica

L’Attestato di Prestazione Energetica è regolato dal Decreto Legge 63, emanato nel 2013, che ha introdotto diversi obblighi di legge in materia di efficientamento energetico degli immobili. La normativa di riferimento si allinea alle linee guida europee in ambito energetico e si inserisce in un contesto di più ampio respiro, illustrando e disciplinando misure tese alla tutela dell’ambiente e alla preservazione delle risorse naturali.

Cos’è l’Attestato di Prestazione Energetica?

L’attestazione di prestazione energetica è una certificazione, rilasciata da un professionista abilitato in merito, che elenca tutte le caratteristiche di un determinato immobile relativamente alle prestazioni energetiche dell’edificio, che vengono espresse mediante una scala di valori espresse in lettere dell’alfabeto (dalla A alla G). La scala si sviluppa infatti con 10 valori possibili. Il valore più alto è A4, primo gradino della graduatoria, fino alla lettera G che esprime, al contrario l’ultimo valore disponibile.

Ogni classe si caratterizza per un intervallo di consumo energetico, attraverso l’indice di prestazione energetica globale (EPgl: kWh al metro quadro per anno), necessario per riscaldare l’ambiente d’inverno, raffrescarlo d’estate, produrre acqua calda sanitaria, illuminarlo e ventilarlo.

Andiamo a vedere, nella tabella di classificazione energetica degli edifici, le fasce di consumo di ciascuna classe:

  • Classe A4: minore o uguale a 0,40 EPgl
  • Classe A3: maggiore di 0,40 EPgl e minore o uguale a 0,60 EPgl
  • Classe A2: maggiore di 0,60 EPgl e minore o uguale a 0,80 EPgl
  • Classe A1: maggiore di 0,80 EPgl e minore o uguale a 1,00 EPgl
  • Classe B: maggiore di 1,00 EPgl e minore o uguale a 1,20 EPgl
  • Classe C: maggiore di 1,20 EPgl e minore o uguale a 1,50 EPgl
  • Classe D: maggiore di 1,50 EPgl e minore o uguale a 2,00 EPgl
  • Classe E: maggiore di 2,00 EPgl e minore o uguale a 2,60 EPgl
  • Classe F: maggiore di 2,60 EPgl e minore o uguale a 3,50 EPgl
  • Classe G: maggiore di 3,50 EPgl

Come viene redatto il certificato APE?

L’emissione della certificazione energetica APE è riservata, esclusivamente, a professionisti accreditati, ossia certificatori APE (possono essere geometri, ingegneri o architetti) che hanno una formazione specifica nel settore dell’efficientamento energetico degli edifici. Il tecnico che rilascia la certificazione APE è responsabile in sede civile e penale della veridicità di quanto redatto.

Prima di redigere il documento il certificatore è tenuto a compiere tutta una serie di attività propedeutiche al rilascio dell’APE. Come prima cosa deve essere effettuato un sopralluogo nell’immobile oggetto di certificazione. Il tecnico inoltre dovrà raccogliere tutta la documentazione relativa all’impiantistica presente. Tra i documenti che il certificatore richiede ai proprietari dell’immobile ci sono le schede tecniche degli impianti, i dati catastali e tutti gli altri documenti utili alla stima del consumo energetico dei vari impianti.

Viene valutata anche l’eventuale presenza di impianti di produzione energetica alternativa, il tipo di infissi e il grado di efficienza degli impianti di riscaldamento.

Una volta completata la raccolta di tutte queste informazioni, il tecnico potrà effettuare i calcoli che permetteranno di elaborare la certificazione APE.

Quando serve presentare l’APE?

I passaggi di proprietà di un immobile che prevedano il pagamento di un corrispettivo economico (ad esempio la compravendita di un edificio) devono essere accompagnati dalla certificazione energetica APE, che viene allegata all’atto notarile. L’attestato è necessario anche nel caso in cui l’edificio sia oggetto di un annuncio di vendita pubblicato su un qualsiasi mezzo informativo.

L’APE è obbligatoria anche in caso di locazione dell’immobile e per edifici aperti al pubblico (sia in affitto che di proprietà).

Infine, ogni fabbricato di nuova costruzione deve essere accompagnato dall’APE, obbligatoria anche in caso di ristrutturazione (in particolare, per gli interventi edilizi che interessano oltre il 25% della superficie immobiliare).

Certificazione energetica: quanto costa?

Arriviamo alla domanda che tutti si faranno a questo punto. Quanto costa la certificazione energetica? Non è possibile fornire un’indicazione esatta, dal momento che non esiste un listino univoco e valido per tutti i professionisti del settore. Ogni professionista ha il suo prezzo, ma è comunque possibile stimare la spesa, mediando i costi attuali del mercato: il costo di un’APE, per un appartamento classico, si aggira attorno ai 300 euro.

Read more