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Fotovoltaico: col Decreto Bollette semplificazioni per l'installazione di impianti fotovoltaici

Fotovoltaico: col Decreto Bollette in arrivo semplificazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici

Negli ultimi mesi il Governo ha varato misure correttive importanti per il settore dell’edilizia. In particolare, l’articolo 9 del Decreto Legge n. 17/2022 (Decreto Bollette) introduce una serie di semplificazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici. Il Decreto Bollette apporta infatti importanti novità e agevolazioni per il settore energetico, con alcune disposizioni volte a ridurre i costi per le famiglie italiane e favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Le novità del Decreto Legge n. 17/2022

Con le nuove disposizioni gli interventi per installare pannelli fotovoltaici sono da ritenersi come lavori di manutenzione ordinaria. Una novità importante che comporta un deciso snellimento della burocrazia, dato che per l’installazione di un impianto fotovoltaico non sarà più necessario richiedere alcuna autorizzazione, salvo qualche eccezione. Rimane infatti obbligatorio il rilascio di apposita autorizzazione per gli impianti ricadenti in immobili o zone ritenuti di grande interesse pubblico. In questa fattispecie, infatti, è possibile realizzare gli interventi solo in seguito al permesso dell’ente competente.

I lavori di installazione dei pannelli solari per le case, saranno favoriti da procedure molto più snelle e rapide. In questo modo si potranno contenere i costi delle famiglie e semplificare la “transizione energetica”. Con le nuove disposizioni, gli interventi per installare impianti solari vengono equiparati a quelli di manutenzione ordinaria.

In definitiva e per riepilogare, con il Decreto Legge n. 17/2022:

  • le installazioni di impianti fotovoltaici rientrano tra gli interventi di manutenzione ordinaria e sono da realizzare in edilizia libera, senza vincoli di atti di assenso;
  • l’installazione di pannelli fotovoltaici può essere eseguita anche su manufatti o strutture differenti da edifici (tettoie, pergole, etc.);
  • l’installazione è possibile non soltanto sugli edifici ma anche sulle pertinenze come depositi, tettoie, terrazzi e giardini;
  • gli interventi per installare tali impianti sono possibili con qualsiasi modalità;
  • la semplificazione per il fotovoltaico è applicabile anche per quei tipi di immobili soggetti a vincoli paesaggistici, anche se non per tutti.

Il decreto introduce anche la possibilità, relativamente alle zone industriali, di effettuare interventi per l’installazione di impianti fotovoltaici a copertura fino al 60% delle zone industriali di pertinenza.

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Certificato di idoneità statica: cos’è, quando è necessario, quanto costa

Certificato di idoneità statica: cos’è, quando è necessario, quanto costa

Il certificato di idoneità statica è un documento che stabilisce le condizioni di sicurezza delle strutture portanti di un edificio. Questo certificato è indispensabile quando ci si rivolge al Comune per richiedere la cosiddetta agibilità di un fabbricato (con particolare riferimento a quelli realizzati da più di 50 anni) nei casi un cui non si possa ottenere il certificato di collaudo statico, introdotto in Italia dalla legge numero 1086 nell’anno 1971, oppure per fare richiesta di condono edilizio. Per tutti gli edifici costruiti prima del 1967 questo certificato non è richiesto: non esistevano ancora le normative afferenti alla solidità strutturale.

Com’è composto il certificato di idoneità statica

Lo scopo della certificazione è riuscire ad avere un valore della resistenza dell’edificio per poterlo puoi confrontare con la resistenza prevista nella documentazione effettuata al momento in cui, all’epoca, vennero sviluppati i calcoli progettuali. Questo consente di determinare se l’immobile è ancora sicuro e abitabile.

Il certificato di idoneità statica prevede diversi paragrafi nei quali vengono affrontati specifici aspetti dell’edificio in oggetto. Il primo paragrafo descrive nei dettagli la situazione dell’immobile (ubicazione geografica, metri quadrati calpestabili, servizi, accessi, etc).  Nella seconda parte si affronta l’argomento delle acquisizioni preliminari. Successivamente viene affrontata la tematica dei materiali utilizzati per la costruzione e il loro attuale stato di degrado. Nei paragrafi successivi c’è spazio per le verifiche statiche e le prove di carico su qualsiasi parte dell’edificio, in particolare sui solai e sulle aree calpestabili.

Se tutte le verifiche danno esito positivo, il certificato di idoneità statica confermerà che le fondazioni, le strutture in elevazione, gli orizzontamenti sono in grado di sopportare i carichi e sovraccarichi previsti dalle normative. Quindi l’edificio può essere dichiarato staticamente idoneo.

La validità del documento è fissata a 15 anni dalla data di emissione.

Chi può redigere il certificato di idoneità statica?

Il certificato di idoneità statica può essere redatto da un professionista abilitato (un architetto, un ingegnere edile oppure un ingegnere civile).

Quanto costa il certificato di idoneità statica?

Non c’è un prezzo ben definito perché bisogna far riferimento alla tipologia dell’immobile ma anche e soprattutto alle condizioni in cui si trova, all’estensione in termini di metri quadrati e all’ubicazione geografica. I costi aumentano se sulla struttura devono essere effettuate prove di carico per determinare la resistenza strutturale.

Una stima di massima per una casa indipendente? La spesa si aggira tra i 2000 e i 3000 € senza interventi di approfondimento. Una prova di carico sul solaio è ad esempio un costo aggiuntivo che si aggira attorno ai 1.000 €.

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Planimetria catastale: quando serve, come ottenerla e quanto costa

La planimetria catastale è il disegno, riportato in scala 1:200, di un qualsiasi edificio. Questo elaborato, necessario in sede di rogito o in caso di lavori di ristrutturazione, rappresenta il perimetro dell’unità immobiliare, con le suddivisioni interne, le pertinenze, le parti comuni e l’orientamento rispetto al nord geografico. Il grafico contiene diverse informazioni sullo stato dell’immobile, tra cui la destinazione d’uso di locali come cucina, bagno, lavanderia, ripostiglio e cantina e le altezze.

Come ottenere la planimetria catastale

La planimetria catastale di un edificio si può richiedere negli uffici comunali di pertinenza oppure online, tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate. Secondo quanto riportato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, il rilascio della planimetria catastale riferita allo stato attuale dell’immobile è gratuito. Se invece si necessita della planimetria catastale riferite a stadi precedenti, è previsto un pagamento di € 16 per ogni copia richiesta.

In quali casi serve una planimetria catastale?

La planimetria catastale è un documento richiesto obbligatoriamente in sede di compravendita, ma anche per la stipula di un mutuo, di un contratto d’affitto, ma anche per la presentazione di pratiche e certificazioni edilizie. Per questo motivo deve essere tenuta costantemente aggiornata.

Bisogna sottolineare che ad oggi, però, la planimetria catastale non rappresenta un documento probatorio della proprietà immobiliare. L’unico documento che può essere considerato probatorio è infatti quello depositato presso il Comune.

Quando è necessario modificare una planimetria?

È obbligatorio aggiornare la planimetria, che deve rispecchiare l’attuale stato dell’immobile, ogni volta che un edificio viene ristrutturato o vengono apportate modifiche. Ogni variazione deve infatti essere documentata tramite la planimetria catastale. Se il documento non corrisponde allo stato reale dell’immobile, sarà impossibile effettuare una compravendita o stipulare un mutuo.

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Dichiarazione di conformità impianti (DiCo): di cosa si tratta e quando è obbligatoria?

La Dichiarazione di Conformità degli impianti, conosciuta anche come DiCo, è un documento che deve essere rilasciato nel momento in cui viene installato un nuovo impianto. La legge italiana ha introdotto la l’obbligo di dotarsi della Certificazione di Conformità per evitare, come spesso accadeva in passato, che gli impianti venissero realizzati abusivamente da parte di tecnici improvvisati, privi di specifiche competenze e qualifiche.

Indipendentemente dalla destinazione d’uso dell’edificio, sia per abitazioni private o condomini, possono e devono essere certificate tutte queste tipologie di impianto:

Il certificato viene redatto e rilasciato da parte di un professionista qualificato, che attesta il rispetto di tutte le normative vigenti in materia. Non tutte le imprese sono abilitate per eseguire questo tipo di documento: il consiglio è di verificare prima con la ditta a cui affideremo i lavori la possibilità di ottenere tutte le certificazioni necessarie.

La DiCo ha una scadenza?

La Dichiarazione di Conformità degli impianti non ha un termine temporale e rimane valida fino a quando non vengono eseguiti interventi sull’impianto. Non è obbligatorio redigerne una nuova quando si effettuano interventi di manutenzione ordinaria. Se invece vengono realizzati lavori di manutenzione straordinaria, allora sarà obbligatorio ottenere un nuovo documento aggiornato, pena la nullità della conformità precedentemente ottenuta.

Quanto costa la Dichiarazione di Conformità degli impianti?

Genralmente il costo della DiCo viene incluso nel preventivo rilasciato dall’impresa, con un prezzo complessivo che tiene conto della manodopera e dei materiali utilizzati.

Il prezzo può variare notevolmente a seconda dell’impianto da certificare: una stima su impianti civili di medie dimensioni, ci possono far anticipare che la certificazione di un impianto elettrico costi mediamente 400-600 euro, quello termico di riscaldamento 300-400 euro, un impianto di condizionamento 300-400 euro). Naturalmente questi sono prezzi indicativi e variano in base alla complessità dell’impianto in questione e/o al tariffario dell’ingegnere che firmerà il documento finale.

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Ristrutturare casa: 10 consigli utili prima di iniziare i lavori

La ristrutturazione di una casa può essere un lavoro complesso, soggetto a molteplici e imprevisti, limiti di budget e criticità non preventivate.

Uno dei primi problemi è senza dubbio il fattore economico: il costo di ristrutturazione completa non può essere stimato senza un sopralluogo che valuti preventivamente lo stato in cui si trova l’abitazione, ipotizzando il costo della manodopera, i materiali da utilizzare e, naturalmente, gli eventuali imprevisti. Gran parte dei contrattempi possono comunque essere evitati con una buona pianificazione iniziale e con una serie di suggerimenti che vogliamo condividere con voi.

1) Definisci un budget alla tua portata

Non è semplice destreggiarsi tra l’idea di realizzare la casa dei tuoi sogni e il budget realistico che puoi assegnare al progetto di ristrutturazione. Questo è il motivo per cui è fondamentale avere in mano un preventivo preciso e dettagliato. Quando ci si rivolge ad un’impresa si può definire in anticipo il budget in modo da ottenere un preventivo di materiali e manodopera che rientri nella nostra possibilità di spesa, senza sorprese.

2) Definisci a cosa puoi o non puoi rinunciare

Ancor prima della progettazione e dell’inizio dei lavori, si passa per una fase importante in cui spesso bisogna fare delle scelte complicate. Bisogna infatti aver ben chiaro, fin da subito, ciò che è irrinunciabile e ciò di cui puoi fare a meno, soprattutto se ci accorgiamo di sforare con il budget.  Ad esempio, se non si dispone di un budget elevato, si può pensare di risparmiare rinunciando ad alcune finiture che possono essere realizzate in seguito senza stravolgere il progetto iniziale.

3) Valuta bene le condizioni di partenza della casa

Le condizioni iniziali di una casa da ristrutturare possono incidere notevolmente sul budget. Potrebbe essere in ottime condizioni o con gli impianti recenti, e la spesa potrebbe essere contenuta. Altre volte potrebbero essere indispensabili delle modifiche più sostanziali, ad esempio il rifacimento degli impianti o lo spostamento delle pareti interne, che possono ripercuotersi sui costi finali.

4) Visualizza subito il risultato della ristrutturazione

Prima di iniziare i lavori è bene avere chiare le scelte che si andranno a fare, a partire dai materiali (ad esempio, piastrelle, tipo di intonaco, sanitari, impianti di riscaldamento, etc). Scelte diverse comportano fluttuazioni importanti di prezzo, per differenze nella posa o nell’installazione, o semplicemente per il diverso costo di mercato. Se non si hanno le idee chiare, una ricerca sul web su siti di interior design o sui social network potranno dare idee ed essere fonte di ispirazione per “visualizzare” i risultati dei lavori, ancora prima di cominciare.

5) Ristrutturazione del bagno, attenzione ai costi

La ristrutturazione dei bagni può essere molto costosa, se riguarda anche pianelle e impianti, oppure più contenuta se coinvolge solo la sostituzione dei sanitari. Il prezzo inoltre dipende dal tipo di finiture e dai materiali edili da acquistare. Prima di scegliere,  sulle azioni che si compiono nella vita quotidiana e sulle proprie abitudini. Secondo un sondaggio il 70% degli italiani torna a casa più volentieri e con piacere dopo aver ristrutturato il bagno.

6) Illuminazione e impianto elettrico

Se si devono sostituire i vecchi impianti elettrici è bene studiare dove realizzare i punti luce in base alla nuova distribuzione degli ambienti. Prima di procedere con la ristrutturazione, oltre alla progettazione dell’impianto elettrico (prevedendo l’esatta locazione di tutte le prese e degli interruttori) può essere realizzato un apposito progetto illuminotecnico, utilissimo per avere una perfetta illuminazione in tutte le stanze della casa.

7) Preparati ai disagi abitativi durante la ristrutturazione

Se si decide di continuare a vivere nella casa che si sta ristrutturando (e se la logistica lo consente), l’esperienza sarà spesso complicata: rumori, polvere e imprevisti saranno all’ordine del giorno. Occorre armarsi di pazienza! Se invece la casa non è agibile,  sarà necessario traslocare per tutto il tempo dei lavori: bisogna mettere a budget anche gli eventuali costi di trasloco/affitto per tutto il tempo necessario!

8) Cerca una ditta affidabile

Non sempre è facile, ma il consiglio è quello di verificare sempre le credenziali dell’impresa che eseguirà i lavori. A parte il passaparola e le recensioni di amici e partenti, si dovrebbe verificare l’affidabilità e le certificazioni della ditta edile a cui daremo i nostri soldi. Altrettanto importante è affidarsi ad un’impresa che capisca le tue esigenze e sappia ascoltare e proporre soluzioni personalizzate. Indispensabile, dunque, un colloquio con il responsabile dell’azienda prima di sottoscrivere qualsiasi impegno contrattuale.

9) Evita il fai da te

Anche se siamo circondati da trasmissioni che parlano di arredo e ristrutturazioni a basso costo con il fai da te, è difficile, se non impossibile, per i non addetti ai lavori, realizzare lavorazioni complesse in sicurezza. Meglio concentrarsi su piccoli interventi che si possono realisticamente fare per risparmiare, ad esempio la pitturazione delle pareti, se si ha esperienza con pennelli, rulli e vernici. Anche questo lavoro però può essere un’impresa impossibile se la casa è molto grande o ha soffitti alti e punti difficili da raggiungere senza le attrezzature adatte. Si potrebbero risparmiare parecchi soldi facendo dei lavori in autonomia, ma siamo sicuri di essere in grado? Se non si è convinti al 100%, è meglio evitare e affidarsi a dei professionisti.

10) Ottimismo e pazienza

Durante le settimane che coinvolgono una ristrutturazione, non tutto andrà esattamente come lo si era immaginato. Gli imprevisti e le frustrazioni sono dietro l’angolo, ma nessun problema è irrisolvibile. Bisogna, per quanto possibile, orientarsi al problem solving.

 

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Bonus Barriere Architettoniche 2022: tutto quel che c'è da sapere sul nuovo incentivo

Bonus Barriere Architettoniche 2022: tutto quel che c’è da sapere sul nuovo incentivo

Il Bonus Barriere Architettoniche è una novità introdotta nel 2022: è stato infatti introdotto per la prima volta con la Legge di Bilancio 2022 (Legge n. 234 del 30 dicembre 2021 in Gazzetta).

L’incentivo consiste in una detrazione d’imposta con aliquota pari al 75% per le spese che vengono sostenute a partire dal 1° gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2022, per gli interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche in case, condomini ed edifici privati e pubblici. Il nuovo bonus casa si utilizzerà seguendo le modalità di detrazione stabilite fin dall’inizio per il Superbonus 110%, ossia 5 quote di pari importo per 5 anni. In alternativa, sarà possibile scegliere le opzioni alternative alla detrazione, cioè la cessione del credito e lo sconto immediato in fattura. In questo modo anche i soggetti che non possono o non vogliono utilizzare l’incentivo in detrazione con la Dichiarazione dei Redditi (ad esempio, i Regimi Forfettari), possono decidere di monetizzare l’incentivo con tempistiche decisamente più brevi.

Bonus Barriere Architettoniche 2022: tutti i requisiti

Il Bonus Barriere Architettoniche è mirato ad agevolare tutti gli interventi svolti al fine di eliminare le barriere architettoniche di un edificio, ma non solo.

Rientrano in questo incentivo, e quindi possono essere portate in detrazione con aliquota al 75%, anche le spese sostenute per la realizzazione degli interventi:

  1. Mirati all’automazione degli impianti negli edifici condominiali e nelle singole unità immobiliari, sempre al fine sempre di abbattere le barriere architettoniche;
  2. Legati alla sostituzione di un impianto, per i quali rientrano tra le spese agevolabili esclusivamente quelle relative alla bonifica e allo smaltimento del vecchio impianto e dei relativi materiali.

Perché le spese siano considerate agevolabili con il bonus barriere architettoniche 2022, è necessario che si rispettino i requisiti e i criteri di progettazione di cui al Decreto Ministeriale n. 236 del 14 giugno 1989, con particolare riguardo al rispetto dei principi di “accessibilità”, “visitabilità” e “adattabilità” definiti all’Allegato A dello stesso decreto.

Bonus Barriere Architettoniche 2022: beneficiari e tipologie di edificio

I potenziali beneficiari del Bonus Barriere Architettoniche 2022 sono sostanzialmente gli stessi che hanno la possibilità di richiedere il Superbonus 110%, ovvero:

  1. Condomini;
  2. Persone Fisiche, solo per edifici unifamiliari oppure unità singole in edifici plurifamiliari;
  3. IACP ed enti analoghi, incluse società “in house providing”;
  4. Cooperative di abitazione a proprietà indivisa, solo per intervenire su immobili di proprietà della cooperativa assegnati in godimento ai soci;
  5. ONLUS e Organizzazioni di volontariato senza scopo di lucro;
  6. Associazioni e società sportive dilettantistiche, solo per gli interventi che interessano immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi;
  7. Titolari di reddito d’impresa, arti o professioni, per le spese sulle parti comuni, solo se l’immobile è sito all’interno di un edificio o condominio in cui più del 50% della SDL è a scopo residenziale.

Da tenere in considerazione che sono ammessi esclusivamente interventi eseguiti su edifici già esistenti: sono dunque esclusi gli edifici ancora in fase di costruzione.

Bonus Barriere Architettoniche 2022: massimali di spesa

Il Bonus Barriere Architettoniche si applica ad una spesa massima pari a:

  • 50.000 euro, per gli edifici unifamiliari o le singole unità (che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno) site all’interno di edifici plurifamiliari;
  • 40.000 euro (da moltiplicare per le unità che compongono l’edificio), per condomini composti da 2 a 8 unità immobiliari;
  • 30.000 euro, per le unità in condominio dalla nona in poi. Ovvero, per gli edifici composti ad esempio da 10 unità, si calcolerà un massimale di 40.000 euro per le prime 8 e di 30.000 euro per le restanti due unità.

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Parere del Fisco sul Superbonus 110%: beneficiari e tipologie di immobile

Parere del Fisco sul Superbonus 110%: beneficiari e tipologie di immobile

Dopo la notizia del rinnovo dell’incentivo per tutto il 2022, torniamo a parlare del Superbonus 110% per chiarire quali siano i potenziali beneficiari e a quali tipologie di immobile possano essere oggetto di interventi. Come ormai noto, il maxi-incentivo è aperto a una vasta platea di possibili beneficiari mentre, riguardo alle tipologie di immobili, ammette esclusivamente quelle residenziali.

Analizzando un recente parere dell’Agenzia delle Entrate, faremo un breve riepilogo sui requisiti necessari per accedere al Superbonus 110% e sul funzionamento dell’incentivo in generale, integrando anche degli specifici chiarimenti.

Beneficiari e Immobili: a chi spetta il Superbonus 110%?

L’Agenzia delle Entrate, con la nota n. 804 del 10 dicembre 2021 ricorda quali siano gli effettivi beneficiari del maxi-incentivo e le tipologie di edificio sulle quali possono operare.

Possono usufruire del Superbonus 110%:

  1. Condomini, per:
  • Interventi trainanti e trainati sulle parti comuni.
  • Solo interventi trainati sulle singole unità immobiliari.
  1. Persone fisiche (al di fuori dell’esercizio di impresa, arti e professioni), per intervenire su:
  • Singole unità immobiliari indipendenti;
  • Edifici unifamiliari composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate;
  • Unità immobiliari site all’interno di edifici plurifamiliari, ma solo se le unità sono funzionalmente indipendenti e se sono dotate di uno o più accesso autonomi dall’esterno.
  1. IACP (Istituti Autonomi Case Popolari) ed enti analoghi per intervenire su immobili:
  • Di loro proprietà;
  • Di edilizia residenziale pubblica che gestiscono per conto del Comune.
  1. Cooperative di abitazione a proprietà indivisa, solo per immobili di proprietà della cooperativa assegnati in godimento ai soci.
  2. ONLUS e Organizzazioni di volontariato senza scopo di lucro, correttamente iscritte agli appositi registri.
  3. Associazioni e società sportive dilettantistiche, solo per immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi;
  4. Titolari di reddito d’impresa, arte o professione, solo:
  • Se l’immobile è sito all’interno di un edificio o condominio in cui più del 50% della SDL è a scopo residenziale;
  • Per eseguire interventi trainanti e trainati sulle parti comuni degli edifici condominiali.

Superbonus 110% e titolari diritti reali: i requisiti obbligatori

Il Superbonus 110%  può essere richiesto anche da chi detiene l’immobile oggetto di interventi in qualità di titolare di diritti reali di godimento. La locazione, essendo appunto un diritto reale, rende possibile la richiesta dell’incentivo, a patto che:

  • Esista un contratto di locazione correttamente registrato;
  • Siano gli stessi locatari a sostenere le spese;
  • Il proprietario (ovvero l’IPAB istante) rilasci una dichiarazione di consenso per gli interventi;
  • Risultino rispettati tutti i requisiti richiesti sia per gli interventi di efficientamento energetico che per quelli volti alla riduzione del rischio sismico.

Superbonus in condominio misto e Bonus Casa con opzioni alternative

Per le strutture riconosciute come condominio misto (ovvero in parte residenziale e in parte commerciale), ci sono delle precisazioni da fare. Per far sì che i locatari dei negozi possano partecipare alle spese per gli interventi trainanti e trainati, è obbligatorio dimostrare che più del 50% della Superficie Disperdente Lorda è adibita ad uso residenziale. Non sarà possibile invece conseguire interventi trainati che riguardino le singole unità commerciali.

Per quanto riguarda invece la possibilità per l’istante di usufruire, in alternativa al Superbonus 110%, del Bonus Facciate, dell’Ecobonus o del Sismabonus, si fa presente che i tre incentivi citati ammettono tra i potenziali beneficiari anche gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale. L’Agenzia delle Entrate fa presente anche che i tre incentivi sopra elencati rientrano tra quelli che danno la possibilità di scegliere le opzioni alternative alla detrazione, ovvero la cessione del credito e lo sconto in fattura.

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Come ristrutturare il camino: idee e consigli per l’angolo più romantico della casa

Il camino negli ultimi anni si è trasformato in un vero e proprio elemento d’arredo in grado di dare stile e personalità alla stanza in cui si trova. Utile per riscaldare una stanza (o una casa, con l’ausilio di una caldaia), laddove è utilizzato quotidianamente diventa il centro della vita familiare e perché no, teatro delle migliori grigliate casalinghe.

Solitamente abbinato alle case con un arredamento rustico, amatissimo in Sardegna, il camino può diventare un elemento che si integra alla perfezione anche alle case più moderne. Se avete voglia di ristrutturare un vecchio camino conservando il suo fascino, ma rendendolo moderno, è ora di pensare ad un restyling. Inoltre i camini sono considerati idonei come impianti termici e valgono ai fini dell’accesso al Super Ecobonus 110%.

Regola numero uno: efficienza

I camini sono affascinanti ma spesso vengono lasciati spenti perché danno qualche problema di troppo rispetto ad altri sistemi moderni e più pratici. Spesso il problema è una canna fumaria che non assicura un buon tiraggio, riempiendo la stanza di fastidioso fumo. Una bocca troppo ampia o troppo piccola, l’altezza del camino “scomoda” per le nostre esigenze: tutti problemi che ne scoraggiano l’utilizzo. Anche i materiali con cui viene realizzato la struttura sono importanti, ad esempio la qualità dei mattoni refrattari, che possono usurarsi dopo decenni di accensioni. In questi casi è importante contattare una ditta competente e studiare la ristrutturazione del nostro camino.

Solo legna? No, affatto!

Quando si pensa di ristrutturare un camino, la prima scelta è quella del combustibile che lo alimenterà. Il tradizionale camino a legna ha un fascino senza tempo, ma comporta una gestione impegnativa, soprattutto se non si passa molto tempo dentro casa e si ha bisogno di soluzioni in grado di generare calore diffuso in tempi rapidi. In questo caso si può decidere di passare a un termocamino alimentato a pellet, che assicura il massimo rendimento, oppure scegliere un camino al bioetanolo che non richiede la canna fumaria (e che è molto scenografico, ma poco efficiente).

Nuovo camino, nuovo rivestimento 

A questo punto arriva il momento di dedicarsi al design e optare per un rivestimento adatto allo stile della casa o dell’ambiente in cui il caminetto andrà ad inserirsi. Le alternative sono diverse, come:

  • Camino in legno: il legno ha un fascino senza tempo. Utilizzare un rivestimento in legno per il camino, conferisce calore all’ambiente e un aspetto moderno.
  • Camino in mattoni: l’ideale per chi ha un budget basso o non ha un’idea chiara sul colore della stanza. Basterà semplicemente dipingere i mattoni per ottenere un elemento d’arredo totalmente differente, in poco tempo e con pochissimo sforzo.
  • Camino in pietra: un materiale che permette di dare al camino un design accattivante in base al taglio. Le pietre squadrate sono perfette per ricreare, magari in salotto, la tipica atmosfera da baita. Pietre bianche e piatte invece permettono di ottenere un aspetto più minimal.
  • Camino in pietra ricostruita: opzione è valida se volete rinnovare il camino senza spendere troppo. La pietra ricostruita, a differenza di quella naturale, ha un costo più basso ed è facile da applicare perché è molto più leggera.
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Bonus Ristrutturazioni e regime forfettario: come accedere agli incentivi?

Il Bonus Ristrutturazioni è uno degli incentivi di maggior successo del Governo Italiano. Si tratta di una detrazione d’imposta pari al 50% per l’esecuzione di interventi di ristrutturazione edilizia, mirati al recupero, al restauro, all’abbattimento delle barriere architettoniche, al risparmio energetico, alle nuove costruzioni in caso di danneggiamento per cause climatiche.

Una domanda che ci viene posta spesso è quella relativa alla possibilità di accedere all’agevolazione fiscale (mediante Bonus Ristrutturazioni, ma non solo) anche da parte di contribuenti che hanno aperto una partita IVA con regime forfettario. Un regime particolarmente vantaggioso e molto utilizzato anche dai contribuenti residenti in Sardegna, ma che presenta anche lo svantaggio di non poter portare in detrazione le spese, comprese quelle per le ristrutturazioni edilizie.

Bonus Ristrutturazioni: chi può accedere all’incentivo?

Prima di tutto bisogna ricordare che si può accedere al Bonus Ristrutturazioni fino al 31 dicembre 2021, ma che è attesa una proroga fino al 2024. I soggetti fiscali che possono godere del Bonus Ristrutturazioni sono:

  1. Persone fisiche che sostengono le spese, tra cui:
  • Proprietario e nudo proprietario;
  • Titolare di diritto reale di godimento, inquilino o comodatario;
  • Convivente senza matrimonio, coniuge, parenti diretti entro il 3° grado, parenti affini entro il 2° grado;
  • Coniuge separato al quale è stata assegnata la casa di proprietà dell’altro coniuge;
  1. Soci di cooperative divise e indivise;
  2. Soci delle società semplici;
  3. Imprenditori individuali, ad esclusione degli immobili merce o strumentali.

Regime forfettario: come si può accedere agli incentivi?

I soggetti in regime forfettario, non potendo portare in detrazione le spese, possono usufruire del Bonus Ristrutturazioni, così come di altri bonus casa ai quali prima non potevano accedere, grazie all’introduzione delle opzioni alternative: cessione del credito d’imposta o sconto in fattura immediato. La stesso discorso si applica anche per tutti gli altri bonus casa che ammettono almeno una delle due opzioni, ovvero il Superbonus 110%, l’Ecobonus, il Sismabonus, il Sismabonus Acquisti e il Bonus Facciate.

Un grande passo avanti, dal momento che, fino a maggio 2020, per i soggetti che non possedevano un’imposta lorda da detrarre era impossibile accedere agli incentivi fiscali, perché appunto l’unico modo di usufruirne era la detrazione d’imposta in sede di Dichiarazione dei Redditi. La cessione del credito d’imposta e lo sconto in fattura immediato, dunque, allarga la platea dei beneficiari degli incentivi fiscali e danno la possibilità di monetizzare il credito da subito senza attendere i tempi lunghi del rimborso rateizzato in sede di dichiarazione fiscale.

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Ristrutturare una vecchia casa in Sardegna: idee e consigli

Ristrutturare una vecchia casa in Sardegna: idee e consigli

Comprare una casa nuova è un momento cruciale nella vita di una persona o di una famiglia: si sta scegliendo infatti il posto in cui si trascorreranno gli anni successivi, in cui ci si può rifugiare alla fine di una giornata di lavoro e sarà il luogo in cui accogliere amici e parenti per le feste.

Chi compra una casa si trova immediatamente di fronte a tanti dilemmi. Il primo – davanti agli annunci immobiliari – è sicuramente se acquistare una casa di recente costruzione o un immobile vecchio da ristrutturare. Entrambe le opzioni presentano pro e contro. Se comprare un appartamento fatto e finito è una comodità, è anche vero che acquistare una casa da ristrutturare presenta notevoli vantaggi.

Ristrutturare una casa o un appartamento infatti ti permette di organizzare gli spazi secondo gusti ed esigenze personali e aumenta il valore dell’immobile acquistato (a un prezzo conveniente rispetto a un immobile nuovo di zecca, generando quindi una plusvalenza importante all’atto della vendita) se un domani si vorrà cambiare nuovamente casa.

In questo articolo cercheremo di analizzare i vantaggi della ristrutturazione di una casa in Sardegna.

Conviene ristrutturare una casa vecchia?

Se si deve acquistare una casa in Sardegna, sceglierne una da ristrutturare (e soprattutto nei centri storici dei paesi del Campidano, ce ne sono tantissime) può essere la scelta migliore per spendere di meno e per avere modo di organizzare gli spazi in base ai propri desideri e alle esigenze familiari. La disposizione delle stanze, l’apertura di nuove finestre per garantire un’illuminazione ideale in ogni stanza, la realizzazione di uno studio (per lo studio dei propri ragazzi o per il lavoro dei tanti liberi professionisti o smart workers) o l’installazione di un sistema di riscaldamento di ultima generazione: tutte cose impossibili (o molto complicate) da realizzare se si acquista una casa di nuova costruzione.

Inoltre, parlando del punto di vista economico, i vantaggi sono fin troppo ovvii.  Una volta conclusi i lavori infatti, l’appartamento avrà guadagnato un valore di mercato nettamente superiore a quello di acquisto, che può anche raddoppiare se si usano soluzioni edilizie all’avanguardia.

Quanto costa ristrutturare una casa?

La domanda è lecita ma chiaramente non ha una risposta univoca. Partiamo subito con un consiglio: chiedere sempre un preventivo a una ditta di costruzioni certificata, per avere un’idea della spesa globale tra rogito e ristrutturazione.

Non è banale offrire ai lettori delle cifre generiche riguardanti i costi di ristrutturazione di una vecchia costruzione perché intervengono numerose variabili a determinare il prezzo finale, con oscillazioni importanti in base al tipo e al numero di modifiche richieste, alla metratura dell’edificio (il prezzo finale di ogni preventivo è determinato in base ai metri quadri dell’intervento), dai materiali e dagli impianti che si vorranno installare.

In Italia esistono tantissimi incentivi fiscali per chi ristruttura una vecchia casa migliorandone l’efficienza energetica. Dal Superbonus 110% al Bonus Ristrutturazione, passando per Ecobonus e bonus facciate, sono molteplici le possibilità di recuperare somme che vanno dal 50% al 110% della spesa (con detrazione oppure con lo sconto direttamente in fattura). Per questo motivo comprare una vecchia casa e ristrutturarla costituisce una delle migliori forme di investimento possibili.

A chi rivolgersi per ristrutturare una casa?

Prima di ristrutturare un vecchio immobile è importante consultare professionisti (geometri, architetti o ingegneri) che siano in grado di realizzare il progetto per la casa nuova, tenendo conto delle esigenze personali o familiari, comprese quelle relative al budget. Sin dalle primissime fasi è importante pensare non solo alle strutture architettoniche (opere murarie, impianti, cappotto), ma anche a quello che sarà la destinazione d’uso di ogni stanza e il relativo arredamento:  solo in questo modo si potranno fare tutte le scelte (posizione e dimensione degli infissi, dimensionamento e posizione degli impianti, punti luce, etc) nella maniera più oculata e ottimizzata possibile.

Il consiglio per la realizzazione dei lavori è sempre quello di affidarsi a una ditta certificata, come Global. In questo modo si può delegare la direzione dei lavori al professionista che ha realizzato il progetto, facendolo lavorare insieme a un team di operai e tecnici affidabili. Il risultato è garantito dall’esperienza e delle maestranze messe in campo dalla ditta, riducendo i problemi e il tempo passato in cantiere a prendere decisioni che possono essere delegate con fiducia ai tecnici.

Impianti, cappotto, infissi: ristrutturare per migliorare l’efficienza energetica

Per migliorare la classe energetica di una casa non basta solo rifare gli impianti, ma occorre anche installare degli infissi moderni capaci di isolare la casa dalle condizioni climatiche naturali. Gli infissi più datati non sono infatti adatti allo scopo: spifferi e vetri sottili rendono le vecchie case delle “spugne” in grado di assorbire la temperatura dall’esterno.

L’installazione di pannelli isolanti (ottimi anche per l’acustica) è un ottimo sistema per migliorare l’efficienza energetica della casa. Un cappotto isolante rende un appartamento molto più confortevole e ne aumenta sensibilmente il valore commerciale.

A questo, ovviamente, deve accompagnarsi anche un rinnovamento degli impianti. Più un immobile è datato, più sono probabili guasti al sistema idraulico, alle tubature del gas o all’impianto elettrico. In alcune situazioni è possibile effettuare delle riparazioni mirate, ma in linea di massima è conveniente sostituire gli impianti. Caldaie e climatizzatori di ultima generazione garantiscono efficienza e consumi ridotti. Installando pannelli fotovoltaici inoltre sarà possibile produrre energia e abbattere il costo della bolletta elettrica.

Sempre nell’ottica del miglioramento dell’efficienza energetica, si può pensare a una casa dotata di domotica: grazie alle più moderne tecnologie è possibile controllare da remoto, tramite smartphone, elettrodomestici e sistema di riscaldamento, ottimizzando i consumi.

Personalizzare la casa da ristrutturare

Ristrutturare una casa offre possibilità di scegliere tutti i materiali e finiture, dai pavimenti ai bagni, dal colore delle pareti alle porte fino all’arredamento: tutto può essere personalizzato in base allo stile di chi abiterà la casa. In quest’ottica l’acquisto con ristrutturazione è sicuramente una scelta migliore rispetto all’acquisto di un immobile personalizzato da altri.

 

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