efficienza energetica edifici

Comprare o vendere casa: cosa cambia con la nuova direttiva europea sull’efficienza energetica

Il mercato immobiliare europeo sta attraversando una trasformazione profonda. Con l’entrata in vigore della Direttiva (UE) 2024/1275 sull’efficienza energetica degli edifici, l’Unione Europea punta a ridurre drasticamente le emissioni e i consumi, tracciando un percorso chiaro verso la neutralità climatica entro il 2050.

Secondo i dati ufficiali, gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. È per questo che la nuova normativa europea rappresenta una vera svolta: dal 2030, tutte le nuove costruzioni dovranno essere a emissioni zero, mentre gli immobili già esistenti saranno progressivamente soggetti a interventi di riqualificazione energetica obbligatori.

Per chi intende comprare o vendere casa, queste regole avranno un impatto diretto sul valore degli immobili. Le abitazioni con classi energetiche basse rischiano di subire una svalutazione significativa o di diventare difficilmente vendibili e affittabili, mentre gli edifici efficienti e certificati diventeranno sempre più richiesti e competitivi sul mercato.

Ma cosa significa esattamente “edificio a emissioni zero”? Si tratta di un immobile che, grazie a tecniche costruttive avanzate e all’utilizzo di fonti rinnovabili come il fotovoltaico, riesce a coprire integralmente il proprio fabbisogno energetico senza produrre emissioni di CO₂.

Le conseguenze saranno importanti anche per costruttori, progettisti e imprese edili, chiamati ad adeguarsi a nuovi standard costruttivi e a una domanda sempre più orientata verso la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica.

Per questo motivo, affidarsi a imprese certificate e qualificate, come Global Società Cooperativa, diventa una scelta fondamentale. L’azienda, attiva in tutta la Sardegna, opera nel settore dell’edilizia e delle ristrutturazioni con certificazioni UNI EN ISO 9001:2015, UNI EN ISO 14001:2015 e attestazione SOA, garanzia di competenza e conformità ai requisiti europei.

La direttiva UE sull’efficienza energetica cambierà il modo di costruire, ristrutturare e abitare: agire per tempo significa tutelare il valore del proprio immobile e contribuire concretamente alla transizione ecologica.

Cosa prevede la Direttiva (UE) 2024/1275: gli obiettivi europei per l’efficienza energetica degli edifici

Approvata il 24 aprile 2024 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea l’8 maggio dello stesso anno, la Direttiva (UE) 2024/1275 segna un punto di svolta per il settore edilizio. Il suo obiettivo principale è la decarbonizzazione completa del patrimonio edilizio europeo entro il 2050, per trasformare ogni edificio in una struttura a emissioni zero.

La nuova normativa fissa tre tappe chiave che scandiscono la transizione energetica del continente:

Dal 2028, tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a emissioni zero, mediante l’adozione di tecnologie sostenibili e materiali ad alte prestazioni energetiche.
Dal 2030, l’obbligo verrà esteso a tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, con la fine della costruzione di immobili alimentati da fonti fossili.
Entro il 2050, l’intero parco immobiliare esistente dovrà essere riqualificato e convertito in edifici a emissioni zero, attraverso un processo di ristrutturazione energetica graduale e obbligatoria.

La Direttiva 2024/1275 non mira solo a ridurre le emissioni di CO₂, ma anche a promuovere l’uso delle energie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica degli edifici e contrastare la povertà energetica, sostenendo le famiglie nella riduzione dei consumi e dei costi in bolletta.

Si tratta di una trasformazione profonda e complessa, che coinvolgerà non soltanto costruttori e progettisti, ma anche milioni di proprietari di immobili chiamati ad adeguarsi ai nuovi standard europei. Una sfida che richiederà interventi tecnici mirati, investimenti strutturali e il supporto di imprese edili qualificate, come Global Società Cooperativa, in grado di garantire lavori conformi alle normative e certificati secondo i più alti standard di qualità.

Cosa significa davvero “edificio a zero emissioni” secondo la direttiva europea 2024/1275

Nel linguaggio comune, l’idea di una “casa a emissioni zero” fa pensare subito a pannelli solari, pompe di calore e tecnologie innovative. Ma nella visione dell’Unione Europea, così come definita dalla Direttiva (UE) 2024/1275, il concetto è molto più ampio e tecnico: un edificio a zero emissioni non è solo efficiente dal punto di vista energetico, ma rappresenta l’esito di un processo integrato di progettazione, costruzione e gestione che considera l’intero ciclo di vita dell’immobile.

Per essere classificato come tale, un edificio deve innanzitutto presentare un fabbisogno energetico estremamente ridotto, ottenuto attraverso soluzioni costruttive avanzate. Tra queste rientrano un involucro edilizio altamente isolato, infissi performanti, un corretto orientamento solare e sistemi di ventilazione naturale. L’obiettivo è minimizzare la necessità di energia per riscaldamento, raffrescamento e illuminazione, in modo da rendere l’edificio quasi autosufficiente.

Tuttavia, l’efficienza energetica non è sufficiente. La quota di energia residua necessaria deve provenire esclusivamente da fonti rinnovabili. La direttiva promuove la produzione diretta in loco, tramite impianti fotovoltaici, solare termico, pompe di calore o sistemi geotermici. Quando ciò non è possibile, è ammesso il ricorso a reti di teleriscaldamento o fornitori di energia verde, purché non siano utilizzati combustibili fossili come gas metano o gasolio. In sostanza, un edificio a zero emissioni non deve generare emissioni operative di gas serra durante il suo utilizzo.

Un aspetto innovativo introdotto dalla direttiva è l’analisi del ciclo di vita dell’edificio (LCA). Non si valuta più solo il consumo energetico annuale, ma anche l’impatto ambientale complessivo dei materiali impiegati, dalla produzione e trasporto fino allo smaltimento. Per questo vengono privilegiati materiali sostenibili, riciclabili e a bassa intensità di carbonio, con particolare attenzione al potenziale di riscaldamento globale (GWP).

Un altro pilastro della nuova edilizia sostenibile è la digitalizzazione degli edifici. Le strutture a zero emissioni devono poter dialogare con sistemi di gestione energetica intelligente, sensori e automazioni in grado di regolare temperatura, illuminazione e ventilazione in modo dinamico. In questo modo si ottiene un risparmio energetico costante, migliorando al contempo comfort e qualità abitativa.

In sintesi, l’edificio a zero emissioni rappresenta una nuova filosofia costruttiva, basata su innovazione, sostenibilità e benessere. Un modello che dal 2030 sarà obbligatorio per tutte le nuove costruzioni, ma che presto diventerà la norma anche per le ristrutturazioni e gli edifici esistenti, ridefinendo l’intero panorama dell’edilizia europea.

Dal 2025 stop agli incentivi per le caldaie a gas: cosa cambia per gli impianti di riscaldamento

Tra le misure più immediate introdotte dalla Direttiva (UE) 2024/1275 c’è lo stop definitivo agli incentivi pubblici per le caldaie alimentate unicamente da combustibili fossili, in vigore dal 1° gennaio 2025. Una decisione che segna l’inizio della fine per le tradizionali caldaie a gas e gasolio, ancora oggi diffuse nella maggior parte delle abitazioni italiane.

A partire dal 2025, dunque, non sarà più possibile ottenere agevolazioni fiscali o contributi pubblici per l’acquisto e l’installazione di caldaie a gas, salvo nei casi di sistemi ibridi, ovvero impianti che combinano la caldaia con fonti rinnovabili come il solare termico o le pompe di calore.

Questa misura è un chiaro segnale politico e ambientale: l’Unione Europea punta a eliminare progressivamente i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, responsabili di una parte significativa delle emissioni domestiche di CO₂.

Parallelamente, la direttiva impone agli Stati membri una serie di azioni concrete per accompagnare la transizione:

  • Favorire la diffusione di sistemi di riscaldamento a basse emissioni o interamente rinnovabili, come pompe di calore, geotermia e solare termico.

  • Promuovere incentivi per tecnologie pulite e per l’efficientamento degli edifici, riducendo i consumi e migliorando le prestazioni energetiche.

  • Introdurre normative nazionali più restrittive sui generatori di calore, basate sulle emissioni effettive di CO₂ o sul tipo di combustibile utilizzato, fino al divieto progressivo degli impianti più inquinanti.

Per famiglie, imprese e costruttori, il cambiamento è sostanziale: i tradizionali impianti a gas diventeranno progressivamente meno convenienti e meno compatibili con le nuove regole europee. Chi intende ristrutturare o costruire un edificio dovrà quindi orientarsi verso soluzioni rinnovabili e impianti ad alta efficienza, non solo per rispettare la normativa, ma anche per tutelare il valore dell’immobile nel lungo periodo.

Cosa succede agli edifici esistenti: chi dovrà ristrutturare e quando secondo la direttiva europea 2024/1275

Se per le nuove costruzioni le regole europee sono già definite, la vera sfida riguarda il patrimonio edilizio esistente. La Direttiva (UE) 2024/1275 introduce infatti un piano di riqualificazione energetica obbligatoria per gli edifici già costruiti, con scadenze precise che scandiranno il percorso verso la completa decarbonizzazione del settore entro il 2050.

L’obiettivo è ambizioso: trasformare gradualmente tutti gli immobili europei in edifici a emissioni zero, riducendo i consumi e migliorando le prestazioni energetiche. Per raggiungere questo traguardo, la direttiva stabilisce due tappe fondamentali:

Entro il 2030, ogni Stato membro dovrà assicurare che almeno il 16% degli edifici residenziali con le peggiori prestazioni energetiche (cioè in classe G o equivalente) sia stato ristrutturato. Entro il 2033, questa percentuale dovrà salire almeno al 26% del totale degli edifici residenziali.

Il piano si concentra sugli immobili più energivori, spesso edifici costruiti prima degli anni ’90, privi di isolamento termico e dotati di impianti di riscaldamento obsoleti. Queste strutture rappresentano una parte consistente del patrimonio edilizio italiano e saranno le prime a dover essere adeguate ai nuovi standard.

Gli edifici in classe energetica G o F, se non ristrutturati, perderanno progressivamente valore e saranno penalizzati dal mercato immobiliare. Con l’entrata in vigore delle norme nazionali di recepimento, potrebbero inoltre diventare non idonei alla locazione o alla compravendita, soprattutto nelle aree urbane dove l’efficienza energetica è già un requisito fondamentale.

Va chiarito che la direttiva non vieta direttamente la vendita o l’affitto degli immobili meno efficienti, ma crea un quadro normativo e fiscale sfavorevole per chi non interviene. I governi nazionali potranno introdurre maggiori imposte, restrizioni burocratiche o limiti di accesso agli incentivi per le abitazioni non conformi, spingendo di fatto i proprietari a investire in interventi di riqualificazione.

Per chi possiede un immobile, questa transizione rappresenta un momento cruciale: ristrutturare oggi significa preservare il valore economico dell’edificio, migliorarne il comfort e anticipare obblighi che diventeranno sempre più stringenti.

Chi è escluso temporaneamente dagli obblighi della direttiva europea 2024/1275

La Direttiva (UE) 2024/1275 sull’efficienza energetica degli edifici prevede un percorso rigoroso di riqualificazione, ma riconosce anche che non tutti gli immobili possono essere adeguati immediatamente ai nuovi standard. Per questo motivo, la normativa introduce alcune esenzioni temporanee, applicabili solo in casi specifici e debitamente documentati.

Rientrano tra le categorie escluse:

  • Gli edifici destinati a demolizione certa o documentata, per i quali non avrebbe senso programmare interventi di efficientamento energetico.

  • I casi di gravi difficoltà economiche o sociali, come le famiglie vulnerabili o le abitazioni situate in aree economicamente depresse, dove gli interventi risulterebbero insostenibili dal punto di vista finanziario.

  • Gli edifici storici, vincolati o di particolare valore architettonico, nei quali opere di isolamento o modifiche strutturali potrebbero compromettere l’integrità estetica o culturale dell’immobile.

  • Le strutture con destinazioni d’uso speciali, tra cui luoghi di culto, caserme, edifici agricoli non abitativi o fabbricati temporanei, che per natura o funzione non rientrano nei criteri di residenzialità o permanenza previsti dalla direttiva.

Tuttavia, l’Unione Europea impone agli Stati membri di motivare con precisione ogni esenzione nei propri piani nazionali di ristrutturazione energetica, definendo i criteri di applicazione e i tempi di eventuale revisione. Inoltre, ogni esclusione dovrà essere compensata da interventi su altri edifici, in modo da mantenere invariato il ritmo complessivo verso la neutralità climatica entro il 2050.

La logica alla base di queste deroghe non è quella di rallentare la transizione, ma di garantire un percorso realistico e socialmente sostenibile, che tenga conto delle diverse condizioni economiche e patrimoniali dei cittadini europei.

Affidati a Global Società Cooperativa: disponibilità, efficienza e competenza

Per i proprietari e le amministrazioni locali, sarà essenziale pianificare eventuali interventi futuri con il supporto di professionisti qualificati. In Sardegna, Global Società Cooperativa offre consulenza e soluzioni tecniche per la riqualificazione energetica degli edifici, assicurando il rispetto delle direttive europee e l’accesso alle agevolazioni disponibili per gli immobili conformi.

Contatti aziendali:
Global Società Cooperativa
Telefono: 070.2348800
Email: info@globalsocietacooperativa.com

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Cappotto termico

Cappotto termico: la soluzione ideale anche contro il caldo estivo

Quando si parla di isolamento termico degli edifici, si pensa spesso alla protezione dal freddo invernale. Tuttavia, con il cambiamento climatico in corso e le temperature estive sempre più elevate, il sistema a cappotto si rivela una scelta strategica anche per il comfort abitativo estivo e il contenimento dei consumi energetici nei mesi più caldi.

Cappotto termico e cambiamenti climatici: un’esigenza attuale

Secondo i dati ufficiali, il 2024 ha registrato un aumento della temperatura media globale superiore a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, con impatti evidenti sulla vivibilità delle nostre abitazioni. Si prevede che, entro il 2050, la percentuale di famiglie dotate di impianti di condizionamento passerà dal 27% a valori compresi tra il 33% e il 48%. Questo comporterebbe un forte incremento nei consumi elettrici e nelle emissioni climalteranti.

Per contrastare questi effetti, l’Unione Europea ha fissato l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, puntando anche sulla riqualificazione energetica degli edifici esistenti.

Perché installare un cappotto termico anche in estate?

Il sistema a cappotto è una delle tecnologie più efficaci per l’efficientamento energetico delle abitazioni. Grazie alla sua capacità di attenuare il flusso termico, protegge l’edificio non solo dal freddo, ma anche dal surriscaldamento estivo. Questo isolamento migliora le prestazioni energetiche complessive e rende gli ambienti interni più confortevoli, senza ricorrere eccessivamente ai sistemi di raffrescamento.

Cortexa, il consorzio di riferimento per la qualità del sistema a cappotto, ha recentemente pubblicato una Guida Tecnica che dimostra come una corretta progettazione e posa del cappotto termico contribuisca a migliorare sensibilmente il comfort abitativo estivo.

Come migliorare il comfort estivo degli edifici?

Per garantire una protezione efficace dal caldo, è fondamentale adottare alcune strategie tecniche:

  • Isolare correttamente le strutture opache (pareti e coperture);

  • Utilizzare materiali con elevata inerzia termica, capaci di ritardare l’ingresso del calore;

  • Applicare schermature solari a finestre e superfici trasparenti;

  • Integrare sistemi di ventilazione naturale o meccanica controllata.

Il cappotto termico esterno, in particolare, è uno degli strumenti più efficaci per limitare il fabbisogno energetico per il raffrescamento e garantire una temperatura interna più stabile durante tutto l’anno.

Prestazioni estive e valutazioni tecniche

La normativa italiana richiede specifiche verifiche per valutare l’efficacia dell’isolamento estivo, tra cui:

  • Il fabbisogno energetico di raffrescamento calcolato con modelli dinamici;

  • Il valore di trasmittanza termica periodica Yie (calcolata mediante la formula W/m²K)  delle pareti;

  • La temperatura operante sulla superficie esterna delle strutture opache.

Tutti questi parametri possono essere ottimizzati con un Sistema a Cappotto certificato, garantendo migliori prestazioni in estate e un risparmio concreto sulla bolletta.

I vantaggi concreti per le famiglie

Secondo un sondaggio condotto nel 2024 da Cortexa su circa 700 progettisti, il 30% dei committenti sceglie il cappotto termico principalmente per aumentare il comfort abitativo. L’isolamento estivo è ormai percepito come una necessità concreta, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove le ondate di calore sono sempre più frequenti.

Grazie al cappotto termico è possibile:

  • Ridurre i picchi di temperatura interna;

  • Limitare l’uso dei climatizzatori, con un risparmio fino al 50% sui consumi;

  • Aumentare il valore e la vivibilità dell’immobile.

Global Società Cooperativa, grazie alla propria esperienza nel settore dell’edilizia e dell’efficienza energetica in Sardegna, è il partner ideale per interventi di riqualificazione con sistemi a cappotto di qualità certificata, in grado di migliorare il comfort abitativo e ridurre i consumi sia in inverno che in estate. Chiamaci o scrivici per un preventivo.

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Edilizia smart e domotica: una casa efficiente vale fino all’80% in più di una da ristrutturare

L’efficienza energetica e l’integrazione tecnologica stanno ridefinendo profondamente il modo in cui vengono progettati, costruiti e ristrutturati gli edifici. In questo nuovo paradigma, la classe energetica, la capacità di ridurre i consumi e l’adozione di sistemi intelligenti di gestione rappresentano i principali fattori che determinano il valore di un immobile.

Global Società Cooperativa è protagonista di questa trasformazione, offrendo servizi specializzati nella domotica e nella costruzione e ristrutturazione di edifici smart, grazie a competenze tecniche aggiornate e a un approccio progettuale innovativo.

Smart district: la nuova frontiera dell’edilizia sostenibile

La progettazione contemporanea non si limita più al singolo edificio, ma abbraccia una visione più ampia: quella degli smart district, veri e propri quartieri intelligenti in cui impianti, dispositivi e infrastrutture dialogano tra loro per ottimizzare i consumi energetici e idrici.

Questa tendenza, evidenziata dall’ultima analisi della Community Smart Building di TEHA Group, mostra come l’interoperabilità sia la chiave per ottenere ambienti più sostenibili, efficienti e confortevoli.

L’edilizia smart premia in valore e risparmio

I dati parlano chiaro: un edificio ad alta efficienza energetica può valere fino all’80% in più rispetto a uno da ristrutturare. L’introduzione di tecnologie intelligenti consente una riduzione dei consumi fino al 29%, con vantaggi economici tangibili sia per i singoli cittadini sia per l’intero sistema Paese.

Secondo le rilevazioni, tra il 2018 e il 2023 la quota di edifici in classe A è cresciuta dall’8% al 15%. Tuttavia, il 75% del patrimonio edilizio italiano resta in una fascia energetica bassa, contribuendo alla povertà energetica che colpisce oltre 5,3 milioni di persone.

È qui che entra in gioco il valore dell’edilizia smart, che non solo migliora la qualità della vita ma può anche generare risparmi annuali stimati tra i 17 e i 19 miliardi di euro, riducendo il consumo energetico e idrico a livello nazionale.

Domotica: tecnologia al servizio del comfort

Un elemento fondamentale nella trasformazione degli edifici è la domotica, ovvero l’integrazione di tecnologie automatizzate che migliorano la gestione degli ambienti domestici e professionali. Dai sistemi BACS (Building Automation and Controls Systems) di automazione degli impianti alle soluzioni per il controllo remoto di luci, climatizzazione e sicurezza, la domotica è oggi sinonimo di efficienza, comfort e risparmio.

Global ha maturato una solida esperienza nella progettazione e installazione di soluzioni domotiche su misura, contribuendo alla realizzazione di edifici sempre più intelligenti e sostenibili. Per saperne di più su come rendere smart la tua casa, visita l’articolo dedicato alla.

L’esperienza di Global nel ramo della domotica

Grazie alla sua esperienza pluridecennale, Global si propone come partner affidabile per interventi di costruzione e riqualificazione energetica in ottica smart. L’azienda promuove un’edilizia integrata, tecnologica e sostenibile, collaborando con progettisti, fornitori e clienti per garantire soluzioni efficienti e durature. L’innovazione e la sostenibilità, investire nella domotica e nello smart building non è solo una scelta responsabile, ma un’opportunità concreta per aumentare il valore del proprio immobile e contribuire attivamente alla transizione energetica.

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